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Sono anni che i nostri sguardi non si scontrano. Quei occhi così simili ai miei mi inchiodano al terreno, non riesco a muovere un muscolo. Il suo sguardo truce non mi lascia, non capisco cosa gli passi per la testa. Mi ha riconosciuta? Non mi ha riconosciuta? Un ondata di domande mi travolge, e non ho risposta a nessuna di esse:-Mark, che succede amico?- una mano gli afferra la spalla, e da dietro di lui spunta un ragazzo. Sorriso solare, occhi azzurri e capelli d'oro......bello da mozzare il fiato. Ma cosa vai a pensare Jenna?!? Mi tiro uno schiaffo mentale, e mi riscuoto dallo strato di trance. Sensa proferire parola, mi libero dalla stretta di mio fratello e camminò velocemente lontano da loro.
Quando sono discretamente lontana, mi volto leggermente per osservarli. Sono lì, dove li ho lasciati. Il gruppo con cui sono arrivati li ha raggiunti, e stanno conversando, ma quei occhi marroni sono ancora su di me. Mi ha riconosciuto. E se non è così, se non è arrivato alla mia identità, sicuramente gli ricordo qualcuno.
Mi volto nuovamente verso la strada, e continuo la mia camminata verso la benzina.
Mai ho pensato di poterlo reincontrare. Mai per la mia mente è passata l'idea che un giorno i nostri occhi si sarebbero scontrati nuovamente. Perché in cuor mio loro erano già morti. Ormai ho smesso di inseguire l'idea di famiglia idilliaca, unita e felice. Non desidero più il loro amore, ora ho una famiglia che tiene a me, ed io tengo a loro. Allora perché il suo sguardo mi fa questo effetto? Perché sono felice che mi guardi? Perché mi piace così tanto che lui si interessi a me?

Ormai sono otto anni che ho tagliato i ponti con loro. Non sono neanche così tanto sicura, che di ponti tra noi ce ne fossero. Pensarli morti non mi ha provocato dolore, perché il nostro non era un vero e proprio rapporto. Ma allora perché averlo incontra ha smosso in me così tanto?

Continuo a camminare con la testa piena di pensieri, che corrono da una parte all'altra provocandomi un gran mal di testa. I passi risuonano sul terreno, spezzando il triste silenzio che anima quel luogo. Mi accorgo di essere arrivata solo quando qualcuno mi chiama:- ehi tu! Dammi una mano- a parlare è una ragazza, e quando la vedo il mio cuore salta un battito. Ha un camice bianco e tiene una cassa troppo pesante per lei. Mi servono un paio di secondi per rendermi conto che è innocua, ed appena mi desto dal mio stato di trance la aiuta privandola della cassa:-davvero grazie, non ho proprio idea di come avrei fatto se non ti avessi incontrata- sul viso le alberga un sorriso allegro e gioviale, di quelli rari, di quelli sinceri:-scusami tanto, ma mi accompagneresti in infermiera. Non riesco proprio a trasportarla- congiunge le mani in segno di preghiera, con un viso da cucciolo paragonabile solo a quello di un bambino:-in realtà avrei altro da fare, ma va bene- il viso le si illumina con un albero a Natale:-davvero!! Grazie grazie tanto!! Ora seguimi- e come una bambina trotterella verso la strada da cui sono arrivata. È una persona particolare, una ragazza giovane sicuramente più grande di me, con lunghi capelli e scuri:-ma quanti anni hai? Perché eri al magazzino? Sei nuova? Non ti ho mai visto- come un torrente in piena la ragazza si volta verso di me, continuando a camminare all'indietro, ponendomi una sfilza di domande una dietro l'altra. Un po' impicciona questa ragazza:- ho 17 anni. Ero al magazzino per prendere la benzina, sono arrivata qui con un elicottero e non ne abbiamo abbastanza per ritornare- il mio tono è piatto e senza emozioni. Ma non è una novità, non sono mai stata brava con il mostrare le mie emozioni.
La sua espressione muta in un insieme di stupore, paura e curiosità:-ma....- wow l'ho lasciata senza parole, seriamente? Cosa ho detto di strano?:- ma tu...quindi tu sei quella dell'elicottero? Quella arrivata ieri?- ed in un attimo capisco. Come non ci sono arrivata prima?

