𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 12

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"Ti vuoi muovere" alza il tono della voce Louis, ovviamente infastidito. Usciamo celermente dall'università per indirizzarci verso il parcheggio.

Superiamo metà luogo di sosta quando scorgo Joleen salutarmi da lontano, alzando i pollici in segno di 'in bocca al lupo'. Le faccio un sorriso tirato, per poi continuare a seguire il ragazzo di fronte a me.

"Scusa se ho un quarto delle tue gambe!" mi lamento, praticamente correndogli dietro.

Sono abbastanza alta in realtà, ma Louis mi supera di venti centimetri buoni. Arriviamo alla sua macchina, impeccabilmente pulita. Salgo immediatamente, nel posto accanto al guidatore, tirandomi dietro la portiera con abbastanza forza.

"Ma vuoi stare attenta?" rompe le palle, ancora, per poi accendere l'auto e partire per le strade di New Haven.

"Che ho fatto adesso?" borbotto. Ma possibile che debba sempre cercare il pelo nell'uovo?

"Sei un imbranata, ecco cosa fai" sentenzia, guardando la strada sfrecciare dietro di noi.

Non lo sopporto e va troppo veloce, ma di quest'ultima cosa ne sono abituata.

Cerco di calmarmi, mentre sospiro accasciata allo schienale della sua auto. Sono tentata di urlargli contro, fargli fermare l'auto per poi prenderlo a ceffoni, ma non sono come lui.

Non sono come lui.

Allungo la mano verso la radio, ma prontamente me la blocca.

"Non ti azzardare" sibila in modo arrogante.

"Mi facevi sempre cambiare stazione" sussurro riferendomi a essa. Sono leggermente impaurita del suo sguardo, ma anche abbastanza confusa.

Non capisco proprio il suo stato d'animo.

"Esatto hai detto bene: 'facevi'. Adesso finiscila" mi scrollo la sua mano subito.

"Finiscila te! Mi spieghi perché fai così?" sbotto. Finalmente glielo chiedo, oggi mi sento più coraggiosa nei suoi confronti.

"Sono anche fin troppo buono con te Hayley" si stufa. Prende una sigaretta dalla tasca del suo giubbotto di pelle, successivamente l'avvicina alla sua bocca e l'accende.

"Troppo buono? Ma ti senti quando parli?!" sono schifata del suo comportamento e altrettanto di essermi innamorata, in passato, di lui.

"Corretto. Adesso puoi tacere un secondo o mi devo sorbire ancora le tue lamentele? domanda freddo, mentre fa un altro tiro dalla sua sigaretta. Sa quanto odio quando la gente fuma accanto a me, ma ovviamente se ne frega anche di ciò.

In questo momento sono veramente esterrefatta, ma non solo per quello che mi sta dicendo, soprattutto per tutto quello che ho dovuto sorbire in questo ultimo mese per colpa sua.

"Mi hai dato della puttana!" gli strillo in faccia.

"Ti meriti di peggio". Ogni rumore, ogni minima cosa, si blocca insieme a me.

Mi metto una mano davanti alla bocca, ricevendo un altro colpo assestato da parte sua. Nonostante quest'altra orribile frase che mi ha appena detto, rimane tranquillo, guarda la strada senza un cipiglio sul volto.

La sua strafottenza e il suo menefreghismo sono le cose che odio di più di lui e anche quelle che mi fanno più patire.

"Sei un viscido, portami a casa" bisbiglio, cercando di non crollare. Non si merita niente da parte mia, nemmeno una lacrima.

"Non faccio l'uber per te"

"Basta!" gli urlo in faccia. Lui sembra sobbalzare per un momento, ma non cede.                        "Non ce la faccio più" gli confido, mi trema leggermente la voce, spero solo che non se ne accorga.

𝓣𝓻𝔂 𝓽𝓸 𝓼𝓽𝓸𝓹 𝓶𝓮 - 𝓛𝓸𝓾𝓲𝓼 𝓣𝓸𝓶𝓵𝓲𝓷𝓼𝓸𝓷Where stories live. Discover now