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Lunedì.
Che nausa pensarci... Hai tutta la settimana davanti e sembra non finire mai...
Entro in classe, con aria da morta, siccome non avevo dormito molto, e mi sedetti al mio banco.
<< Hei Cloe, hai sentito la novità? Sabato c'è stata la luna piena e hanno detto che si è visto una strana creatura che girava del bosco... E se fosse un lupo mannaro? Oddio... Ho paura! >> fece Teny, la mia compagna di banco.
Io risi, anche se in realtà non c'era da ridere.
<< Davvero? Onestamente io dico che non c'era nessun lupo mannaro. Forse era un orso. >> proposi.
<< Già...forse... >> e senza tanti giri di parole si unì ad altri gruppetti.
Mi misi a riflettere... Dovevo stare più attenta quando mi trasformavo, ma quella sera non ero in me, lo riconosco. Eppure... Eppure i licantropi con la luna piena... Insomma...non c'entrano!
Sbuffai.
In quel momento entrò il professore e una lunga e noisa lezione mi torturò. Poi, quando stavo per tornare a casa, Mark e altri ragazzi mi fermarono.
<< Scusa Cloe, ti andrebbe di unirti a noi domani sera? Andiamo in disco a ballare un pó, ti va? >> mi chiese.
<< Oh, sarebbe bellissimo...ma non sono certa di essere libera... Vi-vi faccio sapere...>> e senza una parola in più me ne andai. Sentì, grazie al mio acuto udito, che i ragazzi bisbigoiavano tra loro frasi come:
<< È carina nè, però è così strana...>>
<< È sempre piena di impegni, chissà poi cosa fa...>>
<< Stà sempre sulle sue...>>
Li ignorai.
A volte, quando hai uno stile di vita particolare, sei costretto a rinunciare a certe cose e io la mia scelta l'avevo fatta.

Ritornai a casa e Jenette non era ancora rientrata. Aprì il frigo, ma non trovai nulla di abbastanza soddisfacente, così, senza pensarci due volte, uscì e andai nel bosco, trasformandomi.
Avevo tanti pensieri nella mente e avrei voluto sfogarmi con qualcuno, ma sapevo di non poterlo fare.
Ci sono cose che è meglio non dire, mai.
Raggiunsi la cascata ai piedi della montagna e ritornai in umana. Mi sedetti sulla roccia umida e rimasi immobile a fissare il panorama e assaporando il cinquettio di qualche uccellino e il fruscio dell'acqua.
Poi, senti dei passi dietro di me. Mi voltai.
<< Hei >> era Jack.
<< Hei >> feci io.
<< Tutto okay? >> si sedette vicino a me.
<< Si, si... Perché? Sembro una che ha dei problemi? >> lui rise.
<< Tutti ne hanno. >> sorrisi anch'io.
<< Già...>>
<< Ti va se domani sera organizziamo un falò a casa di Gaster? >> propose.
<< Ah...ehm... Sarebbe fantastico, ma ho già un impegno. >>
Lui risamse a fissarmi.
<< Okay. In caso tu cambiassi idea, sai dove siamo. >> si alzò e con un sorrisetto, corse via, trasformandosi.
<< Già, se cambiassi idea...>> ripetei io, alzandomi. Non sarebbe successo, lo sapevo già.

Arrivò in fretta la serata. Mark mi aveva dato l'indirizzo della casa dove si sarebbe tenuta la festa. Mi ero preparata, mettendomi dei jeans aderenti e una maglia senza maniche, simile a una canotta, raffigurante un lupo. Avevo sistemato i capelli in una complessa acconciatura e messo un paio d'orecchini blu.
Alle nove e un quarto ero davanti alla casa. Sentivo la musica a mille e tantissime luci colorate uscivano dalle finestre e dalla porta d'ingresso, mentre ragazzi e ragazze entravano e uscivano in continuazione.
Stavo dietro un albero, a osservare.
Udivo le risate, le chiacchiere e riusivo a vedere l'interno dell'abitazione.
Nella mia mente ricomparvero le parole dette da Jack il giorno precedente.
" In caso tu cambiassi idea, sai dove siamo. " risi, mordendomi il labbro. Sapevo che ne me sarei andata da lì, ma i miei piedi non si muovevano, poi, dando un lieve pungo sulla corteccia, sorridendo mi allontanai.

Raggiunsi il mio branco alla casa di Gaster, un'abitazione fuori città, vicino al bosco. Intravedono le fiamme del falò e una strana sensazione mi pervase lo stomaco.
Li ragginsi e mentre mi aviccinavo, mi sciolsi i capelli, lanciando l'elastico per terra, feci lo stesso con gli orecchini e persino con la scarpe. Rimasi solo in maglia e pantaloni.
Mi sedetti intorno al fuoco e incrociati gli occhi di Jack, che con un sorriso rassegnato, scuoteva la testa.
<< Benvenuta Cloe. >> fece Gaster, notando gli sguardi d'intesa tra me e Jack.
<< Grazie. >> ci raggiunsero anche gli altri, compresi Clane e Rajan, che si tenevano sotto braccio.
Misi i piedi nudi vicino alle fiamme, così da riscaldarmi.
Rimanemmo lì per quasi un'ora, a ballare, cantare e fare gli sciocchi, urlando. Qualcuno di noi era cosi sbronzo che senza accorgersene si trasformava e allora Gaster, l'unico che non aveva toccato bicchiere, lo prendeva e con maniere poco carine lo risvegliava dallo stato "sballo" o almeno qual tanto che bastava per evitare che diventasse un lupo davanti a qualcuno.
Poi, verso le 11 Gaster accompagnò ciascuno di noi a casa propria, ma prima che mi lasciasse davanti al portone disse
<< Cloe, preparati quando entrerai. >> e se ne andò.
Non ero cosi ubriaca da non capire che era serio, ma non ero seria io, questo era il problema.
Entrai e vidi Jenette seduta alla scrivania che mi osservava, torturandosi le mani.
<< Ah bene, sei arrivata...>> disse.
Mi sedetti di fronte a lei.
<< Senti Cloe.... Dobbiamo parlare... È una cosa importante...>> io annuivo, ma non troppo convinta.
Janette fece un lungo sospiro e poi, quando si fu rilassata, si schiarì la voce.
<< Cloe... >> mi fissò negli occhi.
<< Dobbiamo partire, al più presto. >>

La sorella dei lupiWhere stories live. Discover now