Mi ha collegata alla strage di ieri, mi sembra normale. Quella è l'espressione che hanno un po' tutti quando capiscono chi sono, o meglio dire cosa sono.
Una macchina da guerra capace di compiere uno sterminio. Mi tirò, istintivamente, il cappuccio sulla testa, ed annuisco. La sua espressione muta nuovamente, ma non in una spaventata o inorridita, bensì in una espressione delusa:-scusami non volevo....solo che...17 anni, ed una ragazza così....semplicemente non me lo aspettavo- si volta nuovamente, dandomi ora le spalle. Cammina con la testa bassa, guardandosi le scarpe:-grazie, se non fossi intervenuta ora ci sarebbero molti più morti- queste parole mi spiazzano, non ricordo l'ultima volta che qualcuno mi ha ringraziaro per essere un mostro.

La situazione non cambia, camminaiamo in silenzio lei davanti ed io dietro, fino a che qualcuno non la chiama:-Harley!!- sono voci femminili, che la chiamano a gran voce:- come state? Quanto tempo- la ragazza sembra essere rinasavita, ritornando allegra e solare:-che mi dite come mai qui?- le ragazze non sembrano accorgersi di me:-ci hanno chiamato per farvi da gruppo di supporto per l'attacco degli Intrusi- dice una:-si è vero ma quando siamo arrivati era già tutto finito- continua un'altra:-ci sono voci riguardo ciò che dicono che a sterminarli tutti sia stata una ragazza- bisbiglia la prima:- si ma io non ci credo, semplicemente questi vecchi bacucchi si saranno stupiti che una ragazza sappia combattere un minimo decentemente ingrandendo così tutta la situazione- a parlare ora è una bionda ossigenata che spruzza odio da tutti pori. Vedo Harley gettarmi un occhiata furtiva, ed in quel momento le tre si rendono conto della mia presenza:-oh scusami non ti avevamo visto- queste parole arrivano immediatamente dalla prima ragazza che ha salutato Harley. I visi delle tre si corrucciano in un espressione pensierosa, soffermandosi sul mio, e di istinto tiro ancora di più il cappuccio:-Harley!!- arriva solare e baldanzoso il bel ragazzo di prima. Ed appena poggia gli occhi su di me:-ma aspetta...tu sei la ragazza con cui parlava prima Mark?!- il sangue mi si gela nelle vene appena sento il suo nome, poi lo vedo e mi blocco nuovamente. Proprio come è successo prima, io non riesco a muovere un muscolo quando c'è lui. I suoi occhi intrappolano i miei, ed eppisodi della mia infanzia riaffiorano nella mente. Ricordi pieni di tristezza e desiderio, desiderio che i suoi occhi si fermino nei miei, proprio come adesso, senza però trasmettermi arroganza e disprezzo. Questi sentimenti non li vedo ora nei suoi occhi, sono offuscati da una nebbia che non mi permette che vedere, non mi trasmettono più tutte le sue emozioni.

Mark, i tuoi occhi non trasudano più tutte le tue emozioni, come da bambino, adesso sono blindati ai miei, che non li riconoscono più come "gli occhi del mio fratellone".

Una stretta al petto mi assale, mi  sento alla deriva in un nuovo mare di emozioni.

A salvarmi è nuovamente lui:-Jenna!- un tono autoritario ma allo stesso tempo dolce mi riporta a galla:-dove è la benzina?-_-corro a prenderla- e così scarico la cassa al belloccio ed inizio a correre verso il magazzino.
Poco prima di voltarmi nuovamente, i miei occhi cadono ancora su di lui, sulla sua espressione piena di stupore e realizzazione. Se prima non ci era arrivato, ora non ha dubbi.

Angolo Autrice-------------------------------------
Bene. Bene. Bene. Siamo di nuovo qui, con una ripresa con i fiocchi. Questo capitolo era in cantiere già da un po', e quando era quasi arrivato alla sua fine mi sono resa conto da quanto non pubblicassi. Percio ho deciso di pubblicare le schede, di Jenna e Steph, nella parte prece così da rinfrescarvi la memoria. In produzione ho anche le schede di altri personaggi, se vi piace l'idea potrei pubblicarve ogni tanto.

Comunque, cambiando discorso, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensiate di questa storia e di come si stanno evolvendo i fatti. Ma soprattutto, lasciate una stellina se la storia vi piace, e siate ancora qui a leggere questo palloso angolo autrice. Mi farebbe molto piacere sapere se vi sta piacendo la storia.

Tanti baci dell'apocalisse🧡🙃

OUT- l'apocalisse non ha fine (Sospesa)Where stories live. Discover now