3. Un altro punto di vista

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Mio padre era fiero di me.

Anzi, di sé stesso. Per aver "creato" qualcuno degno di prendere il suo posto.

A quindici anni le cose hanno iniziato a cambiare.

Non mi piaceva essere guardato.

Il mondo del cinema, una volta che ci sei dentro, ti impone delle regole ben precise. Innanzitutto, devi avere un bel viso. Il pubblico è attirato da chi è bello, e ciò viene anche prima del talento. Poi - per essere bello - viene richiesto anche un...fisico adatto.

E a me non è mai piaciuto il mio corpo.

Quando ero piccolo non ho avuto problemi del genere, mio padre seguiva rigorosamente la mia alimentazione.

Ma, a quindici anni, qualcosa dentro di me è cambiato.

Era tutto troppo per me, non riuscivo più a sopportare il peso di quello che era successo, ero solo un adolescente.

Mi ero addossato la colpa di tutto.

Ho cercato di stare meglio attraverso il cibo. Ho iniziato a mangiare...troppo.

Troppo, troppo, troppo.

Non ne avevo mai abbastanza, mangiavo sempre di più, io davvero non avevo idea di come fermarmi o di rallentare, ma...

Mi sentivo uno schifo.

Brutto.

Ero inguardabile.

Sono ingrassato in pochi mesi, mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo nemmeno.

Avevo sedici anni.

Non accettavano quel tipo di fisico per un attore.

Mi sono preso una pausa dal cinema.

Dal cinema e, in generale, dalla vita.

Mio padre cercava di aiutarmi, ma a me non importava del suo supporto, dopo quello che aveva fatto.

Mi hanno detto che ci sono momenti nella vita in cui la compagnia gioca un ruolo fondamentale. Eppure io non volevo nessuno.

Ero completamente solo.

Per scelta, però. Perché gli amici li avevo.

Ma io non mi sentivo degno della loro gentilezza, della loro amicizia.

Per cui, li allontanavo.

Ho trovato la mia forza in quelle sere dove per vincere avevo solo me stesso.

Non c'è nessuno, mi ripetevo.

Nessuno ti accetta, non più.

Non riuscivo più ad accettarmi, non uscivo di casa, non volevo vedere nessuno.

Facevo entrare in camera solo mio fratello Touya.

Ma, nonostante ciò, non gli dicevo mai nulla. Non accettavo i pasti che cercava di farmi mangiare, non rispondevo alle sue domande.

Quindi lui si limitava a stare lì, seduto accanto al mio letto, a cercare di farmi compagnia.

A guardarmi mentre mi distruggevo da solo.

THE ONE THAT GOT AWAY ─ tddkWhere stories live. Discover now