- Io penso che sarai bellissimo. In ogni caso. - Rispose l'Alpha con sincerità. - Non stai mettendo su del peso " inutile" e anche se fosse, non sarebbe di certo un problema, te lo assicuro. - Sorrise. - Ci sono i nostri bambini qui dentro. - Portò una mano sul suo grembo e lo accarezzò piano con estrema dolcezza. - E cresceranno forti e robusti grazie a te. Lo sai qusto, non è vero?-

Gumball abbassò lievemente gli occhi sul suo stomaco e non rispose, sospirò di nuovo e si ammutolì.
Era facile per il suo Alpha dire quelle cose adesso, ma cosa sarebbe realmente accaduto tra qualche mese? Quando avrebbe fatto fatica persino a camminare?

Sbuffò, improvvisamente di malumore.

Marshall lo strinse un po' più forte e inclinò leggermente la testa per poterlo guardare; poi, senza riuscire a frenarsi riprese a parlare. - C'è un punto tre? - Si informò, guadagnandosi un'altra feroce occhiataccia.

- Certo che c'è un punto tre! - Sbottò a quel punto l'Omega, dandogli un piccolo schiaffetto sul petto. - Il punto tre, è che sei un cretino! -
L'Alpha roteò lievemente gli occhi, decidendo di prendