Trentuno

2.5K 95 16
                                    

Skylar's POV

Qualcosa stava strisciando sulla mia scarpa.

Questa fu la prima cosa che pensai quando ripresi conoscenza, sbattendo le palpebre e cercando di aggiustare la vista, il che si rivelò un fallimento perché dovunque fossi, era buio pesto. Troppo buio. E c'era qualcosa che si muoveva vicino alla mia caviglia.

Naturalmente, urlai. Il che fu nuovamente un totale fallimento dato che mi ritrovai imbavagliata.

"Puoi abbassarlo." Qualcuno sussurrò vicino a me e rimasi in silenzio quasi all'istante, spalancando gli occhi mentre mi guardavo intorno. "Le tue mani non sono legate."

C'era qualcuno qui con me. Non ero sola. Mi sporsi in avanti e gemetti, chiudendo gli occhi quando mi resi conto che il panno intorno alla mia bocca era in qualche modo incastrato nel ruvido muro di cemento dietro di me, e non mi permetteva di muovermi. Ma sì, le mie mani non erano legate e tremarono mentre le portavo alla bocca, abbassando frettolosamente il bavaglio finché non si fermò vicino al mio collo.

"Cosa--" tossii, premendo i palmi delle mani a terra mentre mi alzavo. Ogni movimento sembrava uno sforzo troppo grande. Mi sentivo come se i miei polmoni fossero pieni di pietre e le mie braccia fossero fatte di piombo. Troppo fottutamente pesante.

Sentii uno sguardo perforarmi da qualche parte al mio fianco e trasalii appena mi spostai. "Chi sei?" Chiesi.

Non ci fu risposta. Sapevo che c'era qualcuno lì, però. La voce era suonata stranamente timida. Stanca. Ed ero abbastanza sicura che fosse la voce di una ragazza.

Provai a muovere la gamba destra ma qualcosa era legato intorno alla mia caviglia, qualcosa di pesante. La paura iniziò lentamente a stabilirsi mentre iniziavo a ricordare. Blake, Alexis e io. Dov'erano? Erano stati catturati anche loro o erano riusciti a scappare?

"Cazzo," sussurrai mentre controllavo le tasche. Niente pistola, niente coltello. La persona che deve avermi gettato qui, in questa stanza o qualunque cosa fosse questo posto, doveva avermeli portati via. Era stato Felix? L'avevo sentito, no? "Non posso...non riesco a muovere la gamba."

"È solo una catena." La ragazza sussurrò di nuovo, anche se questa volta era forse un po' più forte. Non poteva essere seduta a più di qualche metro da me. Anche lei era legata?

Spostai di nuovo la gamba, allungando la mano fin dove me lo permetteva la stoffa attorno al collo, e quando le mie dita si chiusero attorno a una catena, una catena di metallo, mi resi conto che aveva ragione. Anche se non ci fosse stato quel bavaglio che mi teneva la testa all'indietro, la pesante catena intorno alla caviglia non mi avrebbe lasciato andare troppo lontano.

Ci fu un movimento alla mia destra e mi bloccai. Un leggero fruscio e la ragazza parlò di nuovo, "Come ti chiami?"

"Skylar." Fissai la direzione della sua voce, aggrottando le sopracciglia quando quasi riuscii a distinguere le sue braccia curve avvolte attorno alle sue ginocchia e i lunghi capelli appoggiati sulle sue spalle. Non riuscivo a distinguere bene il suo viso, ma la sfumatura dei suoi capelli era chiara. Bionda? "Sono...sono Skylar."

Mormorò piano. "Rena".

Premetti la schiena contro il muro, gli occhi spalancati per la sorpresa. Oh.

"Rena?" La mia voce si ridusse a un sussurro teso. "Se...qui." Caden, il mio cervello urlò. Alex. E il mio cuore soffrì. Dio, volevo essere fuori di qui.

La ragazza, Rena, fece un lieve sospiro. La sua voce aveva un che di tagliente in questo momento in cui ffermò, "Sembra che tu mi conosca."

"I..." Ti conosco, quasi dissi. "Da quanto tempo sei qui?"

Lost Heart | ✔ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora