Capitolo 11

587 33 122
                                    

Una leggera brezza fresca entra all'interno della mia stanza causandomi dei brividi. Ho lasciato la porta del terrazzo aperta con la scusa di sentire l'arrivo del ricciolino.

Fuori è silenzio, si possono sentire solo i grilli frinire e tutto ciò mi crea pace.
Pace, quella che ho bisogno di trovare dopo aver parlato con Vinnie.

Sono seduta a gambe incrociate per terra con la schiena appoggiata al letto e gli occhi incollati sul display del mio telefono.

Delle voci provenire dal terrazzo fanno eco in camera mia. Di scatto alzo la testa quando sento nominare il mio nome. Presa dalla curiosità mi avvicino senza farmi beccare e origlio la conversazione, o dovrei dire, la sfuriata di gelosia della rossa.

Sta parlando con Vinnie, gli sta chiedendo cosa c'è tra me e lui. Dopo un grande sospiro lo sento sbottare:

Vinnie: Renata te l'ho già detto. Non c'è nulla tra me e Natalia. Come puoi pensare che io vada dietro ad una persona come lei. Lei che va a letto ogni giorno con un ragazzo diverso solo per divertimento. È una ragazza senza cuore, incapace di amare, incapace di avere una relazione stabile. Sai che non sono attratto da quel genere di persona.

Se mi avessero investito con la macchina in questo momento sentirei meno male invece che sentire questo dolore lancinante al petto.

Senza rendermene conto delle lacrime iniziano a scivolare lungo le mie guance. Non provavo questo sentimento da quando mi sono lasciata con il mio ex, da quella volta poi è vero, non ho più voluto amare nessuno, ho pensato solo a divertirmi ma perché sono rimasta così ferita che ho preferito mettere il mio cuore sotto chiave per paura di essere ferita nuovamente.

Mi asciugo le lacrime con il bordo della manica e vado a nascondermi sotto le lenzuola finché uno scricchiolio della porta seguito da un "Nat posso entrare?" fanno fermare il mio pianto a singhiozzi.

Esco fuori dal lenzuolo solo con la testa mentre dico ad Ace che può entrare.

Ace: Che succede? Hai pianto?

Ritorno con la testa sotto le lenzuola per evitare un ulteriore contatto visivo ma Ace si fionda sul letto cercando in tutti i modi di levarmi il lenzuolo di dosso, ma io resisto, con tutta la forza che ho tengo tra le mani quella stoffa che fino a poco fa mi faceva da scudo.

Ahimè la forza inizia a cedere quando comincia a muovere le sue dita su tutto il mio corpo, anche con un lenzuolo che ci divide le sue mani riescono a causarmi il solletico.

Natalia: Ok Ace basta, ti prego, basta.

Esco allo scoperto e lo invito a rannicchiarsi con me sotto le lenzuola.

Nascosta dal mondo esterno mi confesso con lui, raccontandogli ciò che ho sentito uscire dalla bocca di Vinnie. Non lo so perché mi sto aprendo con lui, forse perché lo ritengo un buon amico, un buon ascoltatore o forse perché mi sento così sola che trovo in lui una spalla su cui piangere.

Ma ovviamente dovevo immaginare che parlare con Ace di Vinnie è come darsi la zappa sui piedi. Vedo la sua ira riversarsi sulla vena del suo collo che per la rabbia inizia a pulsare.

Ace: Io lo ammazzo quello stronzo.

Natalia: Ti prego Ace, lascia stare.

Lo sto implorando e trattenendo in tutti i modi ma lui è troppo incazzato per ascoltarmi.

Come una furia esce dal mio letto per incamminarsi verso la stanza di Vinnie.

Sono così costretta a replicare la sua mossa e seguirlo per mantenere la situazione sotto controllo.

Wait for me ||Vinnie Hacker|| Место, где живут истории. Откройте их для себя