Allegra combriccola

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"AHO, buongiorno principessa!!! Come mai la voce tanto rauca?", esclamò una vocina acuta da dietro il telefono.
"Mi sono appena svegliato, sciocco!", rispose il ragazzo stofinandosi un occhio.
"PERÒ UNA SUONERIA DECENTE LA PROSSIMA VOLTA, OK!?", aggiunse urlando, facendo partire la risata di Darryl.
"Eddai, George, goditi la vita ogni tanto, non puoi sempre essere stressato così, anche solo per uno scherzo innocente!", disse Darryl ridendo.

Nonostante lo stesse dicendo con tono allegro e scherzoso, Darryl aveva perfettamente ragione: George era uno studente molto diligente e abbastanza stressato per apparire sempre al meglio con i compagni di classe e, soprattutto, con i suoi professori tanto esigenti. Per questo era per la maggior parte del tempo sui libri, cosa che ovviamente gli dava assai fastidio ma che ripagava con dei voti eccellenti.

"Dovresti smettere di comportarti come il cocco dei professori, sai che... ", iniziò Darryl ma venne interrotto da George che continuò: "...questo tipo di persone ti stanno sulle scatole e questo potrebbe rovinare il nostro rapporto. Sì, lo so!"

"Ma cambiamo argomento dai!", strillò allegramente Darryl dopo qualche minuto di silenzio. "Dormito bene?"
"No, ho proprio dormito di 💩!", borbottò il ragazzo scendendo dal letto e iniziando a vestirsi.
Dopo quell'affermazione si sentì un fortissimo "LINGUAGGIO!!" provenire dal cellulare senza che George lo tenesse vicino all'orecchio. Infatti Darryl aveva fatto la scelta di non dire mai parolacce e odiava sentirle per cui, quando ne sentiva qualcuna, una soluzione per "censurarla" a modo suo era urlare "LINGUAGGIO" ma con un tono da bambina quando non le danno i suoi giochi preferiti e quindi inizia ad urlare con una voce acutissima fino a che non la soddisfano.

"Mi hai rotto i timpani come tuo solito, Darryl!", esclamò George ridacchiando mentre si sistemava e correva in bagno con una spalla che reggeva il cellulare contro l'orecchio.

Nel frattempo si erano fatte le 6:35 e l'autobus partiva alle 7:00.

"Accidenti, non ce la farò mai a farmi la doccia!", borbottò il ragazzo mettendo il dentifricio sullo spazzolino e iniziando a strofinare velocemente. "Ma guarda che non ti serve, se un giorno salti mica diventi un porcello, e poi sei sempre profumatissimo!", replicò Darryl dal telefono appoggiato al lavandino.
"Che ca****a", sbottò George sputando la schiuma bianca che si era formata strofinando.

"LINGUAGGIO!!" parte 2.

"Sembro una scopa", si lamentò il ragazzo cercando di mettere in ordine le ciocche gonfie e morbide di capelli castani tendenti al nero. "Mamma mia, che baggianate!", borbottò Darryl sospirando.
"Pronta la cartella?", aggiunse in seguito. "Come sempre!", rispose con fierezza il moro mentre si dipingeva un sorriso sulle sue labbra e si metteva il grosso zaino nero in spalla, decorato da un piccolo portachiavi simile a un paio di occhiali da sole con lenti ellittiche e la montatura bianca.
Scese velocemente le scale, rischiando di scivolare e imprecando per aver battuto la testa.

"LINGUAGGIO!!" parte 3.

"Ma cosa ti è entrato in gola stanotte, uno scorpione per cui continui a imprecare!?", sbottò Darryl da dietro il telefono. "E che cavolo! Sono in ritardo!", ruggì George, a sua volta, scendendo gli ultimi gradini ed entrando in cucina.
Sua madre era lì e, appena sentì i passi del figlio, si voltò mostrando un sorriso raggiante e dicendo: "Buongiorno tesoro! Dormito bene?"
"Non tanto bene, purtroppo", rispose il moro sedendosi per terra e iniziando ad allacciarsi le scarpe, pregando che i lacci non si rompessero per l'usura.
"Si nota!", borbottò Darryl che era ancora al telefono con l'amico, alzando la voce per salutare allegramente la madre di George.
Quando ebbe finito, George si alzò e prese due ciambelline che si trovavano in una ciotola sopra la tavola. Fece mille complimenti a sua madre per le sue colazioni impeccabili e, salutandola, uscì a passo svelto con la cartella in spalla e il cellulare in una mano.
"Comunque sono appena uscito di casa, arrivo!", disse George addentando una delle due ciambelline e insultandosi per essersi lavato i denti per nulla.
"Va bene, SE arrivi!", rispose Darryl ridendo e chiudendo la chiamata. Allora il moro ficcò il telefono in tasca e la chiuse con la zip. Mentre mangiava, iniziò a correre verso la fermata dell'autobus dove Darryl lo aspettava come ogni mattina.

