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Riaprì gli occhi.
La luce bruciava e fui costretta a richiuderli istantaneamente.
Annusai l'aria e riconobbi l'odore della mia stanza. Alzai il collo, quasi per verificare che il mio orfatto non mi avesse ingannata. E non fu così: infatti ero proprio sul mio letto, sdraiata.
Mi alzai e notai subito che le gambe mi dolevano troppo e mi sembrava che la mia schiena fosse rotta in due.
Come ci ero tornata a casa? O meglio, chi mi aveva portata? Lo strano essere? O forse Jenette mi aveva scoperta a uscire quando lei me lo aveva impedito.... O addirittura potevo essermi sognata tutto e in realtà non era accaduto nulla!
"Tranquilla Cloe... Ora saprai tutto..." mi dissi.
Uscì dalla stanza e raggiunse Jenette in cucina.
<< Buongiorno dormigliona! >> mi salutò raggiante.
La guardai, un pó spaesata.
<< Sono le 11.00, hai dormito tanto... Cos'è? Hai fatto baldoria ieri sera?>> mi chiese, con un sorrisetto.
Io scossi la testa.
<< Ah bene. >> fece.
<< Siediti pure, è pronta la colazione, anche se ormai fai pranzo! >> e mi diede un bicchiere contenente uno strano liquido color arancio spento e una fetta di torta.
<< Janette...>>
<< Sì? >>
<< Cos'è questo? >> chiesi indicando il bicchiere.
<< Spremuta. >>
<< Erano marce le arancie? >>
<< Ahaha! Cloe... Non ti darei mai qualcosa di marcio. >> disse.
E si sedette di fronte a me.
<< Perché non l'assaggi? Cosi verifichi tu stessa! >> fece.
Io scossi la testa.
<< Non ho fame... >>
<< Cloe, bere ti fa bene! >>
<< Dammi dell'acqua. >>
<< Ti avevo preparato la spremuta apposta! >>
<< Non ne ho voglia, bevila tu! >>
<< Ma era per te! >>
<< Ma non la voglio! >>
<< Non si sprecano le cose in questo modo! >>
<< Appunto, non sprecarle! Bevila tu al posto mio! >>
<< Basta! >> Jenette si alzò di scatto. Era arrabbiata.
Prese il bicchiere e lo mise in cucina.
In quel momento, squillò il telefono di casa.
<< Vado io. >> dissi alzandomi.
<< Pronto? >> chiesi una volta presa la cornetta.
<< Ciao Cloe! Sono Mark! >>
<< Ah ciao. >>
<< Sei libera oggi per il lavoro? >>
<< Ah...ehm... Si, si. >>
<< Perfetto! Vento io da te o tu da me? >>
<< Vieni pure tu...>> feci.
<< Okay, okay! A che ora? >>
<< Vieni anche subito. Se vuoi poi, pranzi con me e se c'è, mia cugina.>>
<< Oh si, sarebbe fantastico! Okay, allora... Arrivo. >> e riattaccò.
Rimasi un pó basita da vedere tanto interesse per quel lavoro. Era da consegnare da lì a una settimana, c'era ancora tempo. Perché finirlo in due giorni?
Come detto, Mark arrivò in meno di venti minuti. Ci misimo subito a lavorare e si fece presto l'ora del pranzo. Janette era uscita senza dare motivazioni e cosi noi due avevamo ordinato due pizze.
<< Sta venendo bene il lavoro. >> disse Mark, tra un boccone e l'altro.
<< Aha si. >> feci io.
<< Sei esperta di lupi, eh? >> mi colse di sorpresa.
<< Ah bé si... Effettivamente sì... Mi-mi piacciono tanto. >>
<< Strano. >>
<< Perché? >>
<< Bé perché alla gente i lupi non piacciono. Hanno paura, li uccidono, li cacciano e si fanno mille fantasie inutili. >>
<< Io credo che finché non avranno capito chi è e com'è davvero un lupo, non potranno mai maturare. >>
<< E tu l'hai capito? >> mi chiese Mark, avvicinandosi al mio volto.
<< Si. >> risposi, allontanandomi.
Con la coda dell'occhio, vidi in cucina il bicchiere di spremuta di quella mattina.
<< Mark, ti va un pó di spremuta? >>
<< Oh si, grazie >>
Presi il bicchiere e glielo porsi. Mark lo bevve tutto e poi, dopo pochi secondi, s'immobilizzò, fissando il vuoto.
Rimasi biasita.
"E ora?" pensai. Cosa ci dovevo fare? Cosa c'era in quel bicchiere e quando sarebbe durato l'effetto?
<< Mark... Tutto bene? >> chiesi,
<< Non esattamente. Mi sento rifiutato... >> riposte meccanicamente.
<< Rifiutato? >>
<< ...da te. >>
In quel momento capì tutto. Lui non veniva per il lavoro, ma per provarci con me... Che sciocca a non capirlo!
E quella specie di pozione serviva per dire la verità... Jenette l'avrebbe usata sicuramente per sarepe cosa avevo fatto, visto e sentito la sera precedente.
<< Mark... Ehm...hai fratelli? >> fu l'unica cosa che mi venne in mente di chiedergli per capire se avevo ragione.
<< Si, due. Alex e Andrew, sono gemelli, ma non abbiamo buoni rapporti. Anzi, non ci parliamo mai. >> la sua voce era come quella di un robot. Provai pena per lui e per la sua situazione familiare. In realtà mi sentivo in colpa anche perché l'avevo usato come esca o cavia per capire cosa avesse quella spremuta che fortunatamente non avevo bevuto, seguendo il mio istinto.
<< Mark? >> lui fissava il vuoto e non dava segni di ascoltarmi.
Sospirai, buttandomi sulla sedia.
Speravo solo che l'effetto non durasse troppo tempo, uno perché non sapevo cosa fare con un ragazzo-robot-che-dice-solo-la-verità e due perché Jenette poteva rientrare in qualsiasi momento.
Poi, improvvisamente, mi venne un'idea.
Digitai su internet la scritta "luna piena" e lessi cosa c'era scritto su wikipedia:

Il plenilunio (o Luna piena) è la fase della Luna durante la quale l'emisfero lunare illuminato dal Sole è interamente visibile dalla Terra. Questo succede perché la posizione del satellite è opposta a quella del Sole rispetto alla Terra. In questo modo la Luna risulta visibile per l'intera notte.
Quando la Luna, la Terra e il Sole risultano perfettamente allineati (sulla linea dei nodi) avviene, in concomitanza con la Luna Piena, un'eclisse di Luna.

Non soddisfatta, digitali ancora "licantropo" e fui sorpresa e contemporaneamente rincuorata di leggere:

È importante notare inoltre che lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo mannaro è talvolta semplicemente un grosso lupo con abitudini antropofaghe, a cui può essere associata o no una natura mostruosa. Inoltre, nel caso del lupo mannaro come mutaforma, si può distinguere tra il lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e il licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione.

Adesso si ragionava! Io potevo trasformarsi quando volevo, quindi, cosa c'entrava la luna piena della notte precedente?
Digitali altre frasi, guardai in più siti, ma tutti non rispondevano alle mie domande. Si parlava di lupi mannari e luna piena, non licantropi. E tra i due, come detto prima, c'è differenza. E molta.
Improvvisamente, senti dei passi a 30 mentri di distanza da casa, ma riconobbi immediatamente il passo di Jenette.
Lanciai una rapida occhiata a Mark che era ancora in stato "zombie" e senza pensarci due volte, presi il computer e lo trascinai fino in camera mia. Chiusi la porta a chiave e mi misi davanti a lui.
<< Ti prego Mark, riprenditi! >> lo supplicai. Ma non c'era niente da fare.
Sentì la serratura della porta di casa girare e Jenette entrare.
" E ora che faccio? " pensai. E se avesse visto il bicchiere vuoto? Cosa avrebbe pensato? La verità? Che forse l'avevo dato a Mark?
"Oddio! Oddio!" la mia testa era in crisi. Saliva le scale, si avvicinava e io ero nel panico!
La sentivo, davanti alla porta, vedevo l'ombra dei suoi piedi sotto la porta.
<< Mark, perché non ti vuoi riprendere? >> gli chiesi.
<< Cloe, sono tornata! >> fece Jenette.
<< Ah, ciao! Ehm... Non abbiamo ancora finito la ricerca...>> le dissi su due piedi.
<< Non è che non voglio riprendermi, non potevo prima delle tre domande. >> rispose Mark, come un robot. E poi, tornò alla normalità. Gli occhi che si muovevano e la sua voce era come prima.
"Tre domande? Ma certo! Gliene avevo fatte solo due!" pensai.
<< Okay. Vi manca molto? >> chiese Janette.
<< No, no. >> le risposi rapida.
<< Mark, tutto okay? Ci sei anche tu? Non ti sento...>> disse Jenette.
Lo fissai, pregando che mo regesse il gioco.
<< Oh si, sto bene. Vedrai, la ricerca sarà fantastica! >> disse lui. Io sorrisi.
<< Okay, perfetto. >> e Jenette si allontanò.
Io abbracciai Mark.
<< Grazie, per non aver fatto domande. >> gli dissi.
<< Niente. Ma cos'è successo? Mi gira la testa... >>
<< Oh nulla! Sei... Ehm... Svenuto! E ti ho portato in camera. >>
Lui annuì, incerto.
Dopo una mezz'oretta, finalmente quella dannata ricerca la finimmo. E venne davvero bene.
Dopo quello che gli avevo fatto, e le cose che avevo scoperto, mi ero mostrata più aperta verso di lui. Mark lo era stato per primo, perciò era giusto ricambiare.
Verso le tre, Mark se ne andò.
<< Cloe... >>
<< Si? >>
<< Chi ha bevuto la spremuta? >> chiese Jenette, sconvolta vedendo il bicchiere vuoto.
"Ecco."pensai.
"Mi ha beccata".
<< Nessuno.... Siccome era in cucina da un pò l'ho rovesciato nel lavandino... Tanto era solo una spremuta, giusto? >> chiesi sarcastica dentro di me.
<< Giusto. >>
In quel momento, mi parve di non aver davanti mia cugina, ma un nemico.

La sorella dei lupiWhere stories live. Discover now