Genshin Impact one shots

Thoma×fem!reader -parte 1

warnings: nessuno
tipo os: fluff, modern AU
pronomi: she/her
art credits: @/sapzuu on Instagram

T/N POV
"Sì, mamma tutto ok"
"Sì- mam- sto be- MAMMA TUTTO OK"
Silenzio dall'altro lato del telefono.
Quello sì che era preoccupante. Mamma in silenzio.
"Emh...no mamma, scusa non volevo urlare"
Allontano un po' il telefono dall'orecchio visto che mia madre aveva cominciato a urlare.

Avendo cominciato oggi il nuovo lavoro mia madre voleva, ovviamente, sapere come fosse andata, se i colleghi mi avessero trattata bene e varie domande che tutte le madri ansiose farebbero ai propri figli.

In poche parole era andato tutto bene, non era successo niente di particolare e nessuna celebrità era entrata e aveva dichiarato il suo amore incondizionato verso di me. E pensare che stavo aspettando Leonardo Di Caprio alle 9 stamattina...
Ma tra l'altro cosa dovrebbe mai succedere in una caffetteria frequentata da studenti universitari oltretutto in un periodo in cui non ci sono lezioni? Assolutamente NI-EN-TE.
La noia più assoluta, 4 ore di lavoro al mattino giusto per avere un po' di indipendenza economica, ma conoscendomi avrei fatto qualche danno di lì a poco.

una settimana dopo
"Mannaggia a me e quando ho scelto di andare all'università..." dico spegnendo la sveglia che segnava 6:30. Anche se le lezioni iniziavano alle 8 io mi sarei sempre dovuta svegliare un'ora e mezza prima, giusto il tempo tecnico di svegliarmi del tutto mentre mi preparo.

Passare gli esami era stato qualcosa che nemmeno Dante nei suoi gironi infernali aveva affrontato.
Le lezioni come sarebbero state? C'era solo da scoprirlo.

Arrivata all'università, che era circa 10 minuti a piedi dal monolcale in cui stavo, chiedo informazioni su come trovare l'aula in cui si sarebbe svolta la prima lezione.
Una volta raggiunta mi siedo e accendo il computer che avevo portato per prendere eventuali appunti sulla lezione.
Essendo circa 15 minuti in anticipo, la stanza era praticamente vuota. Prendo il telefono e decido di mandare un messaggio ai miei genitori dicendo di essere viva, sarebbero capaci di farsi 700 km per venire a vedere se sto bene nel caso in cui io non risponda ai loro messaggi o se non sanno dove io sia.
Ma questa è una storia per un'altra volta haha...

Mi perdo nel mio feed di Instagram e sento qualcuno sedersi alla mia sinistra, mi giro per vedere che era un ragazzo dai capelli azzurri e lunghi.
Decido di presentarmi.
"T/n T/c, molto piacere"
"Il piacere è mio, sono Kamisato Ayato."
Ci sorridiamo a vicenda.
Mi accorgo che dietro di lui c'era una ragazza con i suoi stessi capelli.
"Sono Kamisato Ayaka" dice sorridendomi.
Sono fratelli, me lo ricorderò.
"Il piacere è tutto mio" dico sorridendo a mia volta.
Finita la prima lezione faccio per alzarmi quando mi sento chiamare.
"T/n?"
Mi giro per vedere che mi aveva chiamata Ayaka.
"Oh, Ayaka! Dimmi pure"
"Ti andrebbe di pranzare con noi? Sempre se non hai già altri impegni ovviamente"
"Certo! Mi farebbe molto piacere" dico annuendo.
"Adesso devo andare alla prossima lezione, ci vediamo all'ingresso A alle 13:20, va bene?" le chiedo.
"Va bene, a dopo allora"

Corro, anzi volo, fuori dall'aula per dirigermi alla lezione successiva.

timeskip alle 13:20
Non avendo i numeri di Ayato o Ayaka non potevo avvisarli del mio ritardo, ma faccio il più velocemente possibile e arrivo con soli due minuti di ritardo. Anche se di loro due ancora nessuna traccia. Vedo un ragazzo biondo uscire e avvicinarsi a me.
"Scusa sai che ore sono?" mi chiede preoccupato
"Oh, sono le 13:23" gli rispondo cortesemente
"Grazie mille" dice sorridendo e salutando con la mano mentre si allontana.

Qualche minuto dopo arrivano anche i due fratelli.
"Scusaci per averti fatto aspettare, il professore mi voleva parlare e Ayato mi ha aspettata fuori dalla classe" dice Ayaka con la mano dietro la nuca.
"Non vi preoccupate, nessun problema!" rispondo sorridendo
"Avevate già idea di dove andare a pranzo?" chiedo
"Sì, c'è un nostro amico che ci aspetta in un ristorante di ramen qua vicino" mi risponde Ayato
"Aaaah stupendo! Volevo mangiare ramen da non so quanto tempo!" dico felice
Finito di parlare ci dirigiamo verso il ristorante.

Mentre camminiamo i due fratelli parlano tra di loro di questioni familiari quando mi ricordo che ho già sentito il cognome Kamisato da qualche parte, ma non ricordo dove...
"È possibile che io abbia già sentito il vostro cognome da qualche parte?" dico dopo aver rimuginato un po' se chiederlo oppure no
"Può darsi la Kamisato Tech.?" dice Ayaka
"Oh, sì! È vero, e pensare che ho anche un computer della Kamisato Tech. ahahah" dico sentendomi un po' a disagio per la domanda stupida.
Prendo il telefono dalla tasca per mandare un messaggio a mia madre dicendole che stavo andando a pranzo.

Qualche minuto dopo entriamo al ristorante e vedo il ragazzo di prima che saluta nella nostra direzione, intuisco che è l'amico di cui mi stavano parlando prima Ayato e Ayaka e li seguo al tavolo.

Pranziamo parlando del più e del meno, io seduta accanto ad Ayaka e l'amico, che ho scoperto chiamarsi Thoma, e Ayato di fronte a noi.
Ho scoperto che Thoma conosce i fratelli da quando sono piccoli, spesso andavano a casa sua e lui si prendeva cura di loro, essendo due anni più grande di Ayaka. Io e Ayato abbiamo entrambi 22 anni, Ayaka 21 e Thoma 23.
Ci alziamo dal tavolo e andiamo a pagare. Dopo essere usciti decido di chiedere i loro numeri così che possiamo contattarci. Chiacchieriamo un po' mentre camminiamo per tornare ognuno a casa propria.
"Io devo andare da questa parte" dico ai tre ragazzi "Ci vediamo domani?"
"Va bene, a domani" dice Ayaka sorridente.
Thoma mi guarda
"Anche io devo andare di qua" e sorride
Saluto i fratelli e ci incamminiamo insieme. La camminata è stata silenziosa, un silenzio confortevole.
Vedo Thoma che indica un palazzo dall'alto lato della strada
"Io sto in quel palazzo, tu?" si gira verso di me
"Ah, veramente anche io"
"Davvero?" sembra felice
"Sì, al terzo piano"
"Io sono al primo"
"Significa che ci beccheremo la mattina allora" ridacchio leggermente

Entriamo e ci dividiamo per andare ognuno nel rispettivo appartamento.