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Accalcati gli uni sugli altri, entriamo in un bunker dentro una montagna. Vengo trascinata dalla folla che corre disperata all'interno. Madri con bambini al collo piangenti, vecchi claudicanti che si appoggiano ai giovani nella speranza di riuscire ad entrare. Non si sa quanti bunker di questi ci siano, ma una cosa è sicura: non tutti riusciranno ad entrare. Vedo famiglie che si tengono per mano, formando solide catene per non perdersi nella falla, e penso "anche noi avremmo fatto cosi?". I miei occhi diventano torrenti al solo pensiero della mia famiglia. Ho fatto tutto il tragitto fino a qui, con gli occhi alti nella speranza di trovarli..... ma niente. Diverse volte ho fermato delle persone che credevo loro, ed altrettante mi sono allontanata a viso basso e con il cuore spezzato. È passata una settimana da allora, ed è brutto da dire ma: non mi mancano quanto vorrei.
Con loro non ho mai avuto un buon rapporto, non perché litigassimo, ma perché non c'erano mai. Neanche mio fratello, di qualche anno più di me, non mi degnava di uno sguardo. Passavo le giornate ignorata da tutti sia a casa che a scuola, non sono mai stata brava nel farmi amicizie, e sinceramente dopo un po' ho anche smesso di provarci. Stavo bene da sola, mi bastava un libro per essere felice. Ora avrei bisogno proprio di questo, un libro per darmi quella parvenza di felicità. L'ho chiesto a quel soldato che, in un giro di perlustrazione, mi ha trovato e portato all'accampamento. Non ho idea di come io sia arrivata sotto quel muro, né di come io sia tutta intera dopo ciò, e sinceramente non voglio neanche saperlo.

Finalmente riesco ad entrare nel bunker. C'è una stanza gremita di gente, che si accalca verso i militari. Non vedo bene, sono una bambina dopo tutto. Mi faccio spazio tra la marmaglia per vedere cosa accade. Arrivando al limitare della folla, vedo quattro porte con davanti delle file di persone. Ascoltando le conversazioni attorno a me, penso che ci smisteranno. Io dov..... :-con chi sei bambina?- non faccio in tempo a pormi la domanda che un omone altissimo mi parla:-con nessuno- rispondo con un filo di voce, spaventata dalla situazione. Lui si altera e la faccia gli diventa rossa:-parla più forte- mi urla arrabbiato:-sono da sola- dico, questa volta con un tono più alto. Deve avermi sentito questa volta perché mi indirizza verso la seconda porta, davanti alla quale c'è una fila di bambini e ragazzi. Mi incammino verso quella porta, quando dalla quarta esce un altro soldato, che non vedendomi mi viene addosso e cado per terra. Il soldato gentile mi chiede subito scusa e mi aiuta a mettermi in piedi. Sorridendomi sta per andare via, ed io ugualmente, quando il suo sguardo si rabbuia per un attimo per tornare subito allegro. Si accovaccia a prendere una cosa per terra e quando mi accorgo di cosa si tratta mi lancio verso di lui per afferrarla:-è mio- si tratta di un segnalibro plastificato regalatomi, a cui tengo molto:-dove lo hai trovato?- mi chiede il soldato. Sta sorridendo ma la riconosco quell'espressione, è la stessa espressione che hanno i miei compagni di classe quando fanno finta di essermi amici davanti alle maestre. Inizialmente mi sembrava una persona gentile, ma ora ho qualche dubbio:- me lo hanno regalato- rispondo con tono leggermente arrabbiato:-chi te lo ha regalato?- mi chiede, sempre con quell'espressione con cui ormai ho imparato a convivere:-un bambino, anni fa. Che ti interessa a te?- ok, ora sono arrabbiata. La sua espressione è strana, continua a sorridere ma si vede che qualcosa gli arrovella il cervello:-posso sapere di che colore è?- ma che domanda, cosa ha questo tipo che non va. Il mio sguardo corre al segnalibro:-guardalo! È ros...un attimo cosa? Era rosso fino a qualche attimo fa, cosa gli hai fatto? Perchè ora è nero?- sto per mettermi a piangere, quell'uomo ha rovinato il mio più grande tesoro:-come ti chiami piccolina?- mi chiede continuando ad avere sempre quel sorriso snervante. Vorrei proprio che se ne andasse lasciandomi il mio segnalibro:-Jenna- rispondo seccata:-ed il cognome? Così ti portiamo dai genitori- sono stanca di essere ignorata costantemente dalle persone a cui voglio più bene, piuttosto sto da sola:-non ce l'ho- il militare mi guarda stranito, ma sembra sollevato, da cosa?:-ora mi ridai il mio segnalibro, così mi metto in fila?- voglio finire questa discussione:-si, non c'è problema. Te lo consegnerò quando sarai arrivata a destinazione. Ed ora seguimi- detto questo scompare da dove è arrivato, ed io lo seguo, voglio il mio segnalibro.

OUT- l'apocalisse non ha fine (Sospesa)Where stories live. Discover now