Capitolo 26

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Uscimmo senza parlare, mi aiutò a salire in macchina e ci mettemmo in viaggio, non conoscevo la destinazione che mi augurai che mi portasse lontano da tutto. A quanto pareva conosceva benissimo la zona, stavo per dirgli che doveva svoltare a destra sulla Edgewater e poi a destra nuovamente sulla Buckinghan Plantation per immettersi nella strada principale ma lo fece da solo, ma non era nuovo in città? Una cosa era saper arrivare a casa mia ma uscire dal parco non era semplice e lui lo aveva fatto con la naturalezza di chi ci abitava da una vita.

Durante il viaggio in macchina non scambiammo nemmeno due parole e questo mi fece sentire un po' a disagio. Ogni tanto sentivo il suo sguardo addosso, ma quando lo guardavo lui stava guardando la strada davanti a sé o era immerso nei suoi pensieri. Preferii concentrarmi sul panorama fuori dal finestrino, avremmo avuto tempo per parlare e speravo tanto di chiarire le cose tra di noi, incredibile come quando sei attratta da una persona (giusto per usare un eufemismo) le priorità sembrano seguire una logica tutta loro. Adoravo quel paesaggio, mi aveva sempre fatta sentire a casa. Proseguimmo sulla 6th avenue o May River Rd, chissà perché in questa città ogni strada aveva due o più nomi, era una cosa che mi ero sempre chiesta.

Ebbi una buona mezz'ora per provare a organizzare le idee ma i miei pensieri erano un groviglio che non riuscivo a sbrogliare. Mi ricordai che dovevo chiamare Abbie, era lunedì e se mi passava a prendere e vedeva che la casa era vuota si sarebbe spaventata... ma pensandoci bene forse sarebbe stato meglio scriverle un messaggio, avrei dovuto dirle una bugia ed ero una pessima bugiarda, di sicuro mi avrebbe sgamata, con questo casino avevo perso di vista la mia vita.

-Giorno, non ti chiamo perché tanto stai dormendo, oggi non sto bene con la pancia ho un po' di nausea forse per la cena di ieri sera, vediamoci più tardi, meglio per cena. Baci-

Will parcheggiò in uno spiazzato che ovviamente io non avevo mai visto, non uscivamo quasi mai dal centro abitato; fece il giro della macchina per aiutarmi a scendere e mi prese per mano, era così bello sentire il suo calore contro il mio palmo dopo un viaggio passato a ignorarci, avevo bisogno di sapere che lui c'era. Ci incamminammo per un sentiero lastricato che non era molto regolare, fortunatamente avevo messo le sneakers. Dopo 200 metri la stradina finiva in un parco con panchine che avevano visto tempi migliori, non doveva essere un posto molto frequentato, continuammo a muoverci tra gli alberi, supponevo che a qualunque ragazza questa passeggiata sarebbe parsa assurda e poco piacevole, ma io ero affascinata dal bosco, da tutto il verde attorno a noi, alberi secolari dalle enormi radici che sporgevano dal terreno, in diverse occasioni rischiai di rompermi l'osso del collo, ma la presa di Will era ferrea e trasmetteva sicurezza, lui non mi avrebbe lasciata cadere.

Dopo poco arrivammo sulla riva di un fiume, l'acqua era limpida, sembrava quasi immobile non c'era corrente e poco più in là c'era un ponte che rendeva il paesaggio fiabesco. Il posto mi era familiare, molto, mi guardai attorno cercando di capire il perché. Delle immagini iniziarono a bombardarmi la testa e mi accasciai a terra sotto il peso di quello che stavo vedendo, Will ed io in questo luogo. Il bosco era lo stesso, solo un po' più vivo e giovane e ora il ponte era stato ristrutturato, nella "visione" era di legno. Due immagini che si sovrapponevano, amai tutte e due, avevano un fascino surreale, antico. Lui di fronte a me in ginocchio, semplicemente bellissimo, con i suoi occhi ambrati e i capelli lunghi fino alle spalle, mi guardava con amore, giusto come nel sogno, la sua collana, le sue parole... Oddio! Era questo lo scenario che avevo sognato, esisteva, voleva dire che erano ricordi, ma come? Altre immagini seguirono, noi due che ci baciavamo vicino al ponte alla luce del tramonto, aveva un aspetto diverso, era più spensierato, più felice; in un'altra eravamo seduti vicino all'albero che ora era alle sue spalle alle prime luci del mattino e poi arrossii... più di quanto avessi mai fatto, immagini molto chiare di me e lui nel fiume, abbracciati e nudi, noi... noi stavamo facendo l'amore, e sentivo la sua pelle bagnata contro la mia, le sue mani sul mio corpo, sentivo il calore dei suoi baci e mi colpì un calore al bassoventre che non avevo mai sentito, che mi tirò fuori dal mio viaggio nel tempo. Mi alzai e mi girai non potevo guardarlo negli occhi, con quale coraggio lo avrei potuto fare dopo aver visto quelle immagini, dopo averle sentite sulla mia pelle, meno male che eravamo in acqua e non avevo visto qualcosa di più sconveniente o mi sarei andata a sotterrare immediatamente. Eravamo noi non c'erano dubbi. Mi toccai il collo con un gesto che di solito facevo per scaricare l'ansia ma che ora sapevo cosa significava, stavo cercando qualcosa, la mia mano andava a cercare la collana datami da Will quando c'eravamo scambiati i "voti". Mi era successo come nei film, quando portano lo smemorato di turno in un posto e le immagini della sua vita gli si palesano davanti.

Il risveglio della stregaWhere stories live. Discover now