Capitolo 9

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Ace: Sono felice che tu abbia scelto me e non quello stronzo.

Annuisco con la testa mentre osservo le luci dei lampioni formare una scia di colori data dalla velocità della macchina. Sento Ace parlare, ma non gli sto dando retta, sono troppo concentrata a guardare fuori dal finestrino e cercare in tutti i modi di non pensare a Vinnie.

Sto morendo dentro, con quale coraggio l'ho lasciato lì per terra mentre si dimenava dal dolore?
Per cercare di togliermi questo macigno dal petto provo a scrivergli un messaggio, anche se lo so che uno stupido sms non potrà mai sistemare ciò che ho fatto, ma ci provo.

Natalia: Ehi Vin. Volevo sapere se stavi bene...

Inviato.

So già che non mi risponderà, non lo farei nemmeno io se fossi al suo posto.

Ace: Mi stai ascoltando?

Natalia: Si certo.

Dico mentendo e rimettendo il telefono in borsa.

Ace: Ok questo dovrebbe essere l'hotel.

Parcheggia la macchina negli appositi parcheggi riservati all'hotel ed entriamo, senza una valigia, senza un vestito di ricambio. Sembriamo due giovani sprovveduti che chiedono una stanza nel cuore della notte solo per fare i loro sporchi comodi. Ed effettivamente è così...

Una volta arrivati al bancone della reception un giovane uomo ci controlla i documenti per poi proseguire con il check-in e infine farci strada verso l'ascensore.

Ace: È stata una fortuna trovare un hotel aperto a quest'ora della notte.

Dice facendo strisciare la tessera elettronica che funge da chiave lungo la serratura magnetica.

Ace: Ancora con quel muso lungo Natalia? Dai, non ci pensare a quello che è successo. Ora vieni qua, abbiamo una faccenda in sospeso io e te.

Afferma con una voce molto provocatoria mentre mi prende in braccio per poi lasciarmi cadere sul letto sotto di lui.

Le prime luci dell'alba invadono questa stanza che non è la mia. Mi aggomitolo tra le lenzuola bianche candide con ricamata la scritta dell'hotel dove stiamo alloggiando.

Non ho chiuso occhio per tutta la notte, il pensiero di Vinnie mi tormentava. Ogni volta che provavo a chiudere gli occhi mi appariva la sua immagine rannicchiata a terra con le mani sporche di sangue.

Ace: Buongiorno.

Le calde braccia di Ace si fanno forti sul mio petto.

Gli do un bacio sulla mano per poi girarmi verso di lui. Mentre mi accarezza il viso mi domanda come ho dormito.

Natalia: Insomma, questo letto non è molto confortevole...

Ace: Secondo me non è colpa del letto.

Gli chiedo di cosa parla. Un velo di tristezza cala sul suo viso mentre mi racconta che questa notte ho avuto più di un incubo. Urlavo il nome di Vinnie più e più volte.

Imbarazzata mi metto a sedere sul letto. Lo guardo, non so come giustificarmi ma soprattutto non so come scusarmi. È vero che tra noi non ci lega nulla oltre il sesso, però mi sento così mortificata.

Ace: Non lo so cosa ti frulla in quella testa Nat.

Vorrei capirlo anche io. Ma non è semplice. Da quando ho messo piede nella Hype House la visione che avevo sui ragazzi è cambiata. Ho giurato a me stessa che non mi sarei mai affezionata ad un ragazzo e invece non riesco a togliermi Vinnie dalla testa.

Ace: Terra chiama Natalia, ti ho chiesto cosa vuoi fare pomeriggio.

Natalia: Vorrei tornare alla Hype se non ti dispiace.

Ace: Scontato.

Con un sorriso finto e pieno di tristezza si alza dal letto per poi scomparire in bagno.

Approfitto della sua assenza per prendere il telefono dalla mia borsa e controllare i messaggi. Ho vari messaggi su whatsapp, ma di Vinnie nemmeno l'ombra.

Appena Ace si ripresenta in stanza mi vesto e mi faccio accompagnare alla Hype.
Per tutto il tragitto Ace si comporta come il mio vecchio psicologo, facendomi un sacco di domande cercando di scoprire qualcosa di più su me e Vinnie.

Arrivati a destinazione questo straziante interrogatorio si conclude. Saluto Ace e come beep beep di Willy il coyote corro verso la porta di ingresso, ma appena la oltrepasso vado a sbattere involontariamente contro il petto di qualcuno.

Natalia: Scusa.

Appena alzo la testa vedo che il petto muscoloso su cui sono andata a sbattere è del ricciolino.

Natalia: Ciao Vinnie.

Dico con un sorriso. Vederlo mi si riempie il cuore. L'ho pensato tutta la notte e ora averlo qua, poterlo guardare negli occhi mi fa stare bene.

Non credo però che la cosa sia reciproca, in quanto appena mi vede alza gli occhi al cielo e mi saluta con un "ciao" privo di qualsiasi emozione.

Il mio sguardo si sposta dai suoi bellissimi occhi color nocciola all'oggetto che sta tenendo in mano, al che la mia curiosità prende il sopravvento.

Natalia: Dove vai?

Vinnie: A San Diego.

Dice spintonandomi per passare.

Natalia: Ehi io vorrei parlarti...

Dico afferrandolo per il polso.

Vinnie: Parlarmi? Ora vuoi parlarmi? Potevi almeno assicurati che stessi bene prima di andare via con quel coglione. Ora non mi va di parlare, mi è tutto chiaro. Ora mollami.

Natalia: Non ti lascio andare finché non mi dici cosa, cosa ti è chiaro?

Vinnie: È chiaro che ti piace Ace. Quella sera in camera tua, mentre ti preparavi per uscire con lui, mi hai detto chiaro e tondo che dobbiamo mantenere le distanze. Inizialmente credevo che l'avessi detto per fare la dura, come fai sempre. Speravo che sotto sotto provassi qualcosa per me, ma adesso è chiaro che quella sera eri sincera. Quindi sai cosa Natalia? Manteniamole queste distanze, mi sono illuso per nulla...

A quelle parole ritraggo la mano e lo lascio andare verso la sua meta a me sconosciuta, senza aggiungere altro.

"Mi sono illuso per nulla" con quelle parole che mi esplodono dentro al cervello entro in casa. Per tenere questa mente in silenzio, obbligo Mia, Tabitha e Thomas a girare qualche video.

Natalia: Ok ragazzi, siete liberi di andare, abbiamo finito.

Con l'umore sotto terra mi siedo sul divanetto sotto la grande insegna "HYPE" quando si avvicina a me Thomas.

Thomas: Tutto ok? Ti vedo strana.

Natalia: Tu sai dove andava Vinnie?

Thomas: Da Renata, la sua ex.

Con l'amaro in bocca salgo in camera mia e mi butto a peso morto sul letto. Ora ricordo perché avevo detto di non affezionarmi più ai ragazzi, perché sono dei bastardi che ti fanno solo star male. E Vinnie ci è riuscito, ma la colpa è mia. Io ho abbassato la guardia, io gli ho dato la possibilità di trattarmi come una delle tante ragazze che sbavano ai suoi piedi.

Era plausibile che prima o poi tornasse dalla sua ex, alla fine il suo cuore è occupato da quella ragazza e sarà così per sempre, me lo devo mettere in testa e non farmi più abbindolare da lui, dai suoi modi di fare e da quello che mi dice.

Il suo "Mi sono illuso per nulla" era una menzogna, una frase dettata al vento. Non ci sono altre spiegazioni, altrimenti non avrebbe fatto la valigia per andare dalla sua ex.

Va bene Vinnie, manteniamo le distanze.
Ritornerò la Natalia di sempre, ritornerò ad alzare le mie barriere e tornerò la solita stronza, fredda, menefreghista di sempre.

Wait for me ||Vinnie Hacker|| Where stories live. Discover now