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"Sei agitato?" gli chiese Mattia guardandolo sistemarsi la sua nuova divisa da guardia imperiale. Era bellissimo con ii colore rosso addosso e quel giorno sembrava risplendere ancora di più del solito nella sua fierezza.

"No...solo impaziente. Aspetto questo momento da quando sono ragazzino." Sorrise sistemandosi i polsini della giacca. Fu in quel momento che Mattia notò per la prima volta un bracciale che non gli aveva mai visto al polso: era un serpente d'argento.

"E questo?" domandò indicando il monile.

"Me lo ha regalato mia madre. Parla sempre di un sogno strano che ha fatto la notte prima che io nascessi: dice di aver visto un serpente infilarsi nel suo letto ed aveva gli occhi come i miei." Spiegò mentre il biondo lo ascoltava con la pelle improvvisamente d'oca. Quella storia gli aveva lasciato una sensazione strada addosso, come fosse un presagio funesto.

"è abbastanza inquietante..."

"Per questo me lo ha regalato; è una sorta di scaramanzia. Io non ci credo, ma lo metto solo per farle piacere. Comunque è molto bello, quindi poco male."

Mattia lo osservò bene ed effettivamente era un bellissimo gioiello; i diamanti negli occhi lo rendevano d'impatto

"Anche io ti ho regalato una cosa."

Prese dalla sua tasca un bracciale d'oro con incastonate delle pietre verdi e rosse. Lo aveva fatto fare dal suo orefice di fiducia e aveva scelto i colori che più gli facevano pensare a Christian e a quel giorno: per lui i suoi occhi erano come degli smeraldi colpiti dal sole e i rubini rappresentavano la monarchia a cui stava per giurare fedeltà.

"è..." cominciò Christian e non riuscì a negare a se stesso l'emozione che stava provando. Non si sarebbe mai aspettato un regalo così e tutte le parole gli morirono in gola.
Era meraviglioso; fine ed elegante e i diamanti lo rendevano unico. Eppure quello che lo rendeva ancora più speciale era la persona che glielo aveva regalato.

"Ti piace?"

"Sì, io non so che dire."

"Grazie va bene." Rise Mattia.

"Grazie allora... non dovevi."

"è un giorno speciale e volevo che avessi qualcosa di mio addosso. Destra o sinistra?" gli chiese per aiutarlo ad indossarlo.

"Sinistra...dove sta il cuore. Sei la mia famiglia ed è lì che devi stare" Lo guardò fisso negli occhi e a Mattia tremarono le mani davanti lo sguardo fermo dell'altro.

Non gli aveva mai detto una cosa così bella e, proprio per questo, non se la sarebbe mai aspettata da un tipo come lui. Lo conosceva bene e sapeva quanto riuscisse a controllare e dosare le emozioni; il suo lavoro prevedeva anche quello.

Per riuscire a gestire la chiusura il biondo dovette fare appello a tutto l'autocontrollo di cui era capace. Non era bravo come l'altro a controllare le emozioni e non voleva che si accorgesse di come lo avesse colpito sentirsi dire parole così.

"Ora ho tutto." Annunciò contento e pronto per andare.

"Sei pronto per giurare fedeltà al re?"scherzò Mattia mimando il gesto della spada.

"No, io giuro fedeltà alla corona. È diverso."

Il principe non sembrò cogliere il significato sottile delle parole, ma erano state scelte con cura. Non avrebbe mai giurato fedeltà ad un sovrano che non stimava; stava promettendo fedeltà ad una corona che prima o poi sarebbe stata sulla testa di chi veramente aveva il diritto di essere chiamato re. E Non era Enrico.

"Dai andiamo, si sta facendo tardi ed i cavalieri non fanno ritardo alla loro investitura." Lo invitò Mattia quando sentì le campane di mezzogiorno suonare.

La storia di un re - Mattia e Christian Where stories live. Discover now