Capitolo 2

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Osservavo Harry nuotare e mi incantai ad guardarlo.

Stava uscendo dalla piscina e le gocce d'acqua scendevano lungo il suo corpo passando sopra ai suoi muscoli ben definiti.

Mentre camminava verso il lettino affianco al mio distolsi lo sguardo per evitare che mi sorprendesse a fissarlo come poco prima.

Improvvisamente tutto l'odio per il mio personal trainer sparì e mi ritrovai a ringraziarlo mentalmente per avermi fatto restare in forma.

Il mio telefono prese a squillare prima che uno dei due potesse dire qualcosa e così mi trovai a rispondere ad Amelia.

"Qualsiasi cosa devi dirmi scrivimi una email, non voglio ricevere nessuna chiamata a meno che non ci sia qualcuno in procinto di morire. " e chiusi la telefonata senza nemmeno sapere cosa avesse da dirmi.

"La quiete prima della tempesta o sbaglio?" Chiese Harry che intanto si era steso sul lettino accanto al mio.

"Già, fortuna che ci si può godere un po' di tranquillità" risposi tranquillamente.

"Ha proprio ragione signor Tomlinson, domani sarà come essere sbattuti in un altro mondo molto più frenetico di questo."

"Sì. Ma il lavoro è vita e devo ammettere che stare in sua compagnia è stato gradevole e mi piacerebbe restare qui ma purtroppo devo ritornare alla mia stanza perché il lavoro mi chiama" dissi iniziando a raccogliere le mie cose.

"La accompagno, non avrebbe senso restare da soli in una piscina non trova? " si offrì senza però darmi il tempo di ribattere perché era già accanto a me che camminava lungo il corridoio verso l'ascensore.

"Che piano?" Mi domandò.

"Quarto grazie"

E premette il pulsante facendo così chiudere le porte.

C'era una strana tensione tra di noi e io cercavo di nascondere il più possibile la voglia che avevo di non staccargli gli occhi di dosso.

Una luce illuminava i vari numeri corrispindenti al piano in cui si trovava l'ascensore, ma a metà tra il terzo e il quarto vidi Harry premere il pulsante dello stop.

Lo guardai piuttosto sorpreso.

"Perché. ..." e due secondi dopo, senza aver nemmeno finito di porgli la mia domanda, mi ritrovai bloccato dal suo corpo contro la parete.

"Perché l'ho deciso io" ripspose prima di unire le sue labbra alle mie in un bacio frenetico.

Le mie mani erano tenute ferme dietro la mia schiena dalle sue e le sue labbra sulle mie.

Un bacio.

Certo, un bacio che di casto non aveva nulla.

I suoi fianchi premevano contro i miei facendomi sentire la sua eccitazione.

Mi desidera.

Subito però capii il significato di quei baci, non erano i primi di quel tipo che ricevevo.

Questi sono gli stessi baci che mi dava Erik prima di prendermi come piaceva a lui.

Chi avrebbe mai detto che il famoso Harry Styles fosse quel tipo di persona.

Si staccò da me e ripremette il bottone per far partire l'ascensore che arrivò subito al quarto piano dove lo vidi uscire.

"Spero di rivederla presto signor Tomlinson" disse prima di sparire nel corridoio e lasciarmi nell'ascensore ancora accaldato per l'accaduto.

Ancora un po' intontito andai in camera e mi buttai sul letto.

Se lui è come penso potrei ottenere facilmente l'intervista  e allo stesso tempo non dover perdere più tempo alla ricerca di qualcuno che sostituisca Erik.

Continuai a rimuginare sulla faccenda fino a sera quando mi feci portare la cena in camera e chiamai Amelia per farmi fare il resoconto della giornata.

Una volta cobtrollate le email diedi l'ok all'anteprima del nuovo numero del mese e mi addormentai.

Erano circa le nove quando la mattina seguente scesi a fare colazione al bar.

Harry aveva programmato dei brevi colloqui per decidere con quale giornale avrebbe voluto fare l'intervista.

Era un processo insolito,  di solito sono i manager a scegliere le interviste da fare e con chi farle, ma poco importava al momento.

Alle dieci mi trovavo fuori dalla sua stanza, senza saperne il motivo.

La receptionist dopo avermi visto passare mi aveva gentilmente riferito che il signor Styles voleva vedermi e così eccomi qui.

Bussai ed entrai.

"Signor Styles buongiorno" dissi salutandolo.

"Siediti" disse indicando la sedia difronte a lui con un tono che non ammetteva repliche.

Feci come aveva detto.

"L'intervista è tua, ad una condizione." Disse frettolosamente.

Ero sconvolto, non capivo nulla.

"Come..." provai a chiedergli ma venni interrotto.

"Prima di parlartene ho bisogno della tua firma su questo accordo di riservatezza" disse mettendomi il foglio sotto al naso.

Firmai velocemente dandogli solo un'occhiata veloce, non era nulla di che. Ne avevo visti abbastanza di accordi del genere, pretendevano solo il silenzio su una determinata cosa.

"Ottimo, un'ultima domanda. Sei gay Louis?"

Fu diretto nel chiedermelo ed io lo fui nel rispondergli di sì.

"Bene. Dentro questa busta c'è un altro contratto,  voglio che tu lo legga e mi dia una risposta.  Non la voglio adesso, ci rivedremo stasera sempre che tu voglia ancora vedermi" Disse consegnandomi una busta.

Mi alzai e lo seguii verso la porta.

Quando fui fuori dalla sua camera raggiunsi velocemente la mia per aprire la busta.

Il contratto in sè non mi stupì e realizzai di aver avuto ragione sulle mie ipotesi fatte il giorno prima.

Harry è come Erik.

Un dominatore.

Buonasera.

Il secondo capitolo è qui.

Pubblicherò il prossimo a tre voti.

Di solito non faccio sta cosa dei voti ma vedo sempre tante visualizzazioni (su tutte le mie storie) e nemmeno un voto quindi mi sembra l'unica soluzione.

Speri vi piaccia, fatemi sapere che ve ne pare con un commento se vi va.

Votate e al prossimo capitolo.

Un bacio.

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