Capitolo 1

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«Sei il mio migliore amico, devi aiutarmi!»

«In cosa, questa volta?»

«Devo trovare un regalo per Liam e non ho idee»

«Nì, è il tuo ragazzo, dovresti sapere tu cosa gli piace!»

«Ma Louis, tu sei il mio migliore amico e tu mi devi aiutare!»

Il turno di notte in ospedale era quello che Louis odiava di più.

Toccava fare tutto a loro tirocinanti, le infermiere più vecchie e bisbetiche, secondo Louis, li lasciavano fare anche le più piccole delle mansioni, con la scusante di dover imparare, cosicché esse potessero continuare a guardare qualche stupida soap opera televisiva. Sì, odiava decisamente quelle donne così irritabili ed ancora di più i turni che gli erano stati affidati. Voleva essere d'aiuto, essere nel bel mezzo dell'azione ed imparare ma lo avevano assegnato al reparto apparentemente più tranquillo ed ai turni meno movimentati e di questo non era contento. Si sentiva inutile eppure molti dei suoi colleghi avrebbero letteralmente ucciso per la fortuna che aveva avuto il ragazzo.

Louis sbuffò sonoramente quando sentì di nuovo quel fastidioso campanello suonare. Quella sera sembrava proprio che non avesse intenzione di smettere. «Reparto tranquillo un corno» - bofonchiò, mentre con poca grazia si alzò dalla sedia per dirigersi verso il corridoio, lasciandosi alle spalle la sala dove i dottori passavano la maggior parte del loro tempo, alla faccia dei loro pazienti! Quella sera però non era una delle migliori per il giovane ragazzo, anzi era svogliato ed i suoi nervi chiedevano un minuto di pace. Louis, quella sera, non si riconosceva minimamente nel dottore che era.

Il corridoio era vuoto, le infermiere di turno, vista l'ora tarda, stavano sicuramente parlottando di qualche stupidaggine davanti la macchinetta del caffè ed il ragazzo fu felice di non averne incontrata nemmeno una, ne sopportava davvero poche ed irritabile com'era quella sera, anche quelle che gli erano più simpatiche sarebbero finite sulla sua lista nera. Il ragazzo fece un simil sorriso osservando che la camera dal quale proveniva quel fastidioso suono era la stanza 104 nonché quella che visitava di più, per un motivo o per un altro. Entrò, sistemando la sua chiave elettronica vicino l'interruttore della luce ed altri pulsanti, per far smettere quell'odioso suono e sorrise alla signora Fassbender, aveva preso quella vecchietta davvero a cuore. Era stato assegnato al reparto ortopedia da almeno quattro mesi, ma tutto era diventato più leggero da quando Claire era arrivata, quasi un mese e mezzo prima. Nonostante i suoi 82 anni, i suoi due interventi all'anca ed un impianto al ginocchio che l'avrebbe costretta a restare in assoluto riposo per almeno sei mesi, la donna era arzilla e senza peli sulla lingua, sempre con un aneddoto proveniente dalla sua adolescenza quando era una, citando le sue stesse parole - «Bella bambolina e tutti i soldati tedeschi mi correvano dietro» - oppure qualche battuta che rendeva notevolmente meno noiose le serate del ragazzo ed in generale di tutto il personale medico, soprattutto quando la vecchietta decideva di fare qualche gita inaspettata nei meandri dell'ospedale o nel giardino esterno oppure ancora nel bar, non molto raccomandabile dopo una certa ora, poco distante dalla struttura.

«Oh Lewis, noto che hai tagliato i capelli» - non c'era verso di far imparare alla donna la corretta pronuncia del suo nome, ma era una battaglia a cui aveva rinunciato settimane addietro. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli lisci, ora notevolmente più corti, spostando il suo ciuffo da una parte all'altra della fronte - «Hai finalmente tolto la frangia, così si vedono quei tuoi adorabili occhioni azzurri». Louis arrossì leggermente, non era abituato a rispondere ai complimenti, non ne riceveva molti in effetti ed il massimo che faceva era sussurrare un labile - «Grazie» - e puntare gli occhi in basso.

«Se solo tu togliessi quell'orribile montatura e facessi qualcosa per la tua pelle, saresti il più bello di tutto questo ospedale, anche di più del dottor Payne» - era alquanto impossibile essere più bello di lui, si ritrovò a pensare il ragazzo mentre controllava distrattamente la medicazione al ginocchio della vecchia. Liam, il dottor Payne, era stato suo collega per sette lunghi mesi, era un anno più grande di lui, il sogno erotico di infermiere e pazienti ma sfortunatamente per loro, fidanzato con quello che era il suo migliore amico dalle scuole medie: Niall. Si era innamorato del ragazzo non appena Louis li aveva presentati e come dargli torto, Liam era di bella presenza, intelligente, forse gli mancava un po' di senso dell'umorismo ma riempiva questa sua mancanza con la sua fastidiosa sicurezza, forse era per quest'ultimo motivo che Louis non era mai andato molto d'accordo con lui, nonostante Niall ed il loro lavoro. Liam aveva tutta quella fiducia che Louis non aveva, nemmeno la immaginava ed era bello, bello da far schifo e lui, beh a ventiquattro anni aveva dato a malapena un paio di baci a stampo e questo era tutto dire. Non si sentiva bello, tanto meno affascinante o anche solo un tipo. No, Louis odiava i suoi occhi di un azzurro spento, coperti da quegli occhiali neri e spessi, ancora di più, non gli piaceva la sua statura che sfiorava a malapena i centosettanta centimetri o il suo corpo esile, ma ciò che davvero odiava in lui, erano quelle cicatrici che un passato acne giovanile aveva lasciato sulle sue guance e proprio quei piccoli ma profondi segni lo rendevano terribilmente insicuro di se stesso, paranoico a tratti, poiché erano frequenti le volte in cui smetteva di parlare con qualche paziente perché convinto che stessero osservando quelle orribile cicatrici. Era terribilmente insicuro, fortunatamente non nel suo lavoro, e forse per questo motivo erano davvero poche le volte in cui prendeva parte a feste o a semplice uscite dove non erano compresi i soliti quattro amici. Stava bene nel suo mondo fatto di enormi tomi di anatomia, programmi scientifici, fumetti, tornei di FIFA e musica rock. Non chiedeva nulla di più perché aveva imparato ad accontentarsi delle piccole cose da lui costruite, a farsi bastare quelle. Aveva Niall e soprattutto aveva la sua sudata ed amata laurea in medicina, appesa nel suo piccolo appartamento nella periferia di Londra e gli andava bene così.

Birthday's Presents || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora