In cerca di pace

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Dopo aver perso la sua piccola, Grace non aveva più voglia di andare avanti, le giornate erano tutte uguali e la sua mente era in fissa sempre con le stesse cose, le stesse immagini, stesse canzoni...

Nonostante tutto il tempo passato, niente era cambiato, nel cuore tanta amarezza, ci aveva creduto fino in fondo, aveva amato quell'esserino dentro di sé, aveva abbracciato l'idea di essere mamma, si era persa in un sogno.

Al risveglio la realtà era stata molto cruda, tutto quello che le rimaneva era leccarsi le ferite da sola, ma i tagli erano così profondi che nulla poteva farli chiudere.

Così prese una decisione, pensò di andare via, di allontanarsi dal mondo, quel mondo crudele che le aveva fatto tanto male, che l'aveva presa in giro, derisa, trattata come una scarpa vecchia, voleva ritirarsi, appartarsi dal rumore e ripararsi in un silenzio forzato.

Si rifugiò in un convento, aveva pensato che lì tra quelle quattro mura, circondata da suore dedite alla preghiera, avrebbe trovato un pò di pace, che il suo cuore avrebbe rallentato la corsa, che si sarebbe abituata a non sentire più nulla.

La cosa risultò alquanto facile, tramite don Sebastiano furono stabiliti tutti i contatti, bastò fare una cospiqua donazione al convento e la madre superiora spalancò le porte a quella povera laica che aveva smarrito la via.

Grace fece velocemente l'unica valigia con le poche cose che le erano state concesse di portare ed entrò in quello che lei pensava fosse un luogo di pace, a breve, suo malgrado, dovette ricredersi.

Appena arrivata venne condotta nel salone adibito a consumare i pasti, lì erano state radunate tutte le suore che le diedero un caloroso benvenuto.
Poi fu portata nella sua stanza, una cella fredda, con un letto, un misero armadio, una scrivania e una sedia, nient'altro.

Quella stanza l'aveva resa triste da subito ma poi si era detta - è l'essenziale, tutto quello che ti serve per sopravvivere.

Non c'erano specchi, il bagno era nel corridoio, in comune con le altre e la piccola finestrella affacciava sul chiosco, si intravedeva solo il pozzo, due piante e una panchina dove qualche suora più anziana si sedeva per leggere
un pò.

All'improvviso sentì bussare alla porta, cosa volevano ora?
Lei aveva bisogno di tempo per digerire quel brusco cambiamento che lei stessa aveva voluto ma che in verità le stava stretto.
Aprì la porta, si ritrovò la stanza invasa da cinque suore
- ciao Grace, sono suor Margaret, lei è suor Elena, suor Agnese, suor Beatrice e suor Lidia, siamo venute ad accoglierti, a spiegarti un pò di cosette su come vanno le cose qui...a sentire la tua storia, anche se già la conosciamo, insomma a fare due chiacchiere...dai racconta, come mai sei qui? Vuoi prendere i voti?
- No, non credo di avere nessuna vocazione, voglio semplicemente stare un pò lontana da là fuori.
- ho capito dai, il tuo lui è stato uno stronzo, tu sei un pò depressa...ma non ti preoccupare ci siamo noi a farti passare tutto. Sai, ognuna di noi è qui perché più o meno ha passato quello che hai passato tu. Eravamo disperate ...poi piano piano ci siamo rifatte una vita. Qui avrai modo di conoscere un sacco di uomini, devi solo scegliere il confessore giusto e l'amore sarà del tutto dimenticato, sesso puro, estremo, una botta di vita insomma.
Ti daremo noi delle dritte, stai tranquilla.

Grace rimase immobile, scioccata da quello che le sue orecchie avevano appena ascoltato.
In un attimo ricordò "la monaca" un libro letto anni prima, dove gli argomenti trattati erano quelli che aveva appena udito, si rivide davanti agli occhi la ben nota "monaca di monza"...insomma tutto tranne che la pace che aveva immaginato.

-allora?
Le disse suor Agnese.
Grace era confusa, non sapeva come dover rispondere, così su due piedi disse:
- no, grazie, ho chiuso con l'amore, non voglio nessuna avventura o storia o cose del genere. Attualmente ho un rifiuto per un qualsiasi contatto con un altro uomo, grazie ma vorrei stare un pò da sola, spero di non offendere nessuno.
Mi sento spaesata ma non credo che frequentare un uomo, farci del sesso sia la soluzione per me, non mi interessa più, non sento proprio il bisogno.

- ok, nessun offesa, quando cambierai idea...perché succederà ahah...sarai tu a dircelo.
Fino ad allora tieni la bocca chiusa però.
Quello che ti abbiamo detto non deve uscire da questa stanza.
Intimò suor Elena.

- si, state tranquille, non voglio guai.
- bene, andremo molto d'accordo...allora facci vedere la biancheria, hai qualcosa di carino da prestarci, reggiseni, slip...qui è difficile recuperare cose nuove...specie biancheria intima un pò...come dire...sexy...

E scoppiarono tutte a ridere, Grace non fece in tempo a rispondere che le cinque figure si piombarono sulla valigia e si appropiarono di tutto quello che reputarono potesse esser utile a loro.

Quando andarono via, Grace stava già pensando a un modo per andarsene da quel posto.

Una volta si chiamava GraceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora