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Le parole di quella notte pesavano troppo per far finta che non fossero mai state pronunciate.
A quel punto era impossibile tornare indietro e nessuno dei due svegliandosi ne ebbe poi tanta voglia.

Christian si era destato alle prime luci dell'alba e quando aprì gli occhi vide un soffitto a mosaico che non era decisamente il suo.
Sul petto sentiva poi un peso che non si avvicinava neanche lontanamente a quello che senti quando soffri; era una testa riccioluta che gli solleticò il mento quando abbassò la testa.
Mattia gli dormiva addosso e lo cingeva stringendolo possessivo. Non riuscì neanche a sgranchirsi le gambe perché l'altro le aveva intrecciate alle sue; era completamente intorpidito ma non si sarebbe mosso per nulla al mondo.

Gli baciò la testa, ma il biondo reagì stringendolo solo un po' di più. Non sapeva se si fosse svegliato o meno, ma a poco importava perché le intenzioni erano quelle di rimanere esattamente dove fosse. Come biasimarlo?

"Ciao." gli disse Mattia baciandogli leggero il petto.

Ancora non riusciva a vederlo, ma poi alzò il busto facendo leva sul braccio libero e finalmente per il moro si poteva dire un giorno degno di essere vissuto: il principe gli sorrideva sereno e lo guardava con gli occhi brillanti pieni di sentimento.

"Ciao" sorrise di rimando e il piccolo si sporse verso di lui per baciarlo. Ci sarebbe morto su quelle labbra morbide disegnate da non si sa che divinità.

Avrebbe voluto dire qualcosa di intelligente, ma fallì.
Era successo troppo in poco tempo e ancora doveva metabolizzare; si sentiva come investito da un uragano e non riusciva a formulare un pensiero lineare. Avrebbe solo voluto baciarlo ed accarezzarlo come aveva fatto quella notte, che era stata bella quanto strana.

Si erano detti tanto e avevano espresso paure che in un mondo giusto non avrebbero avuto modo di esistere.
Non era solo paura di lasciarsi andare ad una prima volta, ma anche la sensazione bruttissima di star compiendo qualcosa per cui sarebbero stati condannati all'inferno. Questo era quello che gli avevano insegnato e non era facile accettare di essere e volere qualcosa ritenuto contro natura.
Mattia aveva pianto silenziosamente nascondendo il viso sul suo petto e Christian lo aveva abbracciato trattenendole solo perché voleva essere, ancora una volta, la sua forza.

"Cosa vivo a fare se non posso stringerti così?"

Mattia lo aveva chiesto più a se stesso che a chi aveva accanto.
La risposta non arrivò semplicemente perché non c'era; non c'era posto al mondo per un amore come il loro, destinato a rimanere nascosto nell' ombra.

Eppure sarebbe stato re, avrebbe avuto tutto...ecco il grande bluff. Potere, ricchezza, benessere; avrebbe barattato ogni cosa pur di poter vivere esercitando un diritto sacrosanto come quello di amare.

"Comincia a cambiare il mondo Matti... comincia tu." gli aveva detto Christian dopo minuti interi passati a misurare i propri battiti su quelli dell'altro.

Forse lo amava troppo , forse era solo un puro ideale, ma era convinto che il motore del cambiamento potesse azionarsi dall'alba di quel nuovo regno che da lì a pochi anni sarebbe sorto.
Per quanto i risultati non li avrebbero visti neanche i loro nipoti, il punto era cominciare a far capire che valori come la tolleranza, il rispetto e l'amore sono imprescindibili e ognuno  ha il compito di preservarli.

Sarebbe arrivato il giorno della svolta, che però non arriva mai se non c'è una base solida.
Mattia aveva il compito di gettare le fondamenta.
Il mondo doveva capire che tutti  i sorrisi, le parole d'amore che quei due si erano scambiati quella notte valevano esattamente come quelle di altri.
E più lo guardava e più se ne convinceva: Mattia era la cosa più giusta della sua intera esistenza.

La storia di un re - Mattia e Christian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora