6.1 Vacanze di Natale

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«Già, ma tu sei piccolo. Il telefono ti brucia i pochi neuroni rimasti.»

«Papà, sentito che ha detto?»

«Chiara, smettila di trattare così tuo fratello! E metti via il telefono, non ti serve così presto.»

La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma obbedì. Nicola le fece una linguaccia.

«Nano malefico.»

«Papà! La senti? La senti?»

«Smettila di provocare, Nico. E tu, bimba, smettila di farti provocare.»

«Sì papà» rispose, con uno sbuffo.

Le mattine senza sua madre, quando smontava dal turno di notte poco dopo l’orario di inizio della scuola, erano sempre le più stressanti.

Suo padre era insopportabile al mattino, non riusciva proprio ad assecondare la lentezza di pensiero di due ragazzini appena svegli.

«Lavare i denti e poi in macchina! Hop hop!»

«Dio, dammi la forza…»

Per tutto il viaggio in auto dovette subire i vari Iniziano le interrogazioni, hai studiato? Che materie ci sono oggi? del caso, e quando per miracolo giunse a scuola tirò un sospiro di sollievo. 

Non durò molto, perché in classe le toccò la pioggia di domande di Rebecca sulla sua uscita con Edoardo.

Si limitò a fare la vaga, raccontando di come aveva vinto la partita, che poi era andata a pranzo a casa sua, e che no, non si erano ancora baciati ma che aveva avuto l’impressione che lui volesse farlo.

Alla domanda e che avete fatto, allora? si costrinse a rispondere abbiamo studiato, perché era più o meno la verità.

Anziché l’entrata e la ricreazione, in modo inaspettato, i momenti inche preferì furono quelli in cui restò seduta al banco con Edoardo. 

Durante le interrogazioni dei compagni si scambiarono una fitta rete di bigliettini, e cinque ore passarono senza che neanche se ne accorgesse, e quando dopo pranzo fu tempo di vedersi era curiosa di sapere che cosa Gennaro avesse da dire a tutti quanti.

Si incontrarono al parco pubblico e quando Chiara arrivò, li trovo già lì ad aspettarla. Il cielo era plumbeo, faceva freddo, e gli alberi del viale si allungavano, spogli e nodosi, verso il nuvolone nero che li minacciava sopra la testa.

Si avvicinò, ponendo scrupolosa attenzione a evitare le pozzanghere. 

Gennaro era seduto su una delle altalene, senza dondolarsi, con i piedi ben piantati per terra. 

Lorenzo stava in piedi appoggiato al palo di ferro alla sua sinistra, gli stava dicendo qualcosa a bassa voce mentre tentava di accendersi una sigaretta.

Edoardo era in piedi di fronte a loro, Chiara non poteva vederlo in faccia, almeno sinché non si voltò. Quando la sentì arrivare si girò verso di lei e le rivolse un gran sorriso, facendole segno di avvicinarsi.

«Che mi sono persa?» chiese, raggiungendoli di corsa. «Che novità ci sono?»

Appena gli fu accanto, Edoardo le cinse le spalle con il braccio. Lei alzò lo sguardo sorpresa, ma si appoggiò a lui di buon grado, senza fare commenti.

L'Ultima StregaWhere stories live. Discover now