La prima prova

19 2 0
                                    

Kira si svegliò di soprassalto, qualcuno le stava bussando freneticante alla porta.
-Kira alzati, dobbiamo andare!-.
Lei si diresse verso la maniglia per aprire, ma non ci riuscì al primo tentativo. Quando finalmente fu riuscita ad aprirla Logica entrò velocemente in casa e le porse dei vestiti.
-Mettiti questi, ti proteggeranno dai piccoli danni, ma sbrigati abbiamo poco tempo per fare colazione e arrivare allo stadio in orario.-
La ragazza non aveva la minima idea di quel che stava dicendo il suo amico, ma era troppo stanca per cercare di comprenderlo, così andò in bagno sbadigliando, si specchiò, si sistemò i lunghi capelli neri attaccandoli con una coda alta e si infilò i vestiti che le aveva portato il ragazzo. Erano un paio di pantaloncini marroni, una maglietta verde mimetica, un paio di scarponcini marroni e un guanto d'artiglieria militare di ultima generazione. Era un pezzo introvabile data la rarità. Era stato progettato e in seguito costruito da uno scienziato militare in Giappone: conteneva una nanotecnologia in grado di assorbire un oggetto qualunque e farlo riapparire una volta selezionato nella barra. Inizialmente era stato ideato per risolvere il problema dello spostamento di viveri per le truppe o di mezzi pesanti, ma gli Stati Uniti d'America c'è ne appropriarono poco dopo trasformandolo in un arsenale digitale. Ciò portò al suicidio lo scienziato, il quale si portò nella tomba il metodo di costruzione dell'oggetto, dopo averne fabbricati poche migliaia per l'esercito americano. Tutt'oggi gli USA studiano gli apparecchi rimasti in loro possesso per clonarli, ma il processo è più difficile del previsto. Si sa soltanto che gli oggetti prelevati dal guanto non spariscano nel nulla ma vengano semplicemente rimosse le parti di spazio vuoto tra gli atomi, facendo sì che essi non collassino e non si scontrino, per digitalizzare la parte rimanente e renderla una serie di pixel nello schermo del guanto stesso.
Alla ragazza tornò in mente la frase che le aveva detto Logica il giorno prima sul portare una quantità d'armi tale da non ostacolarla ma utile affinché vincesse. Così corse nella camera da letto, prese la spada laser e la bomba a mano che le aveva regalato Stuka e li convertì in armi digitali. Fece lo stesso con oggetti non identificati che teneva ancora nella sua sacca da viaggio.

I due uscirono dalla camera, nel corridoio apparve Doggo, che con un gran sorriso salutò Logica: -Buongiorno avvocato, oggi è il giorno in cui potrò stare più tempo con te rispetto al solito, buona fortuna.-.
Logica ricambiò con un semplice: -Ciao.- con tono severo. Non sembrava arrabbiato con lui, infatti non lo era, semplicemente non gli importava della sua presenza.
Kira rimase a guardare la scena aspettando che Doggo rivolgesse un saluto anche a lei, ma non accadde, non le regalò nemmeno uno sguardo, era come se lei non ci fosse. Non le piacque come cosa ma non poté farci molto.

I due fecero colazione frettolosamente. Kira bevve solo un po' d'acqua e prese una fetta di torta al cioccolato, Logica latte e biscotti. Poi si diressero fuori città, verso le campagne, lì un'enorme arena si ergeva in mezzo alle colline.
Logica entrò, seguito da Kira.
-Buongiorno Logica, quest'anno farai parte dei gladiatori o del pubblico?- chiese una ragazza vestita da cameriera con i capelli a caschetto blu.
-Rem, me lo chiedi ogni anno e ogni anno la risposta è uguale.-. Rispose il ragazzo sbuffando.
-Gladiatori. Insieme a me c'è anche questa ragazza.- disse Logica senza aspettarsi nemmeno una risposta e andando a sinistra.
-Prego da questa parte allora!- disse comunque la ragazza dai capelli a caschetto indicando la direzione dov'era già andato il ragazzo.
-Logica, ma quella per caso era Rem di Re:Zero?- chiese la ragazza dai capelli corvini.
-Sì.- disse semplicemente lui raggiungendo una stanza completamente buia.
-Sei pronta?- le chiese a bassa voce prendendola per la spalla e trascinandola verso di sé.
-Sì- rispose lei sentendo il battito del ragazzo, era lento, ma pian piano stava aumentando. Probabilmente per l'emozione.
-Signore e signori! Creature venute da ogni dove...- una voce molto forte la distrasse, i giochi stavano iniziando.
-... date il benvenuto al vostro Re che con grande onore e devozione quest'oggi ci ha concesso di effettuare i G.A.M.N!- un grande applauso si levò dalla folla, rimbombando nella stanza buia.
-E adesso senza ulteriori indugi vi presento i partecipanti di quest'anno!- quando l'ultima parola fu perfettamente scandita una fessura fece entrare la luce nella stanza. Kira notò che non erano soli. Tutti i partecipanti uscirono e si misero al centro dell'arena. Il pubblico era indistinguibile, ma era composto da un numero evidentemente più alto rispetto la popolazione di Mercato Nero.
La ragazza dai capelli neri si guardò attorno.
Tra i partecipanti, oltre a lei e a Logica, c'era anche Doggo nella sua forma umana, il che stupì molto Kira, Tobbi, con la sua divisa, Sora, Carbonara, che stava indossando il suo solito abito da lavoro, Stuka e Nives.
-Che si dia inizio ai giochi!- disse il presentatore. Era chiaro fosse Trump.
I gladiatori si raggrupparono al centro dello stadio. Tutti tranne una, Sora, la quale si era spostata verso il muro che li separava dalla folla. Si arrampicò sul muro e si fece strada tra gli abitanti. Raggiunse una piattaforma dove Rem le passò una torcia. Tutti si alzarono in piedi e si godettero la scena.
Il troll si buttò la torcia sopra la gobba, in men che non si dica il fuoco si divampò circondandola. Le urla strazianti della creatura riecheggiarono per tutto lo stadio, finché non si lasciò rotolare lungo lo scivolo blu attaccato alla pedana. Sora, dopo aver raggiunto la fine, volò verso un enorme coppa d'oro, dal cui interno un'enorme fiamma sfociò accompagnata dall'applauso dei presenti. Dal bordo una Sora un po' bruciacchiata fu presa fuori dal fuoco da degli uomini vestiti tutti di nero, che con un estintore spensero le parti ancora incendiate. Poi la creatura tornò verso i compagni, sia lei che i suoi vestiti sembravano intatti.
-Ottimo lavoro, ti sei fatta male?- disse Nives dando due pacche alla schiena dell'amica.
-Nah, è stato come ogni anno, poi sai che non provo dolore se prendo fuoco.- rispose lei in maniera scorbutica.
Kira le osservò in silenzio, pensò che fossero strane.
-Kira, non pensavo partecipassi, in questi giorni sono stato talmente impegnato che ci siamo visti pochissimo, mi dispiace così tanto. Come stai? Hai pensato alla domanda che ti ho fatto la settimana scorsa?- Tobbi si avvicinò alla ragazza dai capelli neri, le si avvinghiò ai fianchi e la strinse a sé. Lei gli sorrise, poi rispose:
-Ciccito, sto bene grazie, partecipo perché Trump ha attirato la mia attenzione con le sue parole, è proprio bravo nel suo lavoro. Comunque si c'ho pensato a lungo e se vuoi davvero metterti con me penso che dovrei trasferirmi in Messico, dato che sarebbe illegale.- rispose lei semplicemente.
-Aspetta, in che senso illegale? Quanti anni hai?- chiese Tobbi ignorando completamente il resto del discorso.
-Ehm, perché tu quanti anni mi dai?- chiese lei un po' in imbarazzo. Non aveva ancora detto a nessuno la sua età.
-Penso 13.- confessò Tobbi guardandola negli occhi. Kira rimase a riflettere sulla sua risposta, poi decise di dargli ragione, non aveva nulla da perdere in fondo.
