I tasselli del puzzle

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Il mattino era arrivato più tardi del previsto.
Carbonara aveva faticato ad addormentarsi ma si era alzata subito con il suono della sveglia. Cosa che normalmente non accadeva mai.
Scese dal letto, indossò una gonna lilla e un maglioncino bianco, con delle scarpe dello stesso colore. Scese di casa e si diresse verso l'Hotel di Doggo per fare colazione con Kira e poi andare da Logica.

La sveglia suonò e Kira saltò in aria dallo spavento, precipitandosi a spegnere il maledetto marchingegno. Dopo di ché ricadde sul letto e si fece scivolare giù, verso il pavimento.
Si alzò in piedi di mala voglia. Andò verso l'armadio e lo aprì per scegliere ciò che doveva indossare.
Osservando l'anta vuota dell'armadio si ricordò di non avere dei vestiti di ricambio a portata di mano. Così si tolse la maglietta extralarge che usava come pigiama e si rimise i vestiti del giorno prima. Fortunatamente la sera precedente aveva trovato la lavatrice e asciugatrice in una stanza del bagno, così li aveva lasciati alle macchine per ritrovarsi i vestiti perfettamente lavati e profumati.
La ragazza cercò di aggiustarsi i capelli come meglio poteva ma era difficile dato che non venivano spazzolati da mesi , così decise di lasciar perdere.
Si avviò verso la porta ma, prima di uscire, si accorse della valigia che aveva lasciato lì ieri sera.
Decise di vedere il suo contenuto prima di incontrare Carbonara, magari avrebbe trovato qualcosa di utile.
Aprì la valigia con molta delicatezza. All'interno c'erano tre oggetti. Un cappello tutto nero, con la scritta "FBI", una granata e quella che aveva tutta l'aria di una spada laser rossa. Attaccato al coperchio un bigliettino con scritto "In caso non ci fosse nessuno ad aiutarti".
Prese il cappello e lo indossò, poi andò a guardarsi allo specchio. In una mano teneva la bomba a mano, nell'altra la spada laser. Non era male.
Ma decise di lasciare a casa le armi e portarsi soltanto il cappellino. Richiuse la scatola e aprì la porta per uscire.
Nella sala della colazione vide immediatamente la chioma bionda di Carbonara, la raggiunse correndo e la salutò abbracciandola. Lei sembrava ancora tesa così Kira cercò di guardare il lato positivo del loro piano. Non poteva fallire la sua missione.
Dopo aver fatto la fila le due ragazze si sedettero in uno dei tavoli e consumarono i loro rispettivi pasti.
Carbonara aveva preso un cappuccino, tre pancake messi uno sopra l'altro, con sciroppo d'acero e burro. Kira un latte macchiato, un cornetto al cioccolato e del succo d'arancia.
Carbonara mangiò tutto, Kira lasciò metà cornetto e tre quarti di latte macchiato, in compenso finí il suo succo.
Lasciarono tutto sul tavolo e uscirono dall'Hotel.
Kira sperò di incontrare Doggo per salutarlo, non lo vedeva da quando le aveva mostrato la camera. Era un po' preoccupata.

Era giunto il momento in cui Carbonara doveva essere certa di condurre Kira verso la torre di Logica.
Tentò più volte di far finta di sbagliare strada, ma, prima che potesse dire qualcosa, Kira la incoraggiava e lei si sentiva in colpa. Così alla fine cedette.
Dopo una ventina di minuti le due ragazze arrivarono a destinazione.
-Tu segui me.- disse semplicemente Carbonara prima di bussare.
-Carbonara sono impegnato, se è importante dimmelo qui, altrimenti ci sentiamo dopo.- disse una voce robotica, probabilmente era il citofono.
-Ah scusa, a dopo.- disse la ragazza voltandosi per andarsene.
-Ma come... Rinunci così?- disse Kira incredula.
-Ha detto che è impegnato, non ha senso disturbarlo, andiamo.- rispose semplicemente lei incamminandosi. Ma sentiva che c'era qualcosa che non andava, sentiva solo il rumore dei suoi passi, non quelli della ragazza. Si girò velocemente e notò la scarpa nera della mora entrare dentro la finestra della torre. Aveva individuato immediatamente il percorso che usava lei per intrufolarsi in casa dell'"amico". Carbonara ci aveva impiegato circa tre settimane prima di capire che poteva sfruttare quella tecnica. Era nervosa, le dava fastidio. Come aveva fatto a capirlo subito?

Kira aveva raggiunto il piano dell'appartamento del presunto Logica. Alla sua destra apparivano le scale a chiocciola, mentre a sinistra c'era la porta. Kira si avvicinò cautamente, si diresse verso la porta e poggiò delicatamente le dita sul pomello. Lo girò per vedere se era aperta e con sua grande sorpresa il destino le diede ragione. Così decise di dare un calcio alle assi di legno e la porta si spalancò. Il ragazzo saltò in aria, il controller gli volò dalle mani.
-E tu chi sei?- chiese nel panico.
-Logica smettila di perdere tempo non capisci che ci sono persone che soffrono per colpa del tuo isolamento? Alzati e vai a scusarti con quella povera ragazza a cui stai straziando il cuore.- disse la mora con il fiatone.
-Non so cosa tu voglia ma abbi almeno la decenza di rispondere alla domanda che ti ho fatto.- ribatté lui scocciato. Era già deciso a buttarla fuori casa sua.
Lei sorrise, era chiaro che fosse la persona che stava cercando.
-Ma come, non mi riconosci? Vorrà dire che ti rinfrescherò la memoria.- disse lei con un sorriso.
La ragazza si portò una mano sul volto. Le cinque dita si poggiarono: la prima sulla guancia sinistra, tre sulla fronte e l'ultima sulla guancia destra. Il volto della ragazza fu percorso da alcuni disturbi, fin quando non si staccò del tutto dalla testa. Adesso Kira aveva in mano una maschera bianca, come quelle che rappresentano commedia e tragedia in teatro.
Un volto carino sbucò da quelle grandi lenti scure, una bocca con le labbra a forma di cuore e un piccolo naso all'insù fece capolino. I grandi occhi verdi guardavano intensamente il ragazzo, mentre la bocca si increspava in un meraviglioso sorriso. I lunghi capelli neri, spettinati e gonfi diedero spazio a una chioma bionda e mossa.
-... Kira?- chiese Logica incredulo.
Kira si rimise la maschera, tornò al suo stato originale, poi cercò di spiegare la situazione al suo vecchio amico:
-Si lo so, non ti aspettavi di trovarmi qui ma la memoria mi è tornata all'età predefinita e non avevo voglia di passare la mia vita terrena senza di voi così mi sono messa alla ricerca degli altri tre signori ma non avevo indizi, non sapevo nemmeno se fossimo finiti nella stessa nazione. Allora ho iniziato con i sette regni, ma lì ho incontrato solo una ragazza molto simpatica di nome Kik...-
-Mi sei mancata.- la ragazza non riuscì a finire la frase che Logica si era catapultato su di lei. La stava stringendo forte tra le sue braccia. Kira non si aspettava una reazione simile del più freddo dei quattro, quindi rimase perplessa per pochi secondi. Ma decise di ricambiare immediatamente l'abbraccio sussurrando al ragazzo: -anche tu mi sei mancato.-
I due rimasero così per un periodo per loro percepito in maniera fin troppo breve, ma per la persona che li stava guardando era troppo.
Carbonara si era arrampicata seguendo le orme di Kika. Non l'aveva fatto subito, perché aveva paura di finire nei guai con Logica, ma quando, fuori dalla finestra, aveva sentito Kira urlare qualcosa riguardante la perdita di tempo del ragazzo e delle scuse che egli doveva fare aveva deciso di arrampicarsi per capire meglio la situazione. Ma una volta in cima aveva trovato i due ragazzi abbracciati.
Non aveva mai visto il ragazzo dai capelli neri in quello stato. La respirazione le era aumentata, la vista era offuscata, stava per avere un attacco di panico. Decise di andarsene il prima possibile da lì, così si diresse verso la finestra e scese troppo velocemente i mattoni sporgenti. Cadde di schiena a terra a causa della fretta, ma non si fece male, il punto da cui era scivolata era basso. Così si alzò e corse verso la foresta, con le mani attorno al ventre per cercare di consolarsi.

I quattro signori dell'infernoWhere stories live. Discover now