Intanto si erano fatte le 6:50.

~~~

"ECCO SPEEDY GONZALES CHE TAGLIA IL TRAGUADO!!", urlò Darryl con un sorriso stampato in viso vedendo arrivare il moro paonazzo in faccia e ansimante. Questi rallentò la corsa per poi abbandonarsi appoggiato ad un palo a riprendere fiato. Appena ebbe finito, ruotò la testa verso il ragazzo e disse:" Da quanto tempo sei qui?"
"Dalle 6:35. Ho camminato fin qui ma, a quanto pare, mi ero organizzato meglio del solito, al contrario di te"
George si alzò e si sedette accanto a Darryl sulla panchina della fermata sospirando ma senza parlare.
Dopo qualche secondo di silenzio, Darryl domandò: "Ma, tutto ok? Sei pensoso e triste, hai fatto un incubo?"
Il moro non rispose ma annuì.
"Ma dai, vedrai che oggi sarà una bella giornata!", replicò il ragazzo ridendo.
George continuò a non parlare ma voltò la testa per guardare negli occhi l'amico. Erano verdi, con una nota di grigio, unica sfumatura che il moro riusciva a vedere a causa del suo daltonismo. Erano gioiosi e fiduciosi nel domani, rivelavano la parte pura e ingenua del loro proprietario.

Lui, però, non sapeva...

Il rombo dell'autobus iniziò a farsi sentire in lontananza.
"Ehi, tempismo perfetto!", esclamò Darryl balzando in piedi a mo' di suricato, seguito poi da George che si alzò un po' più lentamente.
"In più, con tre minuti d'anticipo!", aggiunse il ragazzo saltando sull'autobus mentre il moro era rimasto sul marciapiede e si tastava le tasche. Poco dopo si mise le mani tra i capelli. "Oh ca**o, le chiavi di casa!!", urlò.

"LINGUAGGIO!!" parte 4.

Alla fine, salì anche lui e l'autobus partì.
Si sedette accanto al suo amico e, quando il pallido sole mattutino sbucò dalle nubi, si beò dei suoi caldi raggi che filtravano dalla finestra.

"Ehm, George", chiamò Darryl premendo piano sulla spalla del moro prima che si addormentasse e facendo aprire i suoi occhi grandi ed eterocromatici. Era passato già metà del viaggio e mancava un quarto d'ora all'arrivo. "Volevo chiederti se mi potessi dare i compiti di mate, li ho fatti quasi tutti ma alcuni esercizi non li ho capiti!", continuò, aggiustandosi gli occhiali rettangolari sul naso.
George lo osservò un po' prima di rispondere: "Va bene, tanto ci metti almeno 5 minuti a esercizio... si tratta dell'applicazione delle proprietà delle funzioni. Dimmi se non capisci qualcosa" E questo successe. Infatti, l'occhialuto segnalò vari dubbi dopo due secondi e il moro, che nel frattempo si era calmato dopo qualche minuto a sonnecchiare sotto il sole, gli rispose volentieri.

"Evvai, ho capito finalmente!!", esultò Darryl alzando le braccia al cielo. Il moro ridacchiò ma poi si ritrovò con le braccia dell'occhialuto strette attorno al petto mentre diceva con voce commossa: "Nonostante tu sia il cocco dei professori e, a volte, brontolone, sei un amico davvero prezioso, lo sai?"
George rimase basito ma poi accarezzò una mano dell'amico e insieme si alzarono dai loro posti per uscire dall'autobus.
"Mi mancherà il calore del sole!", sospirò il moro camminando verso l'edificio scolastico seguito da Darryl.

"Ah, mi sono dimenticato!", esclamò l'occhialuto dopo un paio di passi. "NOTIZIONA: sai che è arrivato un nuovo compagno?"

🌹💙 Rose blu 💙🌹Where stories live. Discover now