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Davanti alla villa dei Black, Leila si sentiva come se la sua anima stesse lentamente lasciando il corpo.

Vedendo l'espressione nervosa sul suo volto, il ricciolino intrecciò le loro dita e le diede una stretta di mano.

"Va tutto bene, amore. Sono qui, non preoccuparti. Sono qui al tuo fianco, non hai nulla da temere".

"Ok", annuì lei, rilasciando un respiro tremante.

"Non sembri così sicuro di te", le chiese alzando un sopracciglio.

"Forse perché non lo sono".

"Dai, qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere?".

Fece scattare la testa verso di lui, fissando il ragazzo con occhi spalancati.

"Perché hai dovuto chiederlo? Ora sono ancora più ansiosa".

"Calmati, allora. Sei già arrivata fin qui, puoi farcela. Sarà tutto finito prima ancora che tu te ne accorga, fidati".

"Ti prego, non lasciarmi sola".

"Non ti mentirò, ora comincio a sentirmi un po' offeso", lui strinse le sopracciglia. "So che non hanno la migliore reputazione, ma non è che ti uccideranno o altro".

Abbassò lo sguardo a terra con un broncio.

"Mi dispiace..."

Regulus si lasciò sfuggire un sospiro alla sua vista.

"Non c'è problema. Andiamo dentro, va bene? Starai bene".

La Tassorosso annuì, poi i due cominciarono a camminare verso l'ingresso.

Quando raggiunsero le porte d'ingresso, queste si aprirono automaticamente senza che ci fosse nessuno.

"Mamma, papà!" gridò. "Siamo arrivati!"

La ragazza si sistemò velocemente i capelli e i vestiti mentre li aspettavano.

"Regulus!" Sua madre fu la prima a mettere piede nella stanza per salutarli, suo padre la seguì un secondo dopo.

La donna si avvicinò a loro, avvolgendo al figlio in un abbraccio.

"Ciao, mamma", la salutò, poi si staccò e mise una mano dietro la schiena della ragazza. "Lei è Leila. Leila, questa è mia madre".

"È un piacere conoscerla, signora Black", chinò leggermente il capo, non sapendo bene cosa fare.

"Altrettanto, ma puoi chiamarmi solo Waldburga, cara", le offrì un sorriso gentile.

Nel frattempo, anche l'uomo si avvicinò a loro.

"Padre, questa è Leila", ripeté. "Leila, lui è...".

"Orion Black", si presentò con un'espressione vuota.

Lei s ussultò, sentendosi intimidita da quell'uomo.

"Piacere di conoscerla, signore", annuì.

"Bene", Waldburga batté le mani. "Perché non vi togliete i cappotti così ceniamo?".

"Certo", annuì Reg.

I genitori se ne andarono, lasciandoli soli nella stanza.

"Stai andando benissimo", sussurrò lui.

"Mi sono solo presentata, però", aggrottò le sopracciglia mentre si toglieva il cappotto.

"Comunque", disse lui, prendendo il cappotto e appendendolo per lei. "Vieni, andiamo in sala da pranzo".

I want to marry you- Regulus BlackWhere stories live. Discover now