Un grande cuore che deve donarsi pezzo dopo pezzo.

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Ecco adesso passeremo vicino a Nairobi. Sai che significa Nairobi?
- no, a dire il vero no...Nairobi per me è "una figa da paura" la puta ama"
Rispose Grace ridendo.
- così c'era scritto sulla bara di Nairobi nella "casa de papel" ...piango sempre quando rivedo quella scena, con quella canzone straziante
-cuando sube la marea-
Comunque non lo so, che significa?

Tommy la guardò
- hai un'anima super sensibile.
Così dicendo le spostò una ciocca di capelli che il vento continuava a sbatterle sulle labbra.
Quel gesto provocò in entrambi un forte turbamento ma tutti e due fecero finta di niente e Tommy continuò un pò imbarazzato spiegando che Nairobi significava "luogo dell'acqua fredda".

In realtà noi saremo molto lontani da Nairobi, la missione si trova in un piccolo villaggio sperduto, dove non c'è acqua, non ci sono grossi rifornimenti né tantomeno grandi comodità.

Preparati a vedere ciò che non hai mai visto, a rimpiangere ciò che davi per scontato, come ad esempio l'acqua, i tuoi spazi, dormiremo tutti insieme sicuramente in un grande tendone.
Dimentica la privacy, i tuoi problemi, la tua persona, ricordati d'ora in poi sei solo un grande cuore che deve donarsi pezzo a pezzo.

- sei una persona eccezionale
- sono solo un giovane dottore che cerca di fare il suo lavoro, cioè aiutare gli altri.

Arrivati alla missione fu tutto come aveva descritto Tommy, eccetto una cosa.
Il dottore aveva tralasciato di parlare dei bambini, Grace si ritrovò di fronte a tanti occhioni spalancati, simili a grandi stelle luccicanti, i loro sguardi dicevano tutto, li accolsero in modo spettacolare, con grandi sorrisi e canti di gioia, benché fossero nell'assoluta povertà, sprizzavano allegria.
Grace li guardò, erano mal vestiti, un'accozzaglia senza senso, senza abbinamento di colori, senza distinzione di età, chi indossava taglie molto più grandi, chi estremamente piccole, pochi avevano scarpe, il resto a piedi nudi, la maggior parte con i capelli rasati, così da facilitare la pulizia, pancini gonfi e corpi a dir poco scheletrici...

Eppure emanavano un profumo di vita, quella vera, quella che lotta, giorno dopo giorno, per la sopravvivenza, che ride per poco, che si accontenta di nulla, che ha voglia di andare avanti, nonostante tutto, che si attacca alla vita con le unghia e con i denti, che sa che nulla sarà facile, che il viaggio è duro e tutto in salita, che uno su mille solo può farcela e ciò nonostante è grata per aver ricevuto il dono della vita.

Quella fu la sua prima lezione di vita, impartita da un esercito di anime innocenti che non avevano alcun arma per difendersi eccetto il sorriso.

Una volta si chiamava GraceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora