Trenta

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Non ricordo di aver avuto così tanto mal di pancia in tutta la mia esistenza. La colpa è dell'ansia, ne sono sicura, le quindici alette di pollo che mi sono mangiata a pranzo non c'entrano niente, quelle mi hanno solo dato energia per affrontare questo giorno terribilmente disastroso.

Ebbene sì, oggi é il suddetto giorno del ballo. É vero: l'ho atteso trepidante anch'io, continuando ad aprire e chiudere l'anta del mio armadio-casino per poter osservare l'abito elegante riposto con cura in esso, ma ora che é il gran giorno... Dio santissimo! Sto morendo di paura!

Mi siedo in un angolo del materasso con il mio diario stretto sul petto e le gambe che non smettono di tremare. Sono le 19:00 e alle 19:30 Charlie passerà a prendermi per essere a scuola alle 20:00 in punto.

La festa si terrà nella palestra, l'unico luogo abbastanza grande per farci stare tanta gente, e in particolar modo anche casse per la musica e l'impianto del DJ. Non ho idea di come sarà la festa, né tantomeno quali attività si svolgeranno. Non so niente di niente, mi sento un'ignorante.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso lo specchio, dove mi guardo per l'ennesima volta e mi sistemo meglio il vestito e l'acconciatura. Mentre lo faccio, mi torna in mente la frase detta da Penny quel giorno al negozio di vestiti: «Sembri un'altra persona». Nonostante l'abbia già fatto, non posso che concordare nuovamente con lei, soprattutto ora che, oltre al vestito, sono anche truccata e acconciata in un modo completamente diverso da quello di "Zilla la scopofobica".

Sospiro, continuando a fissare quel riflesso che tanto mi pare diverso dal mio originale. Ho i capelli raccolti in uno chignon basso, tenuto ben fermo da alcune forcine brillanti che sbrilluccicano fra i miei capelli, dandomi quasi l'impressione di essere diventata una strobosfera. Ma nonostante queste ultime, alcune ciocche ribelli sono comunque riuscite a sfuggire da quel groviglio di capelli, andandosi a depositare ai lati del mio viso. Devo stare attenta a non farmele beccare da mia madre... Se solo le vedesse, prenderebbe sicuramente quattro chili di lacca o gel per incollarmi mezza testa. Le ho già miracolosamente permesso di truccarmi con tanto di eyeliner, mascara e rossetto, nonostante abbia rischiato di farmi cavare un occhio da lei per più volte, intenta a dipingere la mia faccia con quei razza di aggeggi infernali chiamatosi applicatori. Una cosa però sono riuscita a imparare durante quelle interminabili ore di tortura, composte di frasi del tipo «Apri gli occhi», «Chiudi gli occhi», «Fai così con le labbra» e «Bene adesso guarda in su, guarda in giù e dai un bacio a chi vuoi tu»: il trucco non fa per me.

Torno a sedermi sul letto. Mi sento un po' come una di quelle principesse sconsolate, in cerca di un lato positivo da trovare per poter dire di avere una vita felice e non di merda.

Riacciuffo il mio diario e lo apro sulla prima pagina bianca disponibile.

3 Giugno

Non mi sono mai sentita così diversa in vita mia. Non dico solo dall'aspetto esteriore, ma anche dallo stato interiore. E' tutto così strano... Mi sembra così assurdo. Una volta ero una ragazza che indossava felpe e leggins tutti i giorni per dimostrare alle persone il suo finto essere "normale", ora, invece, sono una ragazza che sta per andare una festa vestita come una diva.

Questo non fa che farmi pensare solo a quanto io sia cambiata, con il mondo, con gli altri. Non ho idea se in meglio o in peggio, ma credo di saper stilare una piccola lista di lati positivi a riguardo.

Forse mi sono da sempre sbagliata... Forse io non sono una ragazza destinata a rimanere sola e con centinaia di gatti in casa. Forse avrò anch'io un mio futuro... Forse riuscirò ad aprirmi in modo migliore con gli altri... Non ho idea di cosa mi aspettarà in futuro, è troppo vasto per capirlo, ma una cosa la posso dire con certezza: c'è un modo per uscire dalla società, per liberarsi dalle catene che ci imbrigliano, e non è il nascondersi per non essere acciuffati, ma l'essere acciuffati per non nascondersi. Perché una volta che le persone capiscono chi sei, nelle tue fragilità e nei tuoi punti di forza, nulla, e dico nulla, può abbattere ciò che sei veramente, cambiando le tue personalità e le tue emozioni solo per il gusto di "stare alla regola".

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