Mi siedo su uno degli sgabelli di fronte al bancone e aspetto che uno dei camerieri venga a prendere le ordinazioni per chiedere un Caipiroska. Arriva molto presto: è un ragazzo molto giovane, capelli ricci e dorati e molto presto mi porge ciò che gli ho ordinato.
Tiro un sospiro di sollievo e sento i miei nervi rilassarsi parzialmente una volta mandato giù un sorso. Abbasso le palpebre per estraniarmi dal resto del mondo e godermi ancora di più la situazione.<<Cosa le porto?>> domanda nuovamente il cameriere e mi appresto a dirgli che per il momento sto bene così. Fortunatamente sto zitta e mi risparmio la figura di merda. Apro gli occhi e capisco che quelle parole non erano indirizzate a me, ma ad un ragazzo al mio fianco. Ha i capelli neri e lisci, spettinati tendenti al mosso, e gli occhi neri. Si gira a guardarmi e abbassa lo sguardo sulle mie mani. Si sofferma sul bicchiere e sembra ponderare la sua scelta.
<<È un Caipiroska quello?>> domanda e non aspetta una risposta. A volte davvero mi stupisco di questo genere di persone. Perché ogni sacrosanta volta che mi trovo in queste situazioni, la mia mente riesce a elaborare soltanto una frase, una domanda per la precisione. E in alcuni momenti sono stata anche abbastanza tentata di porla ai miei interlocutori, ma a detta di mia madre sarei sembrata rozza e sgarbata.
Che cazzo chiedi a fare?
<<Ne prendo uno anche io>> riferisce al cameriere. Si gira verso di me e allunga la mano. <<Piacere Cole>>
Lo studio un secondo prima di stringergliela e presentarmi a mia volta. <<Catherine>>
Mi sorride passandosi una mano tra i capelli. <<Brutta giornata Catherine?>>
Annuisco mestamente bevendo un altro sorso. <<Brutta giornata>><<Tu invece? Sei un alcolizzato o c'è qualcosa che ti spinge qui alle quattro di pomeriggio?>>. Sospira e porta alla bocca il bicchiere, non appena il cameriere lo posa davanti a lui, prima di darmi una risposta <<Brutta giornata>> annuisco ancora finendo di bere.
Mi schiarisco la voce <<Mi scusi>> chiamo nuovamente il ragazzo del bar <<Potrei avere un Vodka Lemon?>> domando.
<<Due>> fa eco Cole al mio fianco. Però, ho trovato un compagno di bevute. Nel peggiore dei casi trascorrerò i prossimi tre mesi bevendo.
Non passano neanche due minuti prima che il cameriere appoggi i due bicchieri davanti a noi. Ne afferro uno in contemporanea con Cole. Ci guardiamo pochi secondi, poi alziamo le spalle e facciamo scontrare i due bicchieri di vetro che producono un leggero tintinnio.
Salute.La situazione comincia a migliorare. Morale della favola? L'alcol è la soluzione giusta a tutti i problemi.
***
<<Tieni Catherine>> Cole mi allunga l'ennesimo cicchetto di vodka. Sento che dovrei fermarmi, ma non lo faccio. Questa situazione mi sta facendo dimenticare tutti i miei problemi e a me sta bene così. Sono felice. Cole è un ragazzo molto simpatico.
Ho scoperto che è italiano, ha dieci telefoni e due dita. Ah no, aspetta. Forse il contrario. Non posso assicurare niente, ma sono abbastanza certa che si tratti del contrario. Prendo il bicchierino che mi porge e lo mando giù sotto gli occhi scioccati e sgranati del barista che dopo due ore è costretto a rimanere dietro il bancone e portarci ciò che gli chiediamo. Sinceramente un po' mi dispiace, ma in questo momento è un dispensatore di felicità. Un poco come Babbo Natale, con qualche secolo in meno, i capelli biondi e un fisico niente male.
<<Okay, okay>> cerco di riprendere il controllo di me stessa <<Molto bene, forse sarebbe meglio fermarsi un attimo>> chiudo gli occhi per mantenere la concentrazione e formulare frasi di senso compiuto.
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Under the same night sky
Mystery / Thriller«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa avrei potuto chiedertelo» Lo blocco. «Mi ricordo quello che ti ho detto, dimmi pure» Inizialmente non parla, sembra sul punto...
3. Brutta giornata
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