Non volevo ripetergli l'intera scena, non quando l'avevo già fatto esattamente con altri tre agenti di polizia. Ma Alex non sapeva. Mi aveva solo vista essere scortata all'interno di una volante della polizia quando aveva raggiunto il mio appartamento.

Allora gli dissi tutto. Tutto ciò che il mio tremore mi lasciò dire.

Gli dissi che dopo essere tornata al mio appartamento, avevo visto quella scatola consegnata alla mia porta e l'avevo aperta una volta dentro. Gli dissi cosa c'era dentro. Nemmeno un intero cazzo di cervello. Erano pezzi. E c'era del sangue. Tanto. E l'odore... Dio, se solo avessi potuto togliermelo da dosso.

"Ehi, ehi, tranquilla" Improvvisamente mi interruppe, stringendomi il ginocchio quando iniziai a far rimbalzare la gamba. "Va bene. Ho capito. Ma devi fare dei respiri profondi, Sky, o sverrai. Mi stai ascoltando?"

Riuscivo, ma allo stesso tempo non riuscivo a farlo. Volevo vomitare e solo...in qualche modo togliermi quell'immagine raccapricciante dalla testa.

Alex si alzò e mi strinse la spalla. "Ti porto dell'acqua. Resta qui."

Si avviò verso un distributore automatico e io lo osservai con ansia. Il mio vicino aveva già lasciato il distretto a quel punto, notai--la vecchia signora che viveva nell'appartamento accanto che mi aveva trovata ad urlare di orrore quando avevo aperto quella scatola.

Si era precipitata verso di me, preoccupandosi per me, e aveva chiamato la polizia quando lei stessa aveva dato un'occhiata all'interno.

E non l'avrei toccato, imprecai nella mia testa. No, cazzo non avrei toccato uno di quei pezzi se non avessi visto la minuscola busta bianca bloccata sotto essi.

Una busta bianca sigillata macchiata di sangue secco.

Mostra la lettera a chiunque altro e la prossima volta sarà qualcuno molto più vicino a te, diceva la scritta esterna.

Istintivamente, mi asciugai le dita sui jeans e avvolsi le braccia attorno a me. Potevo ancora sentirla, la busta nella tasca della mia giacca. Probabilmente avrei dovuto mostrarla a uno di quegli agenti. Forse anche Alex. Ma non l'avevo fatto. Non con quella chiara minaccia scritta sopra. Non quando non sapevo cosa ci fosse dentro.

La paura di tutto ciò non me lo aveva permesso.

Alex tornò dopo alcuni lunghi secondi e non mi chiese nulla finché non svuotai metà della bottiglia d'acqua che mi aveva passato.

"Meglio?" Era ancora preoccupato. Annuii, anche se ora potevo sentire l'acqua che mi ribolliva ansiosamente nello stomaco. "Mi dispiace di non essere arrivato in tempo. C'era traffico e io avrei--"

Questa volta gli presi io la mano e lui tacque.

La signora Marshall, pensai ancora una volta mentre il silenzio calò tra di noi. Era morta. Morta. Dalla stessa persona che l'aveva uccisa,  sfigurata, togliendole il suo cervello e l'aveva avvolto in una fottuta scatola prima di inviarlo a me.

Potrebbe essere stata Alexis?

"Senti, non sappiamo per certo se appartenesse alla signora Marshall," intervenne ancora una volta Alex. "Forse non era nemmeno un cervello umano, Sky. Forse chiunque te lo abbia inviato voleva solo spaventarti."

Avrebbero pensato che stia mentendo, pensai. Quegli ufficiali pensavano che stessi mentendo. Avrebbero pensato che abbia qualcosa a che fare con quanto successo alla signora Marshall--

"Sto andando...fuori di testa," dissi, sentii la mia voce spezzarsi e abbassai la testa nelle mie mani. "Oh Dio, Alex. Oh Dio."

"Sky." Mi strattonò per le spalle e mi tirò di nuovo tra le sue braccia. "Ehi, ehi, sono proprio qui!"

Lost Heart | ✔ (Italian Translation)Where stories live. Discover now