capitolo novedue - 4

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Ti ga visto come siamo dei tosi cattivi? 

Mi accolse il Maestro quella mattina del 17 Settembre 1992... Immaginai io che fosse per il quanto successo il giorno prima con la svalutazione estemporanea della Lira e della Sterlina frutto delle speculazioni internazionali che portarono entrambe le monete ad uscire dallo SME , il Sistema Monetario Europeo (detto anche Serpente Monetario), che fino ad allora e per alcuni anni aveva governato i tassi di cambi tra le monete europee mantenendole in una forbice rispetto ad un valore centrale di +o- 2,25% su base annua.

Perché "tosi cattivi"? Beh a giudicare dai titoloni di tutti i quotidiani, incluso il nostro, pareva che i cattivi Italiani tutti e solo spaghetti e mandolino, non erano stati in grado di restare nemmeno dentro questa forbice e al sopravanzare di un debito pubblico già  ormai quasi ingestibile, non sarebbero stati capaci di usufruire delle innumerevoli e mirabolanti meraviglie che l'Europa ci stava fornendo e che ci avrebbe dato da lì in poi...

Questo nei titoloni dei giornali... In realtà, sin da subito fu evidente che questo immane disastro era stato causato principalmente da una gigantesca speculazione finanziaria di un non ancora noto finanziere americano di origine ungherese (George S.) che vendendo Lire per oltre 10 Miliardi di Dollari equivalenti ed acquistando valuta forte, indebolì la Lira a tal punto che così non potè fare nulla per riuscire a restare nei parametri, così che questo sbilanciamento al ribasso costrinse l'Italia ad uscire dallo SME.

Questa la breve disamina che il Maestro mi condivise in una sua breve nota scritta di suo pugno la mattina prima che io giungessi in redazione.. 

Ed alla mia domanda : ma chi è questo George S. ? mi rispose molto laconico.... ti ga sentirai parlar ancora e tanto de questo furfante...

Fatto sta che in quell'anno in cui cadeva il governo sotto i colpi di tangentopoli, avevamo perso 2 dei giudici migliori che la repubblica potesse vantare , la Mafia iniziava a minacciare direttamente lo stato, neppure quella che sembrava a quel momento l'unica ancora di salvezza cui aggrapparsi, e cioè l'Europa, pareva più un approdo così sicuro a cui affidarsi come il breve opuscolo del Maestro laconicamente denunciava...


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