Prologo

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Apollo, camminava lungo i lunghi corridoi del castello, dimora delle divinità dell'Olimpo. Accanto a lui camminava in tutta la sua grazia una ragazza dai lunghi capelli biondi che le ricadevano lungo la schiena fermati da una corona di foglie di alloro ricoperte d'oro. Pianta simbolica del dio Apollo.
"Aila sei pronta per la tua sentenza con il padre degli dei?" chiese il divino Apollo voltandosi verso la ragazza che gli rivolse un sorriso caloroso
"certo mio caro padre, sono molto curiosa di cosa mi aspetterà" disse la bionda e Apollo le accarezzo i lunghi capelli biondi
"mia piccola Aila qualsiasi sarà il tuo apprendistato per diventare una dea sarai fantastica, ne sono sicuro" disse e la bionda si aggiustò il lungo vestito bianco che era fermato in vita da una cintura d'oro. I due entrarono fianco a fianco al cospetto di Zeus che sorrise vedendo il figlio e la nipote.
"Miei cari" esordì
"buongiorno padre" disse Apollo e Aila rivolse un caloroso sorriso al nonno.
"Aila mia cara finalmente è arrivato il tuo momento. Diventerai una dea a tutti gli effetti" disse e Aila sfoggiò il suo magnifico sorriso
"sono molto eccitata mio caro nonno, sono molto curiosa di sapere che cosa hai in serbo per me" disse Aila con voce calma e Zeus le sorrise
"mi spiace correggerti mia amata nipote ma ho qualcosa in serbo per voi" disse e dall'altra porta del tempio uscirono fianco a fianco due figure di immensa bellezza. La dea Afrodite camminava con affianco il bellissimo figlio Eros. Aila sorrise e guardò il padre che le annuì.
"Oh Eros!" esclamò correndogli in contro. Quando arrivò da lui si precipitò fra le sue braccia che la strinsero. Eros aveva i capelli rossi come la madre gli occhi color nocciola e il viso tempestato di lentiggini. Aveva un corpo scolpito e indossava una tunica leggera bianca che gli lasciava scoperta la spalla destra e tutta la parte destra del petto. Ai piedi aveva dei sandali a schiava identici a quelli di Aila.
"È tanto che voi due non vi vedevate" disse Zeus facendo svanire l'incanto di quell'abbraccio. In effetti i due erano soliti passare tutto il tempo insieme da piccoli ma poi una volta cresciuti entrambi hanno iniziato il loro apprendistato per diventare dei veri dèi e la loro amicizia si spense.
"Oh caro nonno ti ringrazio per averci fatto fare questa parte di apprendistato insieme!" disse la bionda avvicinandosi con grazia al padre. Apollo sorrise e legò un braccio attorno alla vita della figlia che guardò Eros riconciliarsi con la madre.
"Bene ragazzi ora che voi e i vostri genitori siete al mio cospetto vi annuncerò cosa dovrete fare" disse Zeus e Aila appoggiò la testa sulla spalla del padre
"Per essere degli dei rispettabili dovete farvi amare dai mortali e in quale modo farvi amare se non conoscendoli?" chiese Zeus e Aila lo guardò confusa, Apollo che però aveva capito la strinse leggermente a se
"e quale modo migliore per conoscere il mondo mortale se non viverci?"
Aila perse un fiato. Avrebbe lasciato l'Olimpo e il suo amato padre per Zeus solo sa quanto tempo.
"perciò miei cari lascerete l'Olimpo domani e diventerete mortali. Quando sarete pronti per tornare sull'Olimpo tornerete ad essere divini e avrete libero accesso a questo posto" disse Zeus.
"Ma padre" cercò di contestare Apollo
"questa è la mia decisione Apollo, lascia andare tua figlia se vuoi che diventi una dea" disse Zeus e Apollo si arrese. Aila lanciò un occhiata a Eros che le sorrise dolcemente. Aila lasciò la dimora di Zeus così com'era entrata, al fianco di suo padre che silenziosamente stava cacciando delle lacrime.

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