«Credo sia normale essere confusi» dice alla fine, le mani in tasca e la camminata lenta «ma l'unico modo per capire meglio tutto quanto è parlargli».

Ha ragione... Ha ragione come sempre. In questo weekend infernale ho avuto più volte la tentazione di scrivergli per avere bisogno di risposte, ma la paura mi ha bloccato e non l'ho mai fatto.

Con la punta del polpastrello sfioro il telefono adagiato nella tasca della felpa, mentre continuo a camminare pensosa. Alla fine, dopo tante indecisioni, lo prendo tremante e apro Instagram. Ormai l'azione mi viene quasi spontanea, trovo subito il suo profilo e lo apro rivelando la sezione dei messaggi. Ci sono ancora quelli vecchi che ci eravamo scritti in precedenza, li osservo e li rileggo velocemente, prima di scrivere:

ZillaAllen_33: In biblioteca, primo intervallo.

Il cuore mi batte forte non appena lo invio. Faccio per mettere via il telefono e riprendere a parlare con Eddie, ma una vibrazione seguita da un ping me lo fa riacciuffare con velocità.

Charlie_Gray05: Ok. È successo qualcosa?

Ci penso un attimo, poi mi arrendo e metto via il telefono. Non so che rispondergli: nemmeno io so il perché del mio desiderio di vederlo. Credo però sia un bisogno... Sì ho bisogno di vederlo.

***

Appena suona l'intervallo non aspetto un secondo e mi butto nel corridoio nel quale pian piano si stanno riversando tutti gli alunni. So che sto attirando molti sguardi, li sento scivolare sulla mia schiena come gocce di rugiada su una ragnatela. Rabbrividisco, ma non demordo, raggiungendo in fretta la porta della biblioteca.

Dentro è buio, non riesco a distinguere nulla che non stia a un palmo dal mio naso. A tentoni cerco l'interruttore e appena lo trovo lo premo. Una luce sfarfallante inonda la stanza, illuminandola e rendendo il tutto perfettamente distinguibile.

Inizia l'attesa pesantissima e insopportabile. Sento il mio cuore pesante come un mattone, il respiro troncato in due e le gambe molli, mentre prendo a gironzolare per la stanza nervosamente. Con la punta delle dita, sfioro le copertine colorate dei numerosi libri riposti sugli scaffali. Leggo alcuni titoli, velocemente: "La solitudine dei numeri primi", "La coscienza di Zeno", "I promessi sposi", "l'Iliade", "Il Dottor Jekyll e Mr Hyde", "Jane Eyre", "Il ritratto di Dorian Gray"...

Mi soffermo su quest'ultimo. Gray. Mi sta perseguitando ovunque.

«Non l'ho mai letto».

Spalanco la bocca e con un piccolo urletto mi volto di scatto, gli occhi fissi su Charlie, distante pochissimi centimetri da me.

«Sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un infarto!».

Charlie fa spallucce e ride divertito.

«Mi hai detto tu di venire qui e di certo questo non era il comitato d'accoglienza che mi aspettavo».

Alzo gli occhi al cielo: sa essere davvero irritante. Tuttavia lo preferisco così: gli unici pochi minuti in cui è rimasto serio e composto sono riusciti a sbaragliarmi l'esistenza per giorni, non vorrei immaginare cosa potrebbe accadere se diventasse così per sempre, perdendo quella scintilla da pazzo allegro quale è.

L'attenzione di Charlie si sposta sui libri, inizia a osservarli, a sfilarli dallo scaffale e rimetterli a posto.

«Ti piace leggere?» dico, con una voce che quasi non mi appartiene.

Ormai ho capito che con Charlie non ho il controllo del mio corpo, non riesco a percepire ogni movimento che faccio e ogni parola che dico come mia, ma proveniente da un'emozione libera dalle mie fobie e dalle mie rigide convinzioni. Secondo me non ce n'è nemmeno bisogno di controllarmi con Charlie, con lui posso essere tutto quello che voglio, so che non mi giudicherà.

La Fantasma ~E l'articolo NON é sbagliato~Where stories live. Discover now