Capitolo nove: il cammino.

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Eravamo diretti ad Uppsala, la capitale della Svezia, il luogo più sacro del mondo dove si diceva che si riusciva perfino a sentire la voce di Odino, ma noi eravamo diretti in quel luogo tutt'altro che per pregare, ma più che altro per incontrare il famigerato re Sten di Svezia.

Iniziammo un viaggio che secondo i nostri calcoli sarbbe dovuto durare all'incirca un mese e mezzo, è durante quel viaggio che i rapporti con Alfhild si iniziarono a rafforzare ed è sempre durante quel periodo che mi concentrai sulla sua bellezza, aveva i capelli biondo scuro avvolti in una treccia che ricordava Freia, gli occhi erano di un colore diverso dall'altro, uno era verde come il mare sotto il sole forte dell'estate e l'altro marrone come la corteccia di una quercia che tocca il cielo, le labbra erano carnose e trasudavano femminilità e infine aveva un fisico che poche donne possono vantare; comunque partimmo per un viaggio che non fu affatto facile, dopo soli due giorni il nostro cammino venne interrotto dall'incontro con un gruppo di Berserkr, per chi non lo sapesse si tratta di persone esiliate dal loro Jarl e riconoscibili dal marchio che gli era stato inciso in faccia, erano circa dieci, Alfhild fu la prima a vederli e senza pensarci due volte estrasse l'arco e le freccie e colpì due di loro in fronte, tempestivamente io smontai dal mio cavallo e senza prendere lo scudo, mi armai di ascia lanciandola perfettamente in testa al terzo uomo, gli corsi incontro per recuperare l'arma senza accorgermi che un'altro stava arrivando alle mie spalle, per fortuna uno dei miei uomini lo vide e gli sferrò un colpo di spada sul collo, facendo schizzare sangue e facendo rotolare la testa fino ai miei piedi, intanto avevon recuperato l'ascia, ma i restanti Berserkr fuggirono senza pensarci due volte, fummo molto fortunati a non perdere nessuno dei nostri uomini durante quello scontro, ci dirigemmo verso un lago che si trovava nelle vicinanze per ripulirci dal sangue nemico e trovare per la prima volta dopo due giorni un riposo che non sia stato di notte, mentre eravamo al lago, Alfhild mi si avvicinò e iniziò una conversazione chiedendomi "perchè hai deciso di prendere un'incarico così importante pur essendo così giovane?"

"per avere la mia vendetta" risposi, lei stupita mi disse "la vendetta non calmerà i tuoi tormenti interiori", "come fai a dirlo?" gli chiesi in maniera perplessa e lei continuò il suo discorso "sono diventata una shieldmaiden a soli dodici anni e a quattordici ho trovato e ucciso l'uomo che aveva assassinato mio padre, ora ho vent'anni ma il mio dolore non è diminuito, perciò non muovere la tua mente in base alla vendetta", io risposi "scusa se mi permetto, ma è unaa situazione diversa, io devo vendicare la persona che mi ha fatto diventare qeul che sono oggi, ma soprattutto devo vendicare tutti i norreni morti durante quell'assedio", lei sorrise, non penso che lo fece per le mie parole, forse per il mio sguardo che sprizzava voglia di combattere, ma non rispose e tornò a controllare il suo cavallo e le sue riserve personali. Dopo circa due ore di riposo riprendemmo il nostro viaggio.

Senza farvela troppo lunga arrivvammo ad Uppsala con quindici giorni di ritardo, quindi dopo circa due mesi dalla nostra partenza.

Il diario di Aren JensenWhere stories live. Discover now