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Affrettati il passo.
Stava per piovere. Lo percepivo guardando il cielo nuvoloso, annusando l'aria umida e sentendo ogni minimo spostamento di qualsiasi animale nelle vicinanze che stesse cercando un nascondiglio per il futuro temporale.
Eppure a me la pioggia piaceva cosi tanto. Era cosi bello correre lungo i prati con l'erba umida e l'aria gelida.
Entrai a casa.
<< Ciao Cloe. >>
<< Ciao Janette.>>
Janette era mia cugina e abitavo con lei sin da quando ero piccola.
I miei genitori non li avevo mai conosciuti, non sapevo neppure se erano ancora vivi, ma Jenette mi aveva trovato stesa sull'erba, in una radura, e aveva deciso di tenermi con sé, perciò non era proprio una cugina, ma pensarla come una sorella non mi piaceva e ne tanto meno come una madre.
<< Non vorrai uscire con questo tempo... >> fece.
<< Oh si! >> risposi togliendomi le scarpe.
Janette non fece in tempo a fermarmi o a ribattere con qualsiasi una frase, che ero già uscita. Non appena mi ritrovai fuori, la pioggia stava iniziando a ticchettare ritmicamente sulla strada.
Mi guardai attorno e una volta certa che nessuno mi stesse guardardando, scavalcai la staccionata che divideva la parte abitata della città, da quella naturale, il bosco.
Iniziai a correre, sentendo alcuni scoiattoli nascondersi in una tana udendo il mio passaggio. Se qualche ragazzo mi avesse vista, avrebbe certamente notato quando io fossi veloce rispetto a una qualsiasi persona. A volte, andavo a velocità cosi elevate, che non riuscivo neppure a fermarmi e finivo a rotolare per il prato.
Infatti a scuola, il più delle volte, prendevo insufficienze in motoria, perché non volevo fare gli esercizi, siccome sapevo che se l'avessi fatto, si sarebbero accorti che avevo qualcosa di diverso. Ma a me delle insufficienze non mi importava nulla e anche Jenette concordava.
Improvvisamente, un acuto ululato mi riscosse dai miei pensieri.
"Sono loro" pensai e senza neppure accorgermi, risposi ululando anch'io.
Raggiunsi un albero dalla forte inclinazione del fusto, con la chioma folta e le radici grosse e potenti.
Lì, nella penombra, notai due, quattro, sei, otto, dieci paia di occhi che mi fissavano. Alcuni gialli, altri marroni, verdi e azzurri.
Lentamente, udì qualcosa muoversi e un grosso lupo si presentò davanti a me. Prima che riuscissi ad accorgermeme, l'animale si trasformò in un uomo sui 26 anni. Era Gaster, il capobranco, se non il più "vecchio tra tutti" siccome si andava dai 16 ai 20 e non di più.
<< Cloe, bentornata! >> disse.
<< Grazie. Scusate se ultimamente sono stata parecchio assente, ma ho avuto da studiare e non sono riuscita a venire. >>
Altri lupi ci raggiunsero e uno a uno si trasformarono anche loro in umani.
<< Oh, poco importa! L'importante è che ora sei qui! >> mi prese sotto braccio Clane, la mia più cara amica.
<< È iniziato il temporale! >> rise uno dei ragazzi, Rajan.
<< Ma dai! Che occhio! Bravo! >> aggiunse sarcastica Clane. Lei e Rajan stavano insieme da sei mesi e si divertivano a stuzzicarsi a vicenda.
Un altro ululato, profondo e distante, rimbombò lungo tutta la radura. Il mio cuore fece un salto non appena lo sentì.
<< Ecco che arriva! >> Gaster sorrise.
Intravidi un lupo dal folto pelo grigio argentato. Era lui.
L'animale fece un abile balzo e contemporaneamente si trasformò. Un ragazzo sui sedici anni con corti capelli bruno scuro, praticamente neri e due grandi occhi altrettanto neri, sorrise. I denti perfettamente bianchi e il fisico perfetto.
<< Ciao Jake. >> lo salutai. Da quando, tre anni prima, avevo visto la saga twilight, avevo perso la testa per Jacob, un pó anche per il fatto che era un licantropo e data l'enorme somiglianza tra lui e Jake, mi divertivo, ogni tanto, a chiamarlo Jacob.
Io e Jake ci conoscevamo da quanto eravamo piccoli, eravamo cresciuti insieme, e sapevamo praticamente tutto l'uno dell'altra. Io, per qualche tempo me ne ero dovuta andare in un'altra città, perché avevo scoperto di essere un licantropo troppo precocemente e Janette mi aveva fatto fare strane visite, visitare più luoghi e studiare libri insoliti, ma non mi ha mai voluto dire, ancora tutt'ora, il motivo.
Inizialmente Jake non me l'aveva perdonata di esserneme andata senza dargli spiegazioni, ma poi, con il passare del tempo, ci ha messo una pietra sopra.
<< Dai coraggio, ci perdiamo la parte più divertente del temporale! Chi mi sfida oggi? >> propose Rajan.
<< Io! >>
<< Io. >>
<< Ovviamente io! >>
<< Stai certo che non mancherò a ridurti in poltiglia! >>
<< Bene, visto che siete cosi carichi, diamo inizio alla gara! >> fece Rajan e si trasformò in lupo, seguito dagli altri.
Da quanto tempo non mi trasformavo! Hai la sensazione che il tuo corpo cambi totalmente, ogni osso,ogni muscolo, ma questa sensazione ti fa stare bene e poi, improvvisamente ti ritrovi a essere un lupo dal pelo bianco come la neve e gli occhi azzurro ghiaccio.
Ci mettemmo tutti dietro l'albero e contemporaneamente partimmo. Sentivo l'adrenalina salirmi lungo le zampe e la voglia di andare più veloce, sempre più veloce.
Finché non fummo costretti a fermarci, perché un grosso camion ci stava tagliando la strada.
" Presto, tutti via!" pensò Gaster. Noi lupi comunicavamo attraverso il pensiero. Restammo fermi a osservare il camion, da cui scesero quattro uomini e misero delle trappole ben nascoste nell'erba.
" Ma che stanno facendo?" chiese Clane.
" Non lo so. " risposi io.
" Stanno cercando di ucciderci?"
Quella domanda mi trafisse. E se stavano cercando di fare proprio quello? Non appena gli uomini se ne furono andati, mi precipitati a vedere le trappole.
" Cloe, torna indietro!" cercò di fermarmi Gaster, ma non l'ascoltai.
Erano delle trappole a scatto. Bastava spostare la preda che avevano messo sopra, generalmente una pecora o un cervo, e la trappola scattava, uccidendoti tramite un'esplosione improvvisa.
Mi trasformai in umana.
Presi un lungo bastone e spostai l'animale. Fu un attimo: un rumore improvviso e una violenta nuvola di fuoco ti scaraventa all'indietro. Mi ero messa abbastanza lontana da evitare che il fuoco mi prendesse, altrimenti sarei finita male.
Disattivai anche le altre due che avevano messo, ovviamente rischiando la pelle, ma almeno sapevo che nessun altro animale sarebbe caduto in quell'orribili trappole.
<< Sei completamente impazzita? >> Clane mi raggiunse immediatamente.
<< Volevo solo...>>
<< Morire?!>>
<< Stai calma! Almeno ora le trappole saranno disattivate!>>
<< Clane ha ragione Cloe, hai rischiato molto...>> aggiunse Gaster.
<< Ma non è successo nulla. >>
<< Poteva succedere!>>
<< Anche ad altri animali! E loro non sono uomini che sanno cosa fare e cosa no! Potevano morire!>>
Rimasero in silenzio.
Sentivo di aver fatto la cosa giusta e quello era l'importante.
<< Sarà meglio che torni a casa, ora. Dev-devo far ancora molte cose..."
E senza neppure salutarli, tornai a casa.

La sorella dei lupiWhere stories live. Discover now