Chapter V

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🎵 People you now
Selena Gomez

Mia madre ci osservò confusa. Non potevo biasimarla anche io lo avrei fatto. D'altronde non eravamo un trio molto equilibrato, che trasudava amicizia da tutti i pori. Bastava guardarci insieme per capire che c'era qualcosa che non quadrava, questo non giovava a nostro favore. Soprattutto se Ridyan era incluso nel pacchetto amici sospetti.

Contai mentalmente al fine di mantenere la calma, e il controllo delle mie azioni e parole. Ogni piccolo errore che avremmo potuto commettere era un passo verso la fine della nostra "missione". Speravo che anche i ragazzi a fianco a me stessero facendo la stessa cosa.

I due davanti a noi non accennarono a voler parlare. Aspettavano, studiandoci in silenzio come si studiava un macchinario. Sperando che da un momento all'altro questo si inceppasse e rivelasse l'errore, e così la verità del guasto.

Volevo uscire da questa situazione il prima possibile, perciò iniziai a parlare io portando la loro attenzione su di me.

«Ciao mamma. Ufficiale Hathaway...tutto bene? Come mai qui?». Restai sul vago e sorrisi. Sorrisi come non avevo mai fatto, infatti sentii gli zigomi iniziare a farmi male. Rilassai il viso al meglio assumendo un comportamento normale, se così si poteva definire, prima di risultare sospetta.

Ero sicura che da un momento all'altro loro avrebbero iniziato a fare domande a noi, così provai a batterli con il loro stesso gioco. Era una cosa legittima voler fare domande no?! Così avevo iniziato io. Se avessi avuto fortuna avrei ottenuto qualche informazione in più. Sapere quanto sapevano di Rory e di tutta questa storia.

Avevo in mente un piccolo copione. Qualche scusa per uscire da qui indenni. Speravo solo che i ragazzi mi capissero e stessero al gioco.

I due adulti ignorarono la mia domanda apertamente. Era iniziata davvero male. Se continuavamo su questa strada non avremmo ottenuto nulla.

«Tu devi essere Ivy giusto? Tua madre mi ha raccontato qualcosa di te». L'ufficiale fece un passo in avanti entrando completamente nella stanza. Iniziò a guardarsi intorno mentre si rivolgeva a me, con un sorriso estremamente falso.

Non lo sopportavo. Non lo reggevo affatto.

Annuii rispettosa ma lanciai di nascosto un'occhiata malevola a mia madre. Per farle capire che non ero affatto contenta del fatto che lei avesse parlato di me a quest'uomo. Mi resi conto che adesso non ero più la ragazza invisibile del bunker. L'unica persona che volevo non mi conoscesse ora mi conosceva.

Lei mi guardò dispiaciuta. Non me ne facevo molto del suo dispiacere. Ora ero esposta. Mi avrebbero tenuto d'occhio e lei sapeva quanto odiassi stare al centro dell'attenzione.

Iniziò a camminare con nonchalance nella mia direzione. Diedi un'occhiata dietro alle sue spalle. Ora che la porta era libera, vidi che fuori da essa erano appostate due guardie che non riuscivo a riconoscere. Sentii crescere l'agitazione.

L'ufficiale Hathaway, dopo aver fatto il giro completo della camera si rivolse di nuovo a noi. Ci guardò con circospezione poi indicò Ridyan e Abe.

«E...voi due giovanotti siete?». Sentii Abe agitarsi vicino a me. Calma. Mantieni la calma.

Il primo a muoversi fu Ridyan che porse la mano all'uomo e si presentò «Oh sì mi ricordo di te...Atmos Station giusto». Domandò portandosi un dito alle labbra pensieroso.

Ridyan annuì.

«Si conoscevo tua madre. Una donna davvero intelligente e brillante devo dire. É davvero un peccato non averla più con noi, sono sicuro che avrebbe fatto grandi cose. Mi dispiace per la tua perdita ragazzo». Affermò dispiaciuto. Non credevo lo fosse davvero. Era tutta una recita per dimostrarsi cordiale e agirarci.

Cataclysme 2.0Where stories live. Discover now