5

57 1 0
                                    

Dal sole che entrava dalla finestra della stanza, supposi fosse arrivato il giorno.

Il "grande giorno" era arrivato.
Lunedì.

Avevo già tutti i libri, ma l'orario no.

Sperai di capitare in classe con Celine... anche se pensavo fosse ovvio?

Persa nel labirinto dei miei pensieri, la sveglia suonò.

Capitava spesso che mi svegliassi prima che la sveglia suonasse, di solito in successione di un giorno "importante".

La spensi, e mi alzai.

Avevo un sonno tremendo, e mi sentivo mezza stonata.

Avrei dovuto metterla alle sette e mezzo come Celine, ma io ci mettevo molto di più a prepararmi.

Sul mio smartphone notai una notifica...
Un'email?

Sì, un'email...dall'Accademia?

La aprii subito, seduta sul letto.

Arthur Pritchett,
a
Vega Houseburn.

"Ti do il compito di avvisare tutti che per via di alcuni fraintendimenti, la lezione di moderno sarà spostata a stamattina.
Le lezioni invece dovrete svolgerle il pomeriggio."

...
Innanzitutto,
senza un ciao, un buongiorno, in tal caso buonanotte...siccome erano le cinque del mattino!
Wow, proprio a quell'ora doveva dirmelo?
Glielo rinfaccerò.

Be', in effetti, nell'orario in cui dovevamo svegliarci per andare a lezione, potevamo andare anche a danza.

Stavo per comunicare al gruppo la notizia, ma...

Un momento, Kev non mi disse che in uno di quei gruppi c'era anche il maestro?
Perché mandare un'email proprio a me quando aveva un intero gruppo a disposizione?

Bah...
Aprii il gruppo dove non non era presente.

"Buongiorno ragazzi, il maestro mi ha comunicato che la lezione di moderno si terrà stamattina anziché oggi pomeriggio. Il messaggio mi è arrivato alle cinque del mattino".

Scrissi.
Per chi lo avrebbe letto, bene, per chi no, non potevo assumermene la responsabilità. Anche se l'aveva data a me per un motivo ignoto.

Nel dubbio, svegliai Celine e quando fu abbastanza cosciente le spiegai tutto.

"Ma è rincoglionito? Alle cinque del mattino te lo dice!? Ma poi, perché non l'ha detto al gruppo?" Chiese, troppo assonnata da farmi ridere.

"Me lo chiedo anch'io" Dissi, aggiustando il mio mascara.

Per moderno non avevamo una divisa, come classico.

Quindi indossai soltanto un semplice top a canottiera bianco e un pantalone sportivo nero a taglio dritto.

Finito di truccarmi, si fecero le sette e cinquanta. Dovevo muovermi.

Arrivai giusto in tempo per dirgliene quattro.

"Buongiorno" Entrai, diretta nella sua direzione.

Non notai neanche chi fosse nella stanza.

"Buongiorno" Disse, poco dopo, osservandomi confuso.

"Mi potrebbe spiegare questo?" Chiesi con calma, mostrando l'email sul mio telefono.

"Avendo un intero gruppo a disposizione?" Aggiunsi.
Ovviamente, sempre con la mia falsa calma.

Stava per dire qualcosa, ma mi guardò soltanto strizzando gli occhi.
Quel suo sguardo mi faceva sempre una strana sensazione.
Mi agitava, mi inquietava.

Dance Touches Where stories live. Discover now