14.2 Per lei

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Arthur si svegliò di soprassalto e col cuore a mille

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Arthur si svegliò di soprassalto e col cuore a mille.

Si guardò intorno: era nel salone di casa sua, la luce del mattino filtrava dalla parete vetrata alle sue spalle, e lui era ancora vestito di tutto punto dalla notte precedente. Era stato solo un sogno, l'ennesimo sogno angosciante con Chandra e Jesse come protagonisti.

Solo che quello era diverso da tutti gli altri. Talmente tanto che, alla sera, di fronte agli alloggi di Sire Deroy, Arthur non era ancora riuscito a toglierselo dalla testa.

Ma, in fin dei conti, continuare a pensare a una Chandra nuda e incazzata era l'ultimo dei suoi problemi: molto peggio era ciò che stava per fare, in nome di quella Chandra nuda e incazzata.

«Spero tu abbia ragione, ma chérie, e che questa sia l'unica soluzione possibile», sibilò Arthur alla porta chiusa. «Altrimenti non so più come aiutarti o dove andare a nascondermi per la vergogna.»

Bussò.

Venne ad aprirgli sua sorella Miranda, in camicia da notte tutta pizzi e i capelli raccolti in una bassa coda di cavallo, residente lì da quando l'appartamento aveva cambiato proprietario.

«Artie?» Miranda lo squadrò, come ad accertarsi che fosse davvero lui. «Cosa ci fai qui?»

Arthur ficcò le mani nei pantaloni color cammello. «C'è Jesse? Devo parlare con lui.»

«Jesse?» Miranda sbarrò gli occhi e torse il collo dietro di sé, all'interno del salone dove stava la scalinata a chiocciola. «Sono le undici, Artie, stavamo per andare a dormire.»

«Per favore, Miranda, è urgente.» Arthur aveva poggiato il palmo sullo stipite della porta, alla ricerca dello sguardo grigio della sorella. «Poi me ne andrò.»

Miranda lo fissò per qualche istante, come se stesse soppesando quale dei due ragazzi valesse la pena accontentare: se suo fratello, disperato sulla soglia, o il suo fidanzato, stanco di fare chissà cosa e pronto a mettersi a letto. Arthur temette la risposta per tutto il tempo.

Ma la sua sorellina, alla fine, sospirò. «Va bene, Artie, entra pure.»

Arthur le rivolse un veloce "merci", piuttosto distaccato se non accompagnato al bacio sulla fronte che le dava di solito per ringraziarla di qualcosa, del quale purtroppo non sentiva più la spinta affettiva, ed entrò negli alloggi del Sire.

L'ultima volta che era stato in quella casa aveva giurato a se stesso che, la successiva, sarebbe diventata a tutti gli effetti una sua proprietà. Poi durante i quattro mesi d'accolito aveva conosciuto Chandra, e da allora lei si era aggiunta ai suoi sogni a occhi aperti.

Si perdeva spesso a pensare come sarebbe stato svegliarsi ogni mattina con lei al fianco, tutta nuda, e portarle la colazione a letto. Oppure a immaginare tutti i posti in cui avrebbe potuto farla sua, con una forte predilezione per l'immensa vasca da bagno a disposizione del Guardiano.

Come Acqua e FuocoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora