Lei possedeva ancora il Potere Primario puro e sicuramente un giorno sarebbe diventata una fantastica eroina.

Mentre Will aveva completato finalmente la sua collezione di fumetti grazie a quelli che gli aveva regalato Gwen al suo risveglio e aveva incominciato a vedere video su lezioni universitarie di medicina e cose così.

Forse fare il medico non era poi una cattiva idea. Gli era rimasto il potere di rigenerare le cellule e se imparava a conoscere bene la struttura del corpo poteva aspirare a rigenerare persino i neuroni, cosa che normalmente negli umani non accade.

Non sempre per salvare le persone bisogna essere supereroi, si può essere dei medici, dei poliziotti, dei pompieri o chiunque altro salvi delle vite.

Eroe non è qualcuno che veste in calzamaglia e picchia i cattivi, eroe è qualcuno che protegge senza dover fare del male a nessuno.

In men che non si dica arrivò il 30 gennaio, il giorno del compleanno dei nostri simpatici gemelli.
I signori Clark avevano addobbato tutta la casa e Noah aveva aiutato volentieri disegnando sui festoni qualche piccolo girasole.

Sentiva spesso che Will chiamava sua sorella "girasole". Non sapeva perché o da dove venisse quel soprannome, ma gli era sembrato carino mettere un riferimento a quello.

In più era un ottimo artista e i suoi nuovi genitori gli avevano dato la possibilità di frequentare una scuola d'arte.

Vi ricordate della scintilla che era scattata tra lui e Jean? Be' i due, dopo la guerra, avevano iniziato a vedersi. Spesso si trovavano la sera per parlare del più e del meno e quando non riuscivano a vedersi si chiamavano.

Stavano insieme praticamente ogni giorno e Amy non poteva contenersi dal cercare un nome per quella dolce ship. Ma tutti quelli che proponeva erano orribili.

"Perché i loro nomi non si abbinano?!" continuava a chiedersi quando ne inventava uno che non la convinceva.

Ah Amy, so bene cosa si prova. L'unica che suona bene qui è la Luwill. (Comunque la ship tra i due si chiama Joah... è l'unica che suona decentemente)

«Will! Non mangiare l'impasto!» lo sgridò sua madre rubandogli il cucchiaio dalle mani.

Amy si mise una mano sulla bocca per nascondere le risate e prese suo fratello per mano portandolo nella loro stanza.

La casa fortunatamente si era preservata quasi del tutto dalla guerra, anche se quando erano entrati avevano dovuto passare una settimana intera a cercare di ripulirla e ci avevano messo un mese per riarredarla. L'unica stanca che si era salvata era quella dei due gemelli.

«Che c'è?» le chiese incuriosito dalla mano che teneva dietro la schiena.

La ragazza tirò fuori un portachiavi che conosceva bene perché un tempo era suo.

«Ce l'hai ancora...»
«Sì, l'ho tenuto. È davvero bello... ma è tuo»
«Tienitelo, non mi importa più di averlo. Un tempo mi serviva avere la tua immagine per darmi un po' di forza ma ora... non mi serve più» Le diede un bacio sulla fronte. «Perché ora tu sei qui e sta andando tutto per il meglio»

«Awww» disse Noah sorridendo.

Si era accostato di nascosto alla porta e li aveva spaventati col suo verso intenerito dalla loro conversazione.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now