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Andare a lezione non era mai stato così divertente da quando c'era Christian. Prima l'unica cosa che lo spingeva era la paura che il padre potesse arrabbiarsi; ora era tutto cambiato. Ci andava volentieri e l'idea di sfidarlo per sapere chi fosse il migliore era uno sprono.

Aveva trovato un compagno di giochi e di avventure e con lui sentiva di non essere più solo.
Quel ragazzino era diventato il suo migliore amico e la sua ombra in pochissimo tempo.
Condividevano tutto e Maria era contenta di vedere il figlio felice come non lo era mai stato.
Aveva avuto paura che si chiudesse in se stesso, circondandosi solo dei libri e degli adulti che si occupavano di lui, invece poi tutto era cambiato.
Era un bambino buono e un'anima sensibile che doveva solo essere compresa; voleva che vivesse la spensieratezza dei suoi anni e si perdeva a guardarlo correre per i giardini ridendo a crepapelle.

Gli era talmente affezionato da cercare in tutti i modi di averlo vicino. Arrivò anche a chiedere alla madre di farlo studiare con lui; non gli bastava vederlo solo per quelle tre/quattro ore al giorno, lui lo voleva con sé sempre.

"Mamma, posso portare Christian a studiare con me e il maestro Luigi?"
Gli chiese con una tale speranza in viso che Maria soffri nel negargli il permesso.
Christian veniva istruito dal suo precettore e non poteva condividere il suo maestro privato con lui. Enrico non avrebbe mai approvato.

"Non può. Lo vedi già durante e dopo le lezioni con la spada." Spiegò cercando di limitare la delusione palpabile del piccolo che prese a guardarsi i piedi sconsolato.
Era sempre stato un bambino buono e per nulla viziato nonostante avesse tutto. Non le aveva mai chiesto nulla in più di ciò che avesse e quella fu la prima volta che lo vide veramente fremere per qualcosa.

"Ok." Sussurrò appena.

"Però ho avuto un'idea. Se la madre dovesse diventare una delle mie dame di compagnia, verrebbe a vivere qui. Glielo chiederò e se accettarà avrai più spesso Christian vicino. Che dici?" Rilanciò la  madre e gli si lanciò incontro sorridente.
La risposta era decisamente chiara e dopo qualche secondo il principino era già per le scale che andava incontro a Christian e la madre.

"Ti devo dire una cosa importante! Vieni con me." Si affrettò prendendogli un braccio e portandoselo dietro. "Ah signora Lucrezia lei dica di sì, per favore!" Si girò per un secondo ricordando che fosse lei l'ago della bilancia.

Christian lo guardò perplesso ma si fece portare fuori dove generalmente si allenavano.

"Mi spieghi che cavolo è successo?" Chiese con il fiatone.

"Ti ricordi che ti ho detto di voler chiedere ai miei di farti studiare con me?"

"Ti hanno detto di sì?" Allargò il sorriso Christian che per un attimo mantenne viva la speranza.

"No" rispose subito l'altro e in risposta ricevette uno schiaffo sonoro sul braccio. 

"Aia!" Si lamentò il biondo per la reazione.

"Aia un cavolo! Pensavo mi dovessi dire qualcosa di serio, scemo!"

"Scemo lo dici a qualcun altro!ma guarda questo." Incrociò le braccia al petto offeso.

"Dai dimmi! Non fare il sostenuto ora." Lo incalzò il grande mettendoglisi davanti ed il broncio di Mattia durò poco, perché non riusciva più a nascondere l'entusiasmo.

" Mia madre ha detto che se la tua accetta di diventare una delle sue dame di compagnia, puoi stare qui sempre!" Spiegò eccitato, ma l' euforia fu spezzata dall'altro che non riusciva a spiegarsela.

" Che c' è, non saresti felice?"

"Sì ma...non so se mia madre accetterà."

" Io ho visto le dame fare di tutto per quel posto. Secondo me dice di sì. " Riprese speranzoso.
" Immagina che bello se vivessi qui! Potremmo stare sempre insieme e fare tardi la sera a raccontare le storie di paura"

La storia di un re - Mattia e Christian Where stories live. Discover now