Capitolo 53

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Niente. Ok? Niente.
Si torna indietro.
Noi non abbiamo visto niente.
Assolutamente nient... aspetta...

Un bagliore metallico e accecante rapì quei labili pensieri cancellandoli definitivamente.

Un bastoncino sottile e argenteo aveva già catturato la mia attenzione.
Era ancora ricoperto dello stesso sangue che aveva versato tagliando la gola del ragazzo. Se ne stava lì: di fianco al pacchetto rovinato. Talmente sottile da risultare quasi invisibile sul quel legno legno sbiancato e vecchio.

Solo dopo aver notato quel piccolo particolare riuscii a rendermi conto di tutto ciò che era disposto lì.
Per ogni oggetto c'era un pizzico di polvere, sottile e leggera. Tranne che per sigarette, che di fianco, avevano l'asticella di metallo.

Per un istante, un solo, fuggente istante, i granelli di quella sabbiolina finissima e l'asticella mi sembrarono avere lo stesso, identico e metallico colore.

Mi girai nuovamente verso gli altri.
Raff diede l'impressione di essere confuso, concentrato, perfino arrabbiato: glielo si poté leggere negli occhi. Sembrò essere venuto improvvisamente a conoscenza di una verità lampante e indiscutibile. Ma, allo stesso tempo, non averne compreso a pieno la natura.

Fatta eccezione che per lui, i due cugini sembrarono esserci rimasti esattamente come me. Che, ancora, cercavo di collegare tutto ciò al nostro amico o alla sua famiglia (per quanto poco ce ne avesse parlato).

Probabilmente a causa di un esaurimento nervoso decisi di non voler vedere altro. Tornai sui miei passi spingendo gli altri fuori da quella stanza.

«Via di qui. Ne parleremo dopo.» Fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Tornati sul divano mi limitai a sedermi su uno dei braccioli, guardare il pavimento e, iniziare a domandarmi cosa avesse capito Raff più di me.

Eppure, davanti agli occhi, continuai ad avere solo quell'asticella tagliente.
Com'era possibile che mi desse tutto quel senso di sicurezza? Era pericolosa. Aveva già ucciso qualcuno di parecchie volte più grande e più grosso di me (nonostante non fosse poi difficile superarmi in altezza e/o forza).

Ripensando alla notte in cui l'avevo presa tra le dita riuscii a sentire nuovamente la sensazione provata: protezione. Come poteva essere tanto rassicurante proprio un oggetto del genere? Lo stesso che avevo immaginato fin troppe volte sporco del mio di sangue. Avrei dovuto esserne terrorizzata e invece...
Un brivido passò violentemente lungo la mia schiena facendomi tornare alla realtà. Giusto in tempo per vedere l'Assassino varcare la porta.

Tra le mani solo un sacchetto di pelle scura e rovinata. Riconobbi subito il filo metallico che lo avvolgeva e teneva chiuso. Era la stessa asticella, soltanto più pulita.

Lui non disse nulla. Si sedette soltanto. Semplicemente guardandoci in faccia uno per uno.
Raff. Liam. Lydia. Poi io.

Vidi gli altri scambiarsi occhiate discrete e preoccupate. Mentre io mi ostinai a voler sorreggere quel suo sguardo esaminatore.

«Volevate sapere perché siete finiti qui. Giusto?» chiese con nonchalance.

E lì mi si rizzarono le orecchie.
Nonostante ancora provassi nausea all'idea di dargli del tu, mi costrinsi a parlare.

«Ti ascoltiamo.» Ostentai un'imperturbabilità che mai mi era appartenuta davvero.

«Sono stati ritrovati altri due corpi.» Ci informò.

«Corpi?» chiese Lydia mentre nella mia testa sorgeva invece un'altra domanda.

"Altri due" ha detto?

One Of The Wolves - Un'Anima Al GiornoМесто, где живут истории. Откройте их для себя