Let's do a game, girl. Capitolo 1.

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PROLOGO + 1 CAPITOLO
- "Facciamo un gioco?" Mi chiese lui.

"Che tipo di gioco..?"

Si leccò le labbra prima di rispondermi, e già da lì capii tutto. -

STORIA CON CONTENUTI SESSUALI, VIOLENZA E LINGUAGGIO SCURRILE.

Solito noioso sabato pomeriggio.
Papino mi ha vietato di uscire poiché sono uscita stamattina e non vuole che io stia troppo in giro, e non so che fare.

Non so' di cos'abbia paura, mi sono sempre mostrata la figlia modello che tutti desideravano, l'amica e la ragazza perfetta, con neanche un capello in disordine e il sorriso sempre accogliente e gentile.

Forse ha paura solo che mi capiti qualcosa oppure perché sa che questa non è la vera Jessica.

Io non sono così, io amo tutto ciò che è pericoloso e intrigante, tutto ciò che è fuoco e fiamme.

Già, sotto il visino innocente di Jessica Clarck si nasconde una diavoletta a cui piace essere provocata, ma soprattutto sfoggiare la sua femminilità provocando.

Ho sempre adorato provocare, mi da' un senso di potere, l'uomo cede, anche molto in fretta, ed è bello vederli disperati per ottenerti. È come far assaggiare del cioccolato e poi appenderlo davanti alla persona vietandole di mangiarlo.

Mentre penso a cosa fare mi viene in mente un' applicazione di cui mi aveva parlato un'amica qualche giorno fa, Kik mi sembra che si chiami.

Mi ha detto che si possono trovare Chat intriganti e divertenti senza correre alcun rischio, se si stava entro certi limiti.

Prendo il cellulare e scarico quest'app, mi registro, e metto una foto del mio innocente visino.

Non passò molto tempo prima che mi arrivassero una 50ina di messaggi da persone di tutto il mondo.

Il mio visino innocente aveva fatto colpo ancora una volta.

Una persona in particolare mi aveva colpita tra tutti i maniaci lì presenti, sembrava un sedicenne, quindi un ragazzo della mia età,dalla foto sembrava robusto e aveva i capelli ricci, "HaroldS."

Cominciò tutto con un'innoquo "Hey, come va?"

Finimmo per messaggiare per tutto il pomeriggio.
Aveva 17 anni, abitava a mezz'ora da Newyork, dove abitavo io.
Mi è sembrato un tipo simpatico e amichevole.
*
"Amore di papà" urlò mio padre entrato in casa poco prima "sono arrivato"

Scendo subito e lo abbraccio.

"Scusami se non ti ho fatta uscire di pomeriggio, ma mi preoccupo per te piccola" dice queste parole stringendomi e io mi limito ad annuire anche se odio quando mi chiama piccola.

"Non fa niente papà, non mi sono annoiata, ho chiamato Anne e sono stata al cellulare con lei"

Di certo non potevo dirgli che ho messaggiato con un completo estraneo che abita a mezz'ora da me, mi avrebbe rinchiusa in casa.

Il rapporto con mio padre è sempre stato buono, ma di certo non posso dirgli la verità.

*

"Piccola sono le 23 ormai è domani hai scuola, vai a letto" mi disse accarezzandomi la guancia.

"Papà lo sai che non mi piace quando mi chiami piccola..."

"Lo so, ma io adoro chiamarti così, buonanotte" mi da un bacio sulla guancia prima che possa andare in camera mia.

Mi metto a letto e spengo le luci.

Passano 5, 10, 20 minuti e io non riesco a dormire, così decido di prendere il cellulare e rileggere le conversazioni, questo Harold mi attira davvero tanto.
Magari un giorno ci potremmo vedere, tanto so già come finirà.

Un sorrisetto malizioso si fa spazio sul mio viso.

Ah, se gli altri sapessero di questo mio lato beh..rimarrebbero scioccati.

A 16 anni se sei pervertita ti prendono per puttana, per questo nascondo questo mio lato, magari si potrebbe spargere la voce e mio padre ne verrebbe a conoscenza dato che lo conoscono tutti.

Sono ancora vergine ma ho esperienza con i lavoretti di mani e bocca, nonostante mia madre vuole che arrivi vergine al matrimonio.

E penso che questo suo volere sarà infranto quando incontrerò Harold.

E dato che lei adesso è in viaggio per lavoro, beh, ho il via libera.

però in questo caso non sarò io a comandare, me lo sento, sembra un tipo a cui piace il controllo.

**Il giorno seguente dopo scuola**

Arrivo a casa e mi butto sul letto con il cellulare davanti a me, aspettando che mi scriva.

I minuti passano e nessuna notifica.
Ho il cuore in gola.

Comuncio a leggere un libro molto distrattamente, solo per far passare il tempo, ma niente.

Oddio che ansia.

*

Apro gli occhi e mi rendo conto di essermi appisolata, subito mi avvento sul cellulare ma niente...che delusione.


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