Merda. Merda, merda, merda! Perché sono maledettamente idiota?! Perché non riesco a tenere a bada la mia linguaccia?! Quello di Charlie era un modo per iniziare una conversazione imbarazzata che sarebbe andata poi a sfociare in un invito! Peccato che io l'abbia troncata fin da subito senza starlo minimamente ad ascoltare. Sono una scema, una scema che tiene in mano un fiammifero acceso vicino a un erogatore di benzina!

Mi scosto da lui, impanicata, sento le guance come carboni ardenti e il cuore che mi sta esplodendo in petto per l'agitazione.

«No ma... Cioè... E' un grandissimo evento a cui vorrei partecipare da anni... E... E tutto quello che ho detto prima è fondato solo sulle false opinioni di una ragazza disturbata...»

«Zilla, finiscila...».

Mi arresto, così come l'assurdo e vergognoso tentativo di rimediare all'irrimediabile.

«Charlie, scusa, non volevo dire quelle cose. Non ho ragionato e...»

«Non ti preoccupare» fa un leggerissimo sorriso ammaccato, che non riesce a tranquillizzarmi nemmeno per un po'. Anzi, sento di stare per agitarmi ancora di più. «Non sei obbligata a venire, davvero. La mia era solo una proposta, ma avevo comunque immaginato che tu non saresti venuta... Insomma... Tu non sei decisamente il tipo da questi eventi, no?».

Le sue parole mi feriscono in un certo modo, anche se non ho idea del perché. Mi sento come sottovalutata. Già, proprio sottovalutata, come se non avesse riposto un briciolo di fiducia in me fin dall'inizio. Ma mi rendo conto che tutti i miei sentimenti sono immotivati... Insomma, non posso mica prendermela con lui solo perché ha detto una cosa vera, ma che non volevo sentirmi dire, se lo facessi risulterei, oltre che a una deficiente egocentrica, un'infatile di prima categoria.

Rimango così muta a riflettere, rigirandomi i pollici in preda a un caos interiore mica da ridere. Se mai qualcuno dovesse vedermi così, a pensare intensamente, non esiterebbe a credere che io fossi una sottospecie di monaca buddhista alla ricerca della risposta alla domanda "che cos'è la vita e a cosa minchia serve".

Una cosa però mi differenzia dai monaci buddhisti: non sono tranquilla, anzi, sono proprio incazzata, anche se so che tutte queste riflessioni sono solo delle bambinate incredibili.

Cerco di resistere, di calmarmi, ma alla fine un certo orgoglio personale, di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, emerge dai cumuli di fancazzismo e noia che riempiono il mio esile corpo destinato a spegnersi, prima o poi.

Devo dimostrare a Charlie che posso farcela. O meglio, ne ho bisogno.

«Verrò. Verrò alla festa con te».

Charlie sgrana gli occhi e si allarma. «Non devi sentirti in obbligo, Zilla, davvero. A me non importa più di tanto di questa festa era solo una sciocca proposta e... Avevo solo pensato di lanciare l'idea... E poi ti ricordi che è successo alla festa di Eric? Non voglio che accada solo perché tu...»

«Non mi sento in obbligo, infatti» lo interrompo «voglio semplicemente provare qualcosa di nuovo».

Non definirei ciò che ho detto come una scusa, piuttosto come uno spunto che terrò in considerazione per andare alla festa senza lamentarmi e specialmente disperarmi.

Charlie mi fissa sorpreso, ma riesco a leggere dal suo sguardo che sia preoccupato per me. Fa per aprire bocca e dire qualcos'altro, ma il suono della campanella di fine intervallo lo blocca, aprendomi automaticamente la via di fuga. Sorrido e gli do un bacio veloce.

«Non vedo l'ora di vederti in smoking».

Esco velocemente dalla biblioteca, senza dargli un minimo tempo di reazione, e mi rifugio svelta nella mia classe. Poco prima di sedermi al mio posto prendo il cellulare dalla tasca della felpa e scrivo un messaggio a Penny.

La Fantasma ~E l'articolo NON é sbagliato~Where stories live. Discover now