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Entro nell'aula di arte, dove Jay, Sunghoon e Jieun stavano chiacchierando vivamente prima che spalancassi la porta

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Entro nell'aula di arte, dove Jay, Sunghoon e Jieun stavano chiacchierando vivamente prima che spalancassi la porta. "Che diamine hai fatto?" Jay si alza e si avvicina a me, faccio un passo indietro instintivamente. "Mimi non intrometterti," mi passo una mano tra i capelli, iniziando davvero ad innervosirmi. "Volete smetterla di dirlo tutti quanti? Dimmi soltanto cos'è successo con Jungwon e me ne vado!" Sunghoon e Jieun smettono di parlare tra di loro, lasciando adesso spazio a me e Jay. "Sai perfettamente cos'è successo." "No Jay! Non lo so! Quello che so è che Jungwon si è presentato a mensa con un occhio nero quando sta mattina era tutto okay!" Jay mi guarda e non riesco a capire se quello nei suoi occhi è senso di colpa o solo tanta pena nei miei confronti. Non spiccica parola.

Mi giro a guardare Jieun, "Tu eri lì mentre è successo?" La ragazza non osa nemmeno guardarmi, sbuffo una risata nervosa, non potendo credere a quello che sta succedendo. "Jieun! Guardami almeno!" "Per dirti cosa, esattamente? Sì ero lì mentre Jay ha dato un cazzotto a Jungwon? Sì credo che Jay abbia fatto bene? Sì per una volta non sono dalla tua parte? Che non sono la tua fottuta ombra per una volta in tutta la mia vita?" Alza la voce a quasi ogni parola che pronuncia, facendo spaventare non solo me, ma pure il suo fidanzato accanto a lei. "Ho scelto di non stare più con te e Soomi perché sono fottutamente stufa di stare dietro a voi due!" La campanella suona e tutti fanno per andarsene, senza darmi nemmeno la possibilità di aprire parola. "Io pensavo fossimo migliori amiche, Jieun." "Buon per te, perché io ho sempre pensato di essere il tuo animale di supporto."

Tutti e tre se ne vanno, Jay esce per ultimo, salutandomi freddamente. Non mi muovo, il mio corpo sembra essere paralizzato, rimango a guardare il pavimento. Capisco di star piangendo solo quando una lacrima mi cade sul dorso della mano. Improvvisamente la porta dell'aula si apre, rimango sollevanta quando, girandomi, noto Jungwon. "Dio santo, ti ho cercata ovunque." Mi tolgo velocemente le lacrime dal viso con la manica della camicia e gli prendo la mano. "Andiamo in infermeria." "Miyo, ho un'altra lezione." Dice, ma si fa comunque trascinare da me, mentre evitiamo tutti gli altri studenti che ci guardano ad occhi aperti. Al momento non potrebbe fregarmene di meno.

Entriamo in infermeria, non sempre l'infermiera è presente, ed oggi sembra essere uno di quei giorni. Faccio sedere Jungwon e prendo una borsa del ghiaccio. "Lo conosci proprio questo posto, eh?" "Ci venivo spesso." Si zittisce, probabilmente capendo che l'argomento infermeria non è tra i miei preferiti. Gli passo il ghiaccio e lui se lo mette sull'occhio nero, mi siedo sul lettino, abbastanza lontana sia da lui che dalla porta, odio sentire gli schiamazzi della gente che passa per il corridoio durante il cambio d'ora. Lo guardo, chiude gli occhi per il dolore quando fa più pressione con il ghiaccio sulla ferita, ha i capelli scombinati e la camicia è completamente stracciata, eppure anche così riesce a sembrare regale, in qualche modo.

"Perché non hai reagito?" Gli chiedo, Jay non aveva nessun segno di esser stato colpito e ,a quanto mi aveva detto Jieun tempo fa, Jungwon era campione di taekwondo, se avesse voluto, ne sarebbe uscito senza nessun graffio. Jungwon sbuffa una risata amara "Perché Jay è il mio migliore amico," E a quelle parole capisco che alla fine io e il ragazzo non siamo poi così diversi. "Perché stavi piangendo?" Le mie orecchie diventano rosse dall'imbarazzo, l'aveva notato alla fine. "Perché Jieun è la mia migliore amica." Sposto lo sguardo a terra, almeno credevo lo fossimo. "Tu lo sapevi?" Jungwon annuisce, capendo subito che mi riferisco ai sentimenti di Jay per me. "Allora perché..?" "Miyo, eravamo ubriachi." Per qualche motivo mi sento come se il cuore mi fosse caduto a terra, ha ragione. Eravamo ubriachi, fine. Infondo Jungwon non piace, io non piaccio a lui, è così che devono stare le cose.

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