Capitolo 17

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Due giorni dopo

-Ti sto venendo a prendere, hai già preparato le tue cose?-
-Si-
-Perfetto! Finalmente torni a casa con meee-
-Ciao-

Non mi piace quest'idea, non ho il migliore dei rapporti con lei. Sembra una buona madre a una prima occhiata ma, credo che sia la persona più tossica e inaffidabile che abbia mai conosciuto.
L'ultima cosa che voglio fare, è convivere con lei di nuovo, questi due mesi via sono stati un tentativo di fuga fallito. Quando arriverò a casa non farò altro che stare in camera come al solito.

Arriva mia madre, prendo le mie cose, firmiamo i documenti di dimissione e in un batter d'occhio stiamo già per imboccare il viale.
Sento già il profumo di camera mia e la sensazione che mi trasmettono le coperte del mio letto.
Chiudo gli occhi pensando alla mia stanza, pensando ai poster appesi al muro...
Ma all'improvviso...

*CRASH*

-Che cazzo?!-

L'auto ha frenato improvvisamente e e sì è schiantata contro quella davanti, probabilmente il suo autista non era conscio delle sue azioni e guidava alla rinfusa.
L'altra auto entra letteralmente nel parabrezza e sfascia completamente il fronte, frammenti di vetro volano ovunque e alcuni si ficcano nella mia pelle.

-Merda! Sono appena uscita dall'ospedale e adesso questo?!-

L'uomo dell'auto davanti esce a fatica dal veicolo e scappa via urlando.
Io tra tutti i vetri sul sedile cerco di allungare il braccio alla portiera ed esco senza ulteriori lesioni.
Fortunatamente io ero nel sedile posteriore ma mia madre è rimasta succube dell'incidente.
Apro la portiera anteriore del lato passeggero e vedo uno spettacolo osceno di pezzi di vetro e sangue, recupero il mio zaino e la borsa di mia madre e mi allontano sul marciapiede.

Prendo il telefono cellulare di mia madre e chiamo i soccorsi.
Specifico dove ha avuto luogo l'incidente, tutti i dettagli necessari, ma dico che non ho partecipato all'incidente, l'ultima cosa che voglio adesso è tornare all'ospedale.

Non appena concludo la chiamata me ne vado e percorro quelle poche decine di metri fino a casa a passo accelerato, evitando lo sguardo dei passanti che vedono una ragazza piena di vetri ficcati ovunque.

Raggiungo la porta di casa mia e prendo velocemente la chiave, apro la porta ed entro.
Mi guardo intorno e penso che finalmente sono qui, dopo un sacco di avventure e disavventure.
Lascio giù le cose, tolgo le scarpe e mi dirigo in bagno.
Il dolore dei vetri nella mia pelle inizia a farsi sentire di più solo ora che ci penso.
Tolgo i vestiti che per fortuna non sono totalmente imbrattati del mio sangue, sono ancora salvabili, lavo bene le mani e procedo a togliere tutti i pezzi di vetro conficcati nella mia carne

Una volta finita questa tortura vado sotto la doccia per ripulirmi dei frammenti più piccoli rimasti nelle ferite. Dopo, ancora bagnata, evoco Black Mamba e curo i tagli uno per uno.

Time skip

Indosso dei vestiti comodi: pantaloni della tuta e felpa senza cerniera.
Mi siedo sul divano a pensare.

Ma che cazzo è successo? È stato tutto troppo improvviso, usciamo dall'ospedale, entriamo in macchina, mia madre la mette in moto e partiamo.
E dopo poco boom! Così, come niente.
Mia madre sarà morta sicuramente... non so nemmeno cosa provare a riguardo.
Il nostro rapporto era come quello di due sorelle, a differenza che lei pagava le bollette.
Esattamente come delle sorelle, sapevamo tutto l'una dell'altra, ogni tanto ci aiutavamo (ogni tantissimo), parlavamo di cose nostre che l'altra non poteva capire, avevamo poche cose in comune e soprattutto non facevamo altro che litigare.

By your side~(Jotaro X Reader)Where stories live. Discover now