Capitolo 5

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Pov Kaylee

Guardo il telefono le chiamate sono di due mittenti diversi, le prime due sono di Elena "un'amica" italiana, leggere il suo nome ha fatto affiorare in me i brutti ricordi e il dolore provato che mi ha fatti diventare il cuore di ghiaccio.

Da quando sono qui ho sentito solo la mia famiglia e pochissimi amici, anche perché non so se considerarli ancora tali molti di loro.

Lascio scorrere via dalla mia mente il passato e richiamo il secondo numero.

1 squillo
2 squillo
3 squillo

Sto per riattaccare ma la voce di J si fa viva
<<Mocciosa sei sveglia?>> e grazie al cazzo se sono sveglia dopo che mi ha chiamato

<<Ti sembra normale chiamarmi alle 3 del mattino James? Ma sei impazzito o cosa>>
Ignora le mie domande e va dritto al punto
<<Sto passando a prenderti scendi>> non mi da il tempo di rispondere che riaggancia

Sta scherzando spero, sono le tre non mi ha detto dove andremo, domani dobbiamo lavorare e sono in pigiama non ho proprio voglia di uscire.

Lo richiamo e fortunatamente risponde subito
<<Sono in pigiama J non mi va di uscire e poi->>
M interrompe come fa sempre

<<infatti devi restare in pigiama e non usciremo, puoi per una volta non rompere il cazzo come un poliziotto e scendere?>> sempre il solito maleducato

<<La gentilezza non ti appartiene e sai già la mia risposta >> sto per riattaccare ma una frase cattura la mia attenzione

<<Ho preso le ciambelle che ti piacciono tanto, le ho prese anche al cioccolato bianco mocciosa>>
Lo stronzo gioca sporco, sa che non rinuncerei mai a quelle ciambelle

<< sono già qua Kay se non scendi entro due minuti vado via e le ciambelle vengono con me>>

Riattacca e io mi affretto a mettere le scarpe e mettere in borsa sigarette, caricabatterie e chiavi di casa. Mi precipito fuori dal mio appartamento non aspetto nemmeno l'ascensore, percorro le scale di corsa e fuori dal portone principale.

Davanti a me c'è J in tutta la sua bellezza, indossa una semplice tuta grigia, poggiato sulla sua auto con in mano una sola ciambella, falso aveva detto che erano di più, mi avvicino a lui gliela tolgo dalle mani e salgo senza nemmeno salutarlo.

Fa il giro dell'auto e sale, accende l'auto e parte
dopo aver dato l'ultimo morso alla ciambella spinta dalla curiosità chiedo dove stiamo andando ma non ricevo risposta, so che pur insistendo non me lo direbbe, quindi non spreco nemmeno fiato.

Passa qualche minuto e riconosco la strada per casa sua, ovvero una via piena di ville dove tra l'altro si trova anche casa di Maya, mentre Benny e Allyson hanno preferito un appartamento o meglio un attico immenso.

Siamo già dentro casa sua poso la borsa e mi butto sul divano <<Perché sono qui J>> sbuffa si avvicina a me mi carica sulle spalle e inizia a salire le scale

<<Sei un fottuto vichingo James mettimi giù >> inizio a dargli dei pugni sulla schiena ma non mi molla

Sbuffa <<sei peggio di brontolo Kaylee >> entra in camera sua e mi fa scendere sul suo letto, mi sposto velocemente e scendo dal lato opposto

<<perché sono qui James? Non voglio più ripeterlo>>  mi fissa con un sopracciglio alzato

<<Davvero pensi che te lo dica? >> gira per raggiungermi ma salgo sul letto e scappo dall'altro lato

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