capitolo IV

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Aila si allontanò dalla riva lasciando li Achille a rimuginare sulle parole da lei appena pronunciante e rientrò nella tenda. Eros era disteso a terra sotto un telo di stoffa che fungeva da coperta. Non dormiva.
"finalmente sei tornata" disse e Aila sorrise
"ho avuto un interessante conversazione con Achille e mi sono trattenuta più del dovuto" disse Aila distendendosi accanto a Eros
"di che parlavate?" chiese lui mettendole il braccio dietro il collo di modo che lei potesse stare più comoda
"nulla di cui preoccuparsi in questo momento. Piuttosto, come va la gamba?" chiese Aila deviando il discorso
"meglio. Sarà il sangue che ci scorre nelle vene ma sono quasi sicuro che sia completamente guarita" disse Eros e Aila sorrise
"sono felice che tu la pensi così" disse e poi gli lasciò un bacio sulla guancia destra
"ora dormi. Sei stato sveglio anche abbastanza" disse Aila e Eros sorrise e chiuse gli occhi. I due si addormentarono abbracciati. Aila si sentiva al sicuro come non mai. Era sana e salva.

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Ermes contava i giorni. I giorni in cui la mattina a colazione non vedeva la sua amata. I giorni in cui non la sentiva cantare dalla sua stanza. I giorni in cui non la vedeva ballare o volteggiare nel giardino. I giorni in cui non la vedeva mangiare l'uva di Dioniso di nascosto. I giorni in cui non la vedeva salire sul carro del Sole con il suo amato padre e portare luce nella vita di tutti, sopratutto in quella di Ermes.
Era passata una settimana da quando Eros se l'era portata via con lui e Ermes non sapeva che cosa potesse succederle. Una settimana in cui aveva chiesto spesso a Zeus di lasciarlo andare nel mondo mortale per avere un udienza ma questo lusso fu concesso solo ad Apollo.
"no Ermes. Se tu ti presenti nel bel mezzo del suo apprendistato la deconcentrerai. Non può permetterselo" la risposta di Zeus era sempre la stessa e ormai Ermes iniziava a perdere anche la speranza. Come se ormai si stesse rassegnando all'idea di averla persa. Infondo come poteva lui competere con il figlio della dea della bellezza che l'aveva accompagnata e protetta fin da piccola. Lui era subentrato nella vita di Aila per caso e non sapeva neanche che cosa lei ci avesse trovato di tanto speciale in lui. Lui però l'amava. Questo bastava.
"Ermes caro, perché sei così giù di morale in questi giorni?" gli aveva chiesto Atena
"ho perso la persona che amavo Atena. Sono sicuro" disse e Atena gli sorrise calorosamente. Come prima figlia di Zeus era come una sorella maggiore per tutti gli dei.
"Aila ha scelto te Ermes. Non Eros. Non l'eroe semidivino Achille. Non i principi di Troia. Lei ha scelto te, il messaggero degli dei. Il divino Ermes!" esclamò Atena e Ermes sorrise leggermente
"Aila conosce i valori della famiglia e dell'amore più chiunque altro. D'altronde passa le sue giornate con il figlio della dea dell'amore. Oppure con Era. Non ti tradirebbe mai" disse Atena e Ermes sorrise
"vorrei solo poterla vedere. Poterle parlare" disse Ermes e Atena sorrise
"parlare non posso concedertelo. Ma vederla, beh un modo ci sarebbe" disse Atena e ad Ermes brillarono gli occhi castani
"ti prego Atena dimmi come" disse Ermes e Atena sorrise
"si da il caso che io debba consegnare un messaggio al re degli Achei, Agamennone" disse Atena e Ermes sorrise
"porterò il tuo messaggio" disse Ermes e Atena sorrise
"quando avrai consegnato il mio messaggio potrai vedere Aila" disse Atena
"ti ringrazio" disse Ermes e si preparò per partire mentre Atena scriveva il messaggio di per Agamennone.

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I greci erano di nuovo in duello con Troia e Aila stava seduta nella tenda di Eros, giocherellava con i suoi capelli e canticchiava. Era il modo migliore per passare le giornate in quella situazione. Pensò di andare al tempio di Apollo e di sperare in un udienza con suo padre ma scartò l'idea. Il tempio era molto vicine alle aree di scontro e sarebbe stato troppo pericoloso. Si sarebbe accontentata di guardare il sole cercando di scorgere il carro di suo padre ma era troppo in basso per vederlo con chiarezza. Uscì dalla tenda e prese una grossa boccata d'aria. L'esercito greco avanzava sempre di più e questo le sembrava una buona cosa dato che prima avrebbero preso le mura di Troia prima la guerra sarebbe finita e lei e Eros sarebbero potuti tornare a stare sull'Olimpo. Si chiedeva che cosa fosse per lei quest'apprendistato. Passava le giornate a cantare oppure a medicare Eros. Lui invece, oh si Eros stava dando del suo meglio. Aila sapeva benissimo che l'aspirazione di Eros era quella di diventare il dio dell'Amore e stava dando prova di sé. Aila sentì un rumore di armamenti e accorse al più presto. Quello che vide la scioccò. Eros era sdraiato su un lettino di tela.
"Nettare!" esclamò Aila senza togliere gli occhi di dosso ad Eros
"come signora?" chiese uno dei guerrieri che aveva scortato Eros da lei
"Nettare! mi serve del Nettare. E se la trovate anche dell'ambrosia" disse correndo verso Eros.
"Ma signora è il cibo degli dei quello. A cosa può servirle" disse un altro dei soldati
"PRENDETE LA SCATOLA D'ARGENTO NELLA NOSTRA TENDA, IMMEDIATAMENTE!" esclamò Aila così forte che la sua voce un tempo angelica divenne furiosa e rotta da un pianto che fino a quel momento era stato silenzioso.
"Avete sentito, fate come dice!" esclamò un altro soldato e poi si accucciò accanto alla bionda. Si sfilò l'elmo
"mi chiamo Patroclo, divina creatura" disse il ragazzo e Aila lo zittì velocemente
"non so chi ti abbia detto questo ma non deve sentirti nessuno ragazzo!" esclamò Aila
"mi scusi non volevo infierire. Mi ha mandato Achille" disse il ragazzo e Aila lo scrutò
"sei uno degli uomini di Achille" constatò
"esattamente mia dea" Aila rabbrividì. Nessuno mai l'aveva chiamata così
"ragazzo tu conosci la nostra vera natura ma ora siamo in pericolo. Eros non deve tornare mai più in battaglia. Potrebbe morire" disse ma si interruppe vedendo arrivare i soldati con l'ambrosia e il nettare.
"Oh grazie agli dei l'avete trovata" disse la bionda e aprì dolcemente la bocca del rosso
"ingoia ti farà bene" disse e Eros mandò giù a fatica. Aila gli medicò le ferite che per lo più erano graffi o tagli non profondi che vennero curati dal nettare ingerito
"adesso farà un po' male ma ti prego di non urlare. Non possiamo permettercelo" disse e Eros strinse forte i denti
"pronto?" chiese Aila e il rosso annuì. La ragazza spalmò un po' di ambrosia sul taglio profondo che aveva sull'addome e Eros gemette di dolore. Ma non urlò.
"sh sh sh" disse Aila accarezzandogli il viso
"Patroclo controlla che l'ambrosia non si muova. Io tengo Eros fermo" disse velocemente Aila e Patroclo annuì
"ora stai tranquillo eh Eros? Vedrai che andrà tutto per il meglio" disse Aila inginocchiandosi alle sue spalle e appoggiò la testa di Eros sulle sue ginocchia e gli accarezzò la fronte con grazia
"f-fa male, tremendamente male Aila" gemette Eros ma lei gli stampò dei dolci baci sulla fronte
"ti prego non urlare. Manca poco. Ma se ci scoprono siamo morti" disse Aila e Eros si sforzò di non urlare.

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Ermes era arrivato sul campo Acheo e riconobbe Eros fra i guerrieri era pronto per partire all'attacco ma Aila non era con lui. Sotto un certo punto di vista questo lo confortava, per un altro no. Dove si trovava la sua amata?
Entrò con tutta la sua magnificenza nella tenda del re
"Sono Ermes messaggero degli dei. Sono stato mandato qui dalla divina Atena con un messaggio per il re Agamennone" disse Ermes e Agamennone sorrise avidamente
"non so come funzioni sull'Olimpo ma qui al cospetto di un re ci si inginocchia" Ermes rise in modo talmente inquietante da far spaventare anche Ade.
"Tu stai chiedendo ad un dio di inginocchiarsi?" chiese Ermes ma Agamennone non rispose
"nemmeno al cospetto di Zeus mi inchino e dovrei inchinarmi al tuo cospetto?" di nuovo nessuna risposta. Ermes mise una pergamena divina sul tavolo
"questo lo manda la divina Atena" disse e poi uscì dalla tenda lasciandosi dietro il silenzio. Si ricordava della parole di Atena. Poteva solo osservare la sua amata perciò si nascose su una nave e da lì guardò l'accampamento. Vide Aila uscire di corsa da una tenda e il cuore gli salì in gola. La sua bellissima Aila era ancora perfettamente curata. Nessuno le aveva mai fatto un graffio. Era perfetta. La vide correre incontro ad un gruppo di soldati e notò che l'uomo morente sdraiato su quella tela era Eros.
"Nettare!" la voce di Aila gli invase le orecchie
"come signora?" chiese uno dei soldati
"Nettare! Mi serve del nettare! E se la trovate anche dell'ambrosia" disse la bionda accarezzando i capelli rossi di Eros. ad Ermes si formò un nodo alla gola
"ma quello è il cibo degli dei" disse un altro dei soldati
"PRENDETE LA SCATOLA D'ARGENTO NELLA NOSTRA TENDA" disse Aila alzando il tono. Dormivano nella stessa tenda? Ermes vide un soldato avvicinarsi a Aila e la vide sobbalzare. Stava per alzarsi e correre da lei ma le parole di Atena gli risuonarono nella testa
"non potrai parlarle, ne farti vedere da lei".
Arrivò un soldato con la scatola argentata e Aila spostò l'armatura di Eros scoprendo del tutto il suo petto cosparso di graffi. Una ferita sgorgava sangue all'altezza dell'addome. Aila fece ingoiare del nettare a Eros e poi mise l'ambrosia sulla ferita. Ermes provò un dolore acuto nello stesso punto in cui Eros aveva la ferita. Come se sapesse che cosa stava provando.
"sh sh sh manca poco" lo rassicurava Aila
"f-fa male, tremendamente male" si lamentava Eros e Aila scambiò un occhiata con il soldato che le aveva parlato. Lui la sostituì tenendo l'ambrosia premuta sulla ferita e Aila si inginocchiò alle spalle di Eros poggiandosi la sua testa sulle ginocchia. Gli accarezzava i capelli rossi e sussurrava
"ti prego non urlare. Non possono sentirci" disse lei mentre lui tirava dei respiri profondi. Ermes stava per andare a dare il colpo di grazia ad Eros ma una cosa lo lasciò impossibilitato a muoversi. Pietrificato
"ci sei quasi" disse lei lasciando dei leggeri baci sulla fronte del ragazzo. I capelli biondi incorniciavano il viso di Eros non lasciando al resto del mondo la possibilità di vederlo. Ermes tornò sull'Olimpo senza voltarsi. Era logorato dalla gelosia.

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