-Senza ulteriori indugi adesso passiamo alla prima prova... la caccia alla corona! I gladiatori dovranno girare per tutta la città alla ricerca della corona del re, il primo che riuscirà a tornare e incoronare il re vincerà il primo round. È possibile effettuare coalizioni ma solo uno di voi dovrà consegnare la corona. Troverete il primo indizio sotto i vostri piedi!- quando Trump concluse la spiegazione il pavimento sotto i gladiatori iniziò a tremare. Un cilindro di terra rossa si sollevò verso l'alto. Presentava dei piccoli fori, probabilmente creati dai vermi di terra. Kira vide Carbonara salire sulle spalle di Tobbi e buttare a terra quello che sembrava un disco da hockey. Il ragazzo si premette sulla cintura dalla quale uscì un secondo disco argentato attaccato ad una corda. Il ragazzo lo lanciò contro il disco da Hockey di Carbonara e iniziò a correre per poi lanciarsi verso il basso. Dal disco nero uscirono tre braccia meccaniche che si conficcarono nel terreno, per far sì che i due non cadessero nel vuoto. Tobbi lanciò Carbonara in uno dei fori e rimase fuori ad aspettarla. Doggo si distese per terra a pancia in su, sollevò il busto con braccia e gambe e si diresse verso la parete della costruzione, entrando nel primo buco della sua grandezza. Sora prese Nives con una mano, corse verso il margine del cerchio che si era creato e si lasciò cadere aggrappandosi con una mano, mentre con l'altra, con tutta la potenza che uscì dal suo corpo, lanciò in uno dei buchi la ragazza dal bell'aspetto. Stuka prese il suo elmetto, lo tolse dalla testa e in men che non si dica, questo, si trasformò in un martello pneumatico. Il ragazzo ci salì e iniziò a bucare il terreno, andava verso il basso ad una velocità incredibile. Kira sapeva quale animale era in grado di creare una costruzione del genere e se aveva ragione sapeva anche come raggiungere il centro in un battere d'occhio.
Osservò per un istante i buchi laterali, il suo occhio ricadde su quello meno in vista, coperto dalla terra, così la ragazza decise di agire seguendo la strategia di Sora, corse verso il margine e si buttò, aggrappandosi con le mani. Si diede lo slancio per entrare nel buco più vicino. Sapeva che sarebbe arrivata prima degli altri con quella mossa.
L'interno era molto buio, ma era meglio così, se avesse avuto un qualche tipo di illuminazione si sarebbe sentita a disagio vedendo le pareti a pochi centimetri dal suo volto. D'un tratto il pavimento scomparve, lasciando spazio ad una camera interna. Era illuminata da una specie di rampicante che donava una flebile luce blu alla stanza. Al centro una coppa di terracotta conteneva qualcosa di viscido. Kira si avvicinò e, senza esitare, infilò la mano nel contenitore. Quando la estrasse nel pugno chiuso si ritrovò tre pezzettini di carta e una specie di larva rosa molto grande.
-Ma ciao piccolina, sai la mia teoria era esatta. I tuoi genitori hanno fatto bene a lasciarti qui da sola a crescere, creando diverse entrate fasulle per far confondere i predatori e coprire l'unica vera entrata.-
La ragazza studiò l'anima letto che ad un tratto le mordicchiò la pelle morta che aveva sulle dita.
-Vedo che hai tanta fame, questo significa che hai bisogno di altri tre giorni e di un pezzo di questa.- Kira estrasse dal bracciale un pezzo di torta al cioccolato. L'aveva preso in quel bar in mezzo alla "Landa desolata delle anime piangenti".
La ragazza aspettò che la larva la mangiasse, dopo di che la rimise nella coppa e studiò un modo per uscire. Ad un tratto un forte rumore proveniente dal soffitto la distrasse. In pochi secondi Stuka piombò dal soffitto distruggendo il vaso.
-Ciao Kira!- disse il ragazzo con un sorriso.
-Ciao Stuka, hai distrutto il contenitore con l'indizio, ne vuoi uno?- disse la ragazza porgendogli uno dei biglietti che aveva trovato.
-Grazie, ti serve un passaggio?- Chiese Stuka afferrando il biglietto e mettendoselo in tasca. Kira fece cenno di conferma, così lui le mise le mani sulle spalle, la girò e la prese per la cintura. Lei si sentì sollevare, il terreno si faceva sempre più lontano, mentre la luce tendeva le sue braccia verso i due per accoglierli nel mondo dei viventi ancora una volta. I due raggiunsero la superficie, Stuka lasciò la ragazza quando questa riuscì a toccare terra con i piedi, la salutò e scomparve nel cielo.
Era riuscito a salire in superficie grazie ai razzi incorporati nelle sue scarpe, normalmente distribuite dalle forze armate per rallentare la velocità di caduta dei soldati in caso in cui il paracadute non bastasse per salvare loro la vita. Di solito la loro potenza era ridotta, molto probabilmente quelli del ragazzo erano stati modificati.
-Logica, ma tu sei ancora qui?- chiese la ragazza guardando l'amico.
