43.Black Night Bar

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Ghignò da dietro la maschera e iniziò ad avvicinarsi quando venne interrotta dalla stagista che le sventolò davanti un vassoio con un hamburger e delle patatine.

«Come da lei richiesto...»
«Levati di torno!» la spinse con tutta la forza che aveva, sperando che sarebbe volata sul muro rompendosi qualche osso, ma la ragazza non si mosse di un centimetro.

Le sembrava di aver provato a spingere un muro impenetrabile e improvvisamente si sentì in dovere di dimostrarsi all'altezza di quella persona.

Tutti i presenti, vedendo una Villain del suo rango avere difficoltà con la cameriera, iniziarono a preparare delle mance generose da darle per evitare guai.

«Cerchi guai, Nightmare? Questo è un bar pacifico e non sono ammesse risse» disse squadrandola da capo a piedi.
«Ma chi ti credi di essere per parlare a me con questo tono? Hai la minima idea di chi sono?»

Tutto quello era assurdo. Doveva uccidere una spia, non combattere contro un'inutile cameriera senza un briciolo di rispetto.

«So benissimo chi sei» Appoggiò il vassoio su un tavolo libero e gli diede due pacche. «Ecco perché dovresti mangiare un po' prima di fare quel che hai in mente di fare»
«Ma come fai a...?»

«Morgan! Non infastidire la nostra cliente!» le urlò il barista con la voce tremante dalla paura.
La cameriera si sistemò gli occhiali e lanciò un ultimo sguardo di sfida a Nightmare. «Grazie per aver scelto il Black Night Bar, spero che la sua cena sia di gradimento»

E se ne andò lasciando confusa e irritata la nostra Villain. Possibile che ci fosse qualcuno in grado di tenerle testa in quel mondo? Certo, tra queste c'erano Will, il Boss e suo padre, ma quella ragazzina non compariva da nessuna parte.

Tranquilli, non sarà un problema per lei in futuro. Morgan è una ragazza che ha già i suoi problemi e si è ritrovata lì per puro caso. Ma questa non è la sua storia, è quella di William e dei suoi amici e per ora è meglio focalizzarsi su di loro, specialmente su Nightmare.

Quella notte era furente e solo il sangue di quella spia avrebbe potuto placare la sua ira.
Si presentò di fronte al tavolo del diretto interessato facendogli volare via l'anima dallo spavento.

Sbatté forte le mani sul tavolo e lo fissò puntandogli contro le luci rosse che provenivano dalla sua maschera, in corrispondenza degli occhi.
Era pronta a staccargli la testa, a vedere il suo sangue colare giù dal collo e inondare quel posto di rosso.

Gli afferrò il colletto della camicia e lo strinse così forte da rovinarglielo. «Tu, traditore, come osi fare il doppiogiochista e dare informazioni all'altro lato? Dovresti sapere a cosa vai incontro»
«Mia... mia signora non ho fatto nulla, lo giuro!» balbettò il colpevole.
«Tutto quel che sento sono bugie. Sono queste le tue ultime parole?»
«No! No la prego! Ho famiglia!»
«E ti sembro una persona a cui importi?»

Gli occhi dell'uomo si riempirono di lacrime al pensiero di lasciare la famiglia che tanto amava.
Sua figlia aveva appena compiuto dodici anni e sua moglie era in dolce attesa. Presto avrebbero scoperto il sesso del loro bambino e lui voleva esserci.

«La prego, Nightmare, mi risparmi. Farò tutto ciò che vuole lei, farò il doppio gioco per voi! Ormai mi conoscono, si fidano di me! La prego, la scongiuro-»

Nightmare gli afferrò la testa con la mano e la strinse fino a fargli uscire il sangue dalle orecchie. «Muori»

Successe tutto in un lampo. Un bagliore accecante l'aveva disorientata per una frazione di secondo e le aveva fatto perdere la presa sulla sua preda.
Sentì un rumore metallico seguito da una voce che le ordinava: "Vattene dal mio territorio e tornatene da dove sei venuta".

School of Heroes - da revisionareWhere stories live. Discover now