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"Secondo te Merlino amava Artù?" chiese Christian comodamente sdraiato accanto a Mattia sul prato.

"Che domanda è" rise l'altro perplesso giocando con un filo d'erba.

"Come che domanda è, mi pare semplice. Ti ho chiesto se leggendo quelle storie ti sia mai venuto in mente che Merlino potesse provare qualcosa per Artù."

"Non ci ho mai pensato, però in effetti potrebbe essere così: avrebbe fatto di tutto per lui, anche sacrificare la vita."

"Allora non siamo gli unici, vedi?"

"Loro però non si sono mai dichiarati."

"Non lo puoi sapere, nessuno lo saprà mai. Tra le righe però secondo me si capisce... Siamo un po' io e te." Gli sorrise dolce prima di sfiorargli il naso con il suo.

"Io sono Artù quindi?"

"Sì, perché io mi rivedo molto in Merlino. "

"cioè?"

"Ha sempre creduto in lui, anche quando tutti sembravano non farlo. Ci ha visto in nuce quello che sarebbe diventato il modello del sovrano perfetto. Io ho fatto la stessa cosa e darei la vita per te; non perché te lo devo ma perché lo voglio."

A quelle parole il cuore di Mattia prese a battere più forte: era forse una delle più belle dichiarazioni d'amore che gli avrebbe mai potuto fare. Sapeva quali fossero i pensieri di Christian ma detti in quel modo ed in quel momento, lo fecero sentire la persona più amata al mondo.

Gli accarezzò il viso e lo baciò con tutto il trasporto di cui era capace. Non sapeva come altro esprimere la sua immensa gratitudine: lo aveva salvato tante volte e continuava a farlo ogni giorno.
Se si sentiva sicuro di se stesso era anche perché lui aveva sempre creduto nelle sue capacità e doti morali.

"Ti amo." gli sussurrò piano stringendolo. Ed era vero che nessuno li avrebbe mai potuti sentire in quell'angolo di mondo fuori dal tempo, ma lo era altrettanto che le cose belle vanno dette a bassa voce per non fare invidia agli dei.
E sicuramente quei due ragazzi avrebbero reso invidiosi molti per come si guardavano, si sfioravano e come si amavano.

"Io di più. Non sai quanto." chiuse gli occhi Christian, perché  una dichiarazione di tale portata non l'aveva mai fatta. Neanche quando gli aveva giurato fedeltà facendosi nominare cavaliere.

Non si era mai sentito tanto fragile come quando si parlava di Mattia. Si era spesso chiesto il perché, ma non l'aveva mai trovato veramente.
Era nato spavaldo e coraggioso come pochi uomini, addirittura tracotante quando si trattava di difendere i suoi ideali, ma per quel ragazzo biondo avrebbe rinunciato a tutto. Ed ecco che ritornava Lancillotto, il più nobile dei cavalieri della tavola rotonda, che rinuncia al suo onore per amore.

A quel punto era chiaro che per essere il migliore fra i migliori, non era necessario contare quanti nemici si fossero battuti, ma con quanto sacrificio ci si sarebbe dati per vincere battaglie molto più profonde.

Mattia lo baciò di nuovo senza troppe cerimonie e si stese su li lui poggiandosi sul suo petto. Sentiva il cuore di Christian battere forte e non si vergognò più di far sentire il suo.
Avevano passato ore a coccolarsi in quel modo per giorni, tuttavia fino ad allora nessuno dei due aveva ancora avuto l' ardire di fare il passo.
Non perché non avessero voglia, anzi, ma fare sesso li avrebbe compromessi per sempre: la sodomia era punita per legge, la stessa su cui avevano giurato entrambi.
Eppure non si sentivano degli assassini o dei ladri e questo era ciò che li faceva stare peggio: il fatto che, se si fosse saputo, avrebbero dovuto pagare per essere stati felici.
Quando cresci con dei valori è difficile poi combatterci perché,nel bene e nel male, fanno parte di te, o almeno di quello che sei stato.

La storia di un re - Mattia e Christian Where stories live. Discover now