-Sì. Hai recuperato il primo indizio?- chiese semplicemente lui, così Kira gli diede il secondo pezzo di carta.
-Ottimo lavoro.- disse lui studiandolo attentamente. Sul foglio era riportata una strana scritta la quale recitava: "La mia metà è nascosta tra i tasselli del dito che arriva per primo a sfiorare il cielo, in grado di essere scorto solo con la luce del sole più potente."
-Che significa?- chiese Kira confusa, non era brava con gli indovinelli quando era messa sotto pressione.
-Che idioti... So perfettamente dove trovare il secondo indizio.- disse Logica dopo una breve pausa di riflessione. Fece un rumoroso fischio, dopo di che la tavola che Kira gli aveva visto tirare fuori dall'armadio il giorno prima volò verso la sua direzione.
-Sali.- sussurrò lui prendendola per il braccio e portandola sulla tavola dove lui era precedentemente salito. Kira si aggrappò al ragazzo tenendosi con una mano alla sua felpa verde con un immagine di "Pepe The Frog". I due sorvolarono la città, seguiti da uno sciame di piccoli insetti, ma non sembravano aggressivi, così decisero di lasciarli fare. Forse erano attratti da quello strano oggetto volante.
In pochi minuti arrivarono alla Torre di Logica. Si fermarono sotto la finestra chiusa della camera del ragazzo.
-Che ci facciamo qui?- Chiese Kira incuriosita.
-Il primo indizio diceva che la seconda parte è nascosta tra i "tasselli" del "dito" che arriva per primo a sfiorare il cielo. Se consideriamo Mercato Nero come un essere antropomorfo possiamo immaginare che le torri siano le dita e dato che stiamo cercando quella che "per prima sfiora il cielo" stiamo cercando quella più alta. Questo posto è molto simile a Bologna nella seconda metà del Medioevo. Qui fanno tutti a gara nel costruire torri molto alte, ma c'è un limite alla loro altezza, quasi nessuno lo sa ma è una legge che ho messo io per far sì che la mia torre fosse la più alta di tutte. Chi non rispetta la legge verrà punito con la demolizione della costruzione e un risarcimento nei miei confronti pari a 3.000 unità. Quindi è facilmente ipotizzabile che i "tasselli" siano i mattoni della torre. Infine l'ultima parte dell' indovinello dice che viene scorto solo con la luce del sole ma è pieno giorno e non si vede niente, per questo dovremmo usare il fuoco, probabilmente hanno impregnato il mattone prescelto con qualche sostanza che reagisce al calore. Ma basta contare sette mattoni dal basso nella quinta riga sotto la finestra e dovremmo trovare la nostra metà.- spiegò il ragazzo dai boccoli neri cercando il giusto tassello. Si fermò poco dopo e ne estrasse uno di un bianco intenso. Il blocco di pietra si spostò subito, ma c'era qualcosa di strano, di larghezza era molto più piccolo degli altri, sembrava quasi un coperchio. Osservando il buco da esso lasciato i ragazzi notarono che non era del tutto vuoto. Un piccolo scrigno dorato apparve davanti a loro. Logica cercò di portarlo alla luce ma senza alcun risultato. Era incollato al suolo. Così il ragazzo si limitò ad aprirlo. All'interno una statuina di una ballerina iniziò a girare su se stessa, teneva una gamba alzata, che teneva con una delle due mani, mentre con l'altra teneva uno striscione con su scritto "Mirrorside".
-Conosco questa ballerina, si trova al museo della città, ma la frase mi confonde, non mi viene in mente niente, forse andando dal quadro troveremo la soluzione.- disse Logica chiudendo lo scrigno e staccando un secondo marrone dalla sua torre.
-Che fai?- chiese la ragazza che lo accompagnava.
-Se il mattone scelto reagisce davvero con il calore e qualcuno ha risolto l'indovinello non possiamo permettere che ci raggiunga o addirittura ci superi. Ecco perché lo sto cambiando con un altro. Farà perdere tempo agli altri.- rispose lui finendo il lavoro.
-Ho un'altra domanda, tu come facevi a sapere che quello fosse il mattone giusto se non abbiamo nemmeno usato il calore?- chiese Kira incuriosita.
-Qualche giorno fa, mentre giocavo, ho sentito dei rumori sotto la mia finestra e ho visto Trump accompagnato dal re e altri rimuovere il mattone, tagliarlo e mettere qualcosa all'interno, per poi richiuderlo e colorare il mattone con una specie di vernice trasparente. Ho fatto dei calcoli e ho individuato il mattone per dargli un'occhiata più tardi, ma sono stato troppo pigro e non c'ho più pensato. Quando ho letto l'indizio mi è venuto in mente ciò a cui avevo assistito, ecco perché sapevo dove andare per questo primo indizio.- spiegò lui ripulendosi le mani.
-Come al solito ti aiuta la tua fortuna sfacciata.- commentò Kira sarcasticamente. Lui le fece la linguaccia, poi attivò nuovamente la sua tavola e i due si diressero verso il museo che Kira non aveva ancora visto.
Quando spiccarono il volo la ragazza si girò per osservare lo sciame di insetti che prima li stava seguendo. Ma notò che erano dimezzati. La prima parte li stava ancora seguendo, la seconda invece era ferma sopra la boscaglia vicino la torre di Logica.
Le sembrò un comportamento strano.
I due arrivarono dopo una ventina di minuti, a Kira non sembrava ma effettivamente Mercato Nero era grande, non grande quanto La Landa Delle Anime Piangenti, ma di sicuro non poteva essere scambiato per un piccolo villaggio di rifugiati. Il museo era grande, con colonne e mura di tufo, i due entrarono. Aveva molte sezioni ma poche indicazioni, eppure grazie alla guida riuscirono a trovarla in fretta. Anche perché non potevano fare affidamento sulle capacità di orientamento di Logica, anche se aveva partecipato, su invito, più volte alle mostre della città.
-È molto bella.- disse Kira osservando il quadro.
-Sì ma adesso dobbiamo capire cosa c'entra "Mirrorside"- ribatté logica iniziando a riflettere.
-Mirror side, il lato dello specchio. La parte di uno specchio... il riflesso. Dobbiamo far specchiare il quadro. Cosa possiamo usare?- disse Kira persa nei suoi pensieri.
-Forse il tuo ragionamento ha un senso. Ci serve uno specchio.- affermò il ragazzo guardandosi intorno.
-Logica guarda.- disse Kira facendo voltare l'amico dal lato opposto del quadro. In quella direzione, nella parete di fronte al quadro, un'altra opera era appesa. Sopra la cornice, nel marmo, era inciso: "Il volto del mostro più pericoloso al mondo" sotto la scritta c'era uno specchio.
-Cialde! Quest'arte modera è tutta uguale.- esclamò il ragazzo dai capelli neri.
-Perché "Cialde!"?- chiese Kira confusa.
-Nominare Dio per un'esclamazione mi sembrava troppo scontato e poi mi è venuta fame.- spiegò semplicemente lui avvicinandosi allo specchio. Kira pensò fosse una buona spiegazione quindi non aggiunse nulla e imitò il ragazzo.
La ragazza prese il suo telefono e, con la telecamera, fece per ingrandire l'inquadratura così da studiare attentamente ogni singolo dettaglio.
-Forse ho trovato qualcosa.- disse la ragazza dopo qualche minuto di silenzio. Se noti al collo della ballerina, nel nastro nero, ci sono dei simboli dorati. Sembrano semplici ornamenti ma in verità è scrittura speculare. Ovvero scritta da destra verso sinistra con i caratteri a rovescio.- la ragazza fece una foto al collo della ballerina, lo ingrandì e riportò lettera per lettera nelle note del telefono. La frase che uscì fu: "Trova il nido del boccino d'oro che va a Mach 20".
-Ho avuto difficoltà a comprendere gli altri indizi, anche perché non so nulla di questo posto, ma per questo basta una conoscenza base. Il problema è catturarlo.- disse Kira ad alta voce.
-Io non ho idea di dove viva.- commentò Logica pensando ai vari posti dove cercare.
-Non dobbiamo saperlo per forza, ci basta seguirlo.- rispose Kira con un sorriso.
-Va bene, andiamo nella foresta, dovrebbe essere quello il suo habitat naturale.- aggiunse il ragazzo salendo nuovamente sulla sua fidata tavola.
Tornarono verso la torre di Logica.
Kira notò che lo sciame che si era fermato lì prima era sparito.
Logica lasciò la tavola dentro la porta che conduceva alle scale, se ne avesse avuto bisogno avrebbe potuto chiamarla in ogni momento.

I quattro signori dell'infernoWhere stories live. Discover now