𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗏𝖾𝗇𝗍𝗂𝗍𝗋𝖾̀

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Il sonno profondo di Haru viene interrotto dal freddo che accarezza la pelle nuda del suo corpo per metà fuori dalle coperte, esse arrivano poco più in alto di metà schiena rimanendo sempre nello stesso posto nonostante i movimenti continui che accompagnano il risveglio della ragazza.

Le braccia di quest'ultima avvolgono con affetto il cuscino del posto accanto ora rimasto vuoto, dove si vedono chiaramente i solchi sul materasso ricoperto da un copriletto bianco, su cui è impregnato ancora il profumo inebriante e dolce del giovane con cui ha passato la notte.

Le palpebre della corvina faticano ad aprirsi a causa del potente mal di testa, causato dalla troppa assunzione di alcol della sera precedente, impedendole di accorgersi dell'assenza di Yeonjun per concentrarsi solo ed unicamente a riprendersi dal senso di stordimento.

Con cautela alza il busto, ignara di essere quasi completamente svestita per rendersene conto solo quando, assieme all'adattamento della vista, le ritornano pure i ricordi.

Essi sono talmente vividi da provocarle imbarazzo alla sensazione del tocco delicato delle mani di lui su ogni centimetro del suo fisico, il quale si chiude in se stesso fino a diventare un piccolo punto nell'enorme spazio del letto a due piazze.

Le guance arrossate vengono accarezzate e torturate dalle mani che si strofinano prepotentemente sul viso, come per scacciare via i flashback dei momenti in cui il suo comportamento spavaldo ha preso il sopravvento, dandole il via libera per affrontare un passo così importante che non era mai riuscita a compiere con nessuno prima di lui.

"Quelle frasi sconce non possono essere uscite davvero dalla mia bocca" sussurra, passando stavolta a scompigliarsi i capelli, i quali nascondo in parte il largo e compiaciuto sorriso che non può fare a meno di apparire al pensiero di essere stata assieme al ragazzo di cui è follemente innamorata.

Una lotta interna divide la giapponese a metà: non sa se gioire per l'accaduto o rimuginare sulla vergogna di aver esposto il suo lato più debole.

Questo conflitto si abbatte in parte sul suo labbro inferiore, torturato nervosamente assieme alle unghie per alleviare l'ansia in aumento.

"Se è successo è perché anche lui è interessato, giusto?" si domanda sottovoce, raddrizzando la schiena per darsi un contegno e trovando quel poco di coraggio rimasto per voltarsi e affrontare il diretto interessato, purtroppo non presente.

Tutto di Haru si incupisce, a partire dal suo sguardo, spentosi nel momento in cui scorge il lenzuolo dall'altra parte ripiegato come il suo stomaco alla vista della camera immacolata e priva dei vestiti del moro che dovrebbero essere abbandonati a terra per via della foga con cui se li è tolti.

"Ti prego, non di nuovo" sussurra, riferendosi alla sua ultima relazione andata male a causa delle sue insicurezze e paure riguardo all'intimità.

Il suo ex fidanzato l'aveva abbandonata la mattina successiva, infastidito di non aver potuto concludere nulla e di essere stato rifiutato per l'ennesima volta; questo per la giovane dai capelli corti è stato un vero e proprio trauma, portandola a colpevolizzarsi per la sua eccessiva timidezza e a definirsi una codarda per non essere riuscita a lasciarsi andare come avrebbe dovuto.

Ella si alza di scatto, muovendo la testa da una parte all'altra nella speranza di vederlo uscire dalla porta del bagno o di trovarlo in cucina ma, per quanto i suoi occhi lo cerchino con disperazione, di lui non c'è traccia.

"Yeonjun non è come gli altri, non farebbe mai una cosa simile, non mi lascerebbe sola" nonostante l'animo pessimista, vuole sperarci e credere di aver incontrato una persona speciale, perciò con calma ritorna in camera e si veste, cercando di scacciare via dalla mente i brutti pensieri e intenzionata a ripercorrere gli avvenimenti di poche ore prima.

𝖳𝗁𝖾 𝖦𝗋𝖾𝗒-𝗁𝖺𝗂𝗋𝖾𝖽 𝖻𝗋𝗈𝗍𝗁𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora