Era tutta un'assurdità.

La ragazza deglutì quando lo vide seriamente in grande difficoltà.

"Si sente bene?" gli disse, accarezzandogli il braccio per tranquillizzarlo e trasmettergli calma, ma ovviamente la schivò.

"Secondo lei? Come dovrei sentirmi? Non so chi sono e non so neanche cosa ci faccio qui!" dichiarò spaesato.

Fece un grosso respiro per realizzare quello che stesse accadendo. Appoggiò la testa al muro, celando il suo volto e tutto quello che gli apparve davanti fu il colore bianco e sbiadito della parete.

"La devo portare assolutamente in stanza. Si è appena svegliato dal coma e non potrebbe neanche girare per i corridoi. Dovrebbe rimanere a letto!" gli consigliò vivamente mentre lo prese per il braccio per riportarlo in camera.

"Non voglio tornare a letto! Voglio sapere cos'è successo!" sbottò, facendo sobbalzare di qualche passo la ragazza per la sua insistenza.

"Adesso l'accompagno in stanza e le chiamerò un dottore a farlo visitare. Potrà chiederle qualunque cosa lei voglia." parlò, cercando di farlo ragionare.

Il ragazzo mise da parte la sua testardaggine solo perché l'infermiera lo rassicurò che un medico sarebbe passato a fargli vista.

Ritornò in camera ed era inutile dire che si stesse palesemente annoiando da solo. Si stiracchiò e per curiosità si pose davanti allo specchio ed incominciò ad osservarsi. Con un dito tracciò ogni parte del suo viso, partì dalla fronte per poi proseguire al naso fino a fermarsi al contorno delle sue labbra.

"Sono davvero così?" toccò infinite volte lo specchio per accertarsi che il riflesso di quel ragazzo appartenesse a lui.

La voce proveniente dal dottore lo fece ridestare ed il ragazzo si voltò verso quest'ultimo. Dal tesserino appeso al suo camice lesse il suo nome.

"Kim Seokjin?" pronunciò vacillante, analizzandolo come se stesse svolgendo un problema di matematica. Ma quello che lo stranì maggiormente fu sia il suo cognome, che non gli era nuovo, e anche gli occhi colmi di lacrime e stupore.

"Per caso la peculiarità di quest'ospedale è rimanere impalati ed osservare come dei folli i pazienti?" rise il ragazzo, cercando di troncare quel momento d'imbarazzo generale.

"Taehyung, sono io! Jin." disse, gettandosi fra le sue braccia e stringendolo saldamente.

"Jin? Quindi io sarei Taehyung?" fu così tanto scettico che non ricambiò l'abbraccio.

"Tae, sono tuo fratello!" affermò, scostandosi leggermente per guardarlo meglio in faccia. Ma gli sembrò di essere uno sconosciuto agli occhi del fratello.

Taehyung constatò che l'infermiera avesse ragione. Ma allora perché il suo nome non gli dava nulla di nuovo e non gli provocava nessun effetto? E poi aveva davvero un fratello?

"Sei mio fratello?" domandò impacciatamente mentre indietreggiò di qualche passo.

"Pensi che ti stia mentendo? Non puoi immaginare quanto fossi preoccupato!" gli riferì, avanzando verso di lui, ma Taehyung con la mano gli fece segno di fermarsi e di non avvicinarsi.

L'abbraccio di Jin non gli aveva scaturito nulla. Nessun tipo di emozione o sensazione. E pregò che stesse soltanto sognando e che qualcuno lo risvegliasse al più presto.

"Sei stato in coma per tre mesi e hai avut-?

Taehyung troncò all'istante la frase del fratello.

"Un attimo! Sono stato in coma per tre mesi?" chiese, sventolandosi per prendere aria.

THE SECRET OF MY LAST LIFE - TAEKOOKحيث تعيش القصص. اكتشف الآن