Capitolo 3

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Apro gli occhi al suono della sveglia, che avevo impostato sulle 7:00.

Ancora assonata mi dirigo verso il bagno, dove mi sciacquo il viso e faccio i miei bisogni.

Dopo aver fatto colazione ed essermi fatta una doccia, vado in camera per vestirmi, e dovevo fare in fretta dato che dovevo uscire alle 8:00 e mancavano solo 10 minuti.

Dopo una lunga riflessione davanti all'armadio, decido di indossare un top elegante nero e dei jeans chiari stretti.
Mi metto un velo di trucco, giusto l'essenziale, e le mie scarpe preferite: delle Valentino nere con tacco.
Prendo la mia borsa, già pronta, ed esco di casa.

Mi sembrava di essere una di quelle imprenditrici ricche che vanno in giro sempre eleganti e con vestiti firmati, che nel mio caso erano solo le scarpe ma dettagli.

Raggiungo la mia 500 bianca e, una volta aver impostato il navigatore, parto verso l'ignoto...più o meno.

Dopo circa mezz'ora raggiungo il centro del club e rimango meravigliata appena lo vedo.
Era così moderno e imponente.

Ero così presa dall'ammirare la struttura che non mi rendo conto di aver creato una fila di macchina dietro di me, che aspettavano impazienti.
Il suono di un clacson mi fa sobbalzare e riparto, scusandomi con gli altri lavoratori.
Vado verso il parcheggio, che è sotterraneo e anch'esso all'avanguardia.
Dopo essermi persa in quel labirinto di macchina, trovo il posto riservato a me:

Camila Gomes
reporter

Leggo sul cartello di fronte al mio parcheggio.
Alla sua vista sorrido soddisfatta.
Posteggio la mia macchina e mi dirigo verso l'entrata.

Le porte automatiche si aprono con un tempismo perfetto e appena entro all'interno vengo travolta da un vento gelido, tipico dei condizionatori: questa cosa già mi piace.
Sperando di non prendermi un raffreddore o una broncopolmonite, vado verso la reception.
Una ragazza davvero bella è dietro il bancone e mi chiede subito sorridendo di cosa avessi bisogno.
"Sono la nuova reporter. Camila Gomes"
"Oh certo! Ti stavamo aspettando! Vieni ti mostro il tuo ufficio"
E mi fa segno di seguirla nell'ascensore, nel quale parte una musichetta molto carina.

Arriviamo al terzo piano e mi trovo davanti ad un lungo corridoio pieno di porte disposte su tutti e due i lati.
Uomini e donne di tutte le età andavano e venivano, tutti erano occupati a parlare al telefono o tra di loro.
Parlavano un francese così veloce che nemmeno io che sono nata a Parigi riuscivo a capire tutto quello che dicevano.

"Eccoci, questo è il tuo ufficio" dice la ragazza aprendomi la porta.
Era stupendo, veramente.
C'era un'enorme scrivania a sinistra con una sedia girevole che non vedevo l'ora di provare.
Una libreria piena di libri e foto ricopriva l'intera parete sinistra.
Opposta ad essa c'era un grande quadro di arte moderna, sotto il quale c'era un divanetto nero di pelle, accompagnato da un tavolino sul quale c'erano diversi snack.
Ma la mia attenzione viene catturata dalla vetrata con vista sul campo d'allenamento.
Appena si entrava nella stanza era la prima cosa che si notava, tuttavia io l'avevo vista per ultima.

Avevo la bocca aperta e la receptionist se ne accorge, dato che ridendo mi dice "Ti lascio da sola, ci vediamo!"
"Ah si scusa, a presto" farfuglio io riprendedomi.

Appena si chiude la porta, getto la borsa sul divanetto e mi fiondo sulla mia nuova sedia.
Inizio a far finta di essere qualcuno di importante e rido da sola, poi mi metto a girare su me stessa come una bambina.
Vengo interrotta dalla porta che si apre.
Quando vedo che ci sono due signori sull'uscio torno in me ma temo che mi abbiano vista.
Sembravano delle persone importanti quindi mi sistemo per bene e li saluto cordialmente.
"Buongiorno"
"Buongiorno signorina Gomes" mi saluta il signore che mi aveva chiamato l'altra volta.
"Io sono Nasser Al-Khelaïfi, presidente del Paris Saint-Germain" si presenta lui.
Al nome "presidente" mi sono alzata di scatto dalla sedia e lui mi ha guardata divertita
"Non si preoccupi si può sedere"
Io ubbidisco accennando un sorriso confuso.
"Lui è Christophe Galtier, allenatore della squadra" dice indicando l'uomo accanto a lui.
"Piacere di conoscerla, Camila Gomes" dico io andando a stringergli la mano.
Dopo le presentazioni il presidente (detto così fa ridere hahah) mi dice "Non c'è molto da dire, sembri una ragazza in gamba e vedo che ti sei già ambientata"
A quella frase arrossisco leggermente, dato che si riferiva a quando sono stata colta di sorpresa mentre giravo sulla sedia.
"Oggi puoi esplorare un po' e hai due giorni per prepararti ad un vero giorno di lavoro. Il 12 c'è una delle prime partite del Paris e tu andrai con loro" mi dice Al-Khelaïfi
"Wow non vedo l'ora! Grazie mille" rispondo io cercando di trattenere le mie forti emozioni.
"Ci vediamo Camila" mi saluta l'allenatore, seguito dal presidente.
"Arrivederci, è stato un piacere conoscervi" rispondo io sorridendo.

Appena se ne vanno, esploro il mio ufficio.
Era tutto così perfetto.
Ero nell'ufficio dei miei sogni.

Prendo una gomma da masticare dal cesto sul tavolino e mi metto ad osservare il campo che era a pochi metri dall'edificio.
Guardo come si muovono tutti i giocatori e le magie che fanno con il pallone.
Sembrano anche divertirsi, da come ridono e si spintonano tra di loro "Magari sono davvero simpatici" penso tra me e me.
Persa tra i miei pensieri non mi rendo conto che due calciatori mi stavano fissando da lontano.
Io imbarazzata mi giro di scatto e sparisco dalla loro vista.

Decido di andare a visitare tutto il centro, quindi metto il telefono in tasca e i miei immancabili occhiali da sole in testa.

Ci ho messo un po' a trovare l'ascensore, ma mi ero resa conto dopo che c'era i cartelli appessi al soffitto.
Appena la porta si apre una decina di persone escono tutte insieme e mi travolgono.
"Almeno sono da sola" penso io: visto come sono è meglio evitare situazioni con molta gente, e soprattutto in uno spazio ristretto.

Quindi entro in ascensore e premo il tasto per il piano terra.
Arrivo all'ingresso, trovandomi davanti alla reception e alla gentile ragazza che la gestisce.
"Vedo che stai già esplorando" mi dice lei.
"Già, ma questo posto è enorme, è impossibile non perdersi! Comunque volevo ringraziarti per l'aiuto, signorina...?"
"Emilie Blanc. Scusa se non mi sono presentata prima" dice lei abbassando lo sguardo
"Tranquilla" la tranquillizzo io sorridendo, e lei fa lo stesso.
"Ora vado, ci vediamo!"
"Ok, ciao Camila"

Mi dirigo verso il retro, dove vedo una grande area verde.
Esco e mi sembra di essere arrivata in paradiso.
C'era un grande parco pieno di alberi, fiori e panchine.
I tavoloni erano tutti occupati da lavoratori indaffarati, quindi io decido di spostarmi.
La mia attenzione viene catturata dal campo da calcio, quello che stavo guardando prima.
Decido di avvicinarmi per osservare i calciatori allenarsi.

Man mano che mi avvicinavo sentivo le urla dell'allenatore che dava indicazioni e quelle dei giocatori che chiamavano la palla.
C'era molta gente ad osservare l'allenamento, quindi non mi faccio problemi ad avvicinarmi e appoggiarmi alla recinzione.
Inoltre avevo il pass al collo, quindi non si dovevano preoccupare.

Riconosco subito Messi, impossibile non notarlo.
Purtroppo gli altri, sia perchè erano lontani da me sia perchè non conoscevo tutti, non sono riuscita a riconoscerli.

Ad un certo punto, il pallone arriva a tutta velocità nella mia direzione e io per fortuna riesco ad evitarlo.
Un ragazzo giovane di carnagione piuttosto scura viene verso di me per recuperare il pallone e quando è vicino riesco a riconoscerlo.
"Ehi scusami, ti stavo per colpire. Ottimi riflessi a proposito" mi dice lui.
"Tranquillo. Tu sei Kylian vero?" gli chiedo per togliermi i dubbi.
"Sì, e tu sei nuova vero?" ribatte sorridendomi.
"Già, la vostra nuova reporter" rispondo io.
"Ah wow. Allora siamo fortunati quest'anno" mi dice facendomi l'occhiolino.
"In che senso?" gli chiedo confusa.
"Nel senso che se vieni sempre ai nostri allenamenti, rischi di distrarre metà squadra" mi risponde ridendo.
"Oh" dico io super imbarrazata.
"Vabbè ora vado, è stato un piacere. Ci vediamo...?"
"Camila"
"Aaah sei ispanica eh?"
"Sì, ho origini brasiliane"
"Davvero? Anche noi abbiamo un brasiliano, peccato che non sia qui oggi. Vabbè alla prossima Camila!"
"Alla prossima"

Mentre il calciatore francese torna dai suoi compagni io decido di tornare in ufficio.
Avevo appena conosciuto uno dei calciatori più forti al mondo e dovevo ancora rendermene conto.

BLESSED || Neymar JrWhere stories live. Discover now