Capitolo 3

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"Sono proprio morto"

Alla fine si svegliò anche Armin, che accese una lucetta da lettura che aveva sul suo comodino.

- Omega... - ripetè quest'ultimo con uno sbadiglio - Beh, ora ha tutto senso. Quegli sguardi, quelle occhiate... Non erano per un normale nuovo arrivato.

- No, aspettate, che significa?! - Jean non capiva e voleva spiegazioni - Quale odore?! Non sento assolutamente nulla!

- Tu no, beta - illustrò Levi con urto - Ma l'odore emanato dai pori sulla pelle degli omega può essere avvertito da un alfa a 30 metri di distanza.

Ci fu un momento di silenzio dove Eren voleva sprofondare.

Solo che se fosse sprofondato, sarebbe piombato nel letto di sotto dove c'era Levi.

Quindi pensava più ad una rapida levitazione attraverso le grate della finestra.

Se solo avesse avuto l'arte della mutazione del corpo!

Avrebbe tanto voluto trasformarsi in un batterio così piccolo da non poter essere visto ad occhio nudo.

Oppure sarebbe anche bastato diventare invisibile.

- Ehi, Eren, lo sto chiedendo a te! Mi senti?

La voce di Jean lo richiamò all'attenzione.

Dalla sua faccia confusa, egli rifece la domanda:
- Ti ho chiesto se sei diverso.

- Tsk. Che brutta parola - commentò Levi spegnendo la sigaretta sul metallo del letto.

Ora che vi era un minimo di luce, Eren poteva vedere l'uomo, e vederlo gli fece meno paura.

Non era l'energumeno che si era aspettato.

Aveva lisci capelli neri, corti con un undercut, la pelle chiarissima e gli occhi piccoli, tanto che non riusciva a distinguerne il colore. Labbra sottili e naso troppo dritto.
Era poi basso, sì, ma muscoloso e con le spalle larghe.
Dato che indossava solo una canottiera bianca, si riuscivano a vedere chiaramente i vari tatuaggi sulla schiena e sulle braccia.
Eren era sempre stato incuriosito dai tatuaggi.

- Non so cosa tu intenda con il termine "diverso" - rispose questo infine - Ma diciamo che sì, il fatto di essere omega è un fattore di diversità. Solo che non riguarda te o le altre persone. Riguarda me e basta. Per te sono uguale agli altri, okay?

- Per me no - esclamò il corvino - Insomma, mi ci dovrò abituare al tuo odore, moccioso.

Eren arrossì e riprese quei pensieri che lo vedevano tramutarsi in un microorganismo.

-... Okay, mi hai incuriosito - intervenne Armin alzandosi a sedere - Di che sa? È un buon odore?

- Sa tipo di dolce. Ma è anche pungente. Ed è fatto apposta per attrarre - spiegò semplicemente l'alfa - Non so se definirlo buono... Di sicuro non è cattivo. Solo che è soffocante.

- È diverso per ogni individuo? Quanti omega hai incontrato? Che sensazioni ti dà a livello dell'ipofisi questo odore? - continuava a tartassarlo di domande il biondo, facendo oggetto di studio i suoi due compagni di cella.

- EHI - gridò Levi spazientito e fulminandolo con occhi infuocati - Sono stanco e non voglio partecipare a nessuno dei tuoi studi infantili. Dovresti andare a dormire come fanno i mocciosi della tua età - si alzò in piedi e guardò negli occhi verdi di Eren spaventato - E anche chi ha meno della tua età, non è vero moccioso?

"Okay" rifletteva questo "Io non gli ho detto nulla su di me. Come fa a sapere la mia età? Cos'altro sa sul mio conto?".

- Sei sorpreso che io ti conosca? - chiese retoricamente Levi accennando un ghigno - Ho i miei informatori. Senti... So anche cosa pensano di te in giro. Cosa vogliono farti. Sta' attento. Sono troppo occupato per pensare a te, moccioso. Perciò sta' incollato a questi due idioti se non vuoi che ti succeda qualcosa di brutto - si sdraiò sul letto - Detto ciò, buonanotte, mocciosetti.

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