44.La famiglia Castillo

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«Dopo tutto questo tempo, perché sei venuta da me? E la tua gang dov'è? Si sta nascondendo?»
«Io non ho più una gang, mi è stata tolta. Alcuni sono stati uccisi, altri arrestati, altri si sono uniti ai supercattivi e ai Villain e sono diventati loro scagnozzi, ma non sono venuta qui per chiedervi di aiutarmi con loro. Ho bisogno che tu salvi Lucrecia»

«E cosa ti fa pensare che io possa farlo? Ci ho provato più di un anno fa e ho fallito. Mi sono ritrovato con un proiettile nel petto e con il cuore spezzato. Con Lucrecia non voglio più avere nulla a che fare»

Skull lo afferrò per il braccio digrignando i denti per la disperazione. «Ti prego, devi aiutarmi. Se non la salvi ora potrebbe combinare un disastro!»
«Non capisco perché proprio io dovrei farlo!»
«Perché il tuo amore è l'unica cosa che potrebbe fermarla!»

A quelle parole Will indietreggiò. Era così evidente che era innamorato perso di lei?
Be' anche se lo fosse non avrebbe più potuto fare nulla. Il danno era stato fatto e Lucrecia era irreperibile.

«Ti prego... Ti prego aiutami»
«Non capisco perché tu ti sia scomodata adesso per chiedermi aiuto e non l'abbia fatto un anno fa»

Skull abbassò lo sguardo ferita. «Non mi sono mai accorta del disastro che avevo combinato consegnandola ai Villain... ma qualche giorno fa Lucrecia è venuta nel ghetto da dove proveniva. Era diversa. Nei suoi occhi non c'era più nulla di umano, non si ricordava chi fossi tu, pel di carota, e non riuscivo a capire se quella fosse la mia vecchia amica o un mostro con le sue sembianze. Non riuscivo a vedere nemmeno un briciolo di umanità in lei...»

A Will vennero le vertigini e dovette sedersi per placarle. La questione Lucrecia era ancora un tasto piuttosto dolente e sentire che era diventata così lo faceva preoccupare e far sentire male allo stesso tempo.

«Ma noi cosa possiamo fare per salvarla?» chiese Kyle, consapevole di chi fosse veramente quella ragazza.
«Dovete fidarvi e venire con me nel mio quartiere. Ho passato notte e giorno ad elaborare un piano per salvarla e vorrei farvelo vedere»
«Non si può fare, mi dispiace»
«Perché?»
«Perché potrebbe essere una trappola e perché sappiamo che non avrebbe senso salvarla. Ha scelto la sua strada, non è un problema nostro»

«Ma lei potrebbe distruggere tutto! Avete mai visto il suo potere? E ora che è al vertice del potere e si fa chiamare N-»

Kyle la interruppe alzando la voce pur di non farle pronunciare quel nome. Will non doveva scoprirlo. «Va bene! Verremo con te! Ora mostraci la strada»

Il volto della ragazza si illuminò di gioia e fu felice di accompagnare i suoi nuovi alleati nel suo squallido e puzzolente quartiere.

I palazzi erano piccoli, bruciacchiati e pieni di graffiti. Non erano fatti di vetro come quelli lussuosi di New York ma erano di mattoni ed erano dipinti così male che un pugno avrebbe potuto far cadere tutto l'intonaco sporco.

Per le strade piene di crepe e frammenti di bottiglie di birra si aggiravano gruppetti di ragazzi che camminavano con le gambe larghe e tenevano le mani in tasca per giocherellare con i loro coltellini.
Di macchine non vi era la minima traccia.
Nessuno osava passare di lì.

Gli venne in mente il primo incontro con Lucrecia, quando suo padre l'aveva accompagnata a casa sua e si accorse che gli aveva mentito.
Aveva dato le coordinate per un posto decisamente migliore di quello e forse lo aveva fatto sia per depistarli che per non dare una cattiva impressione di sé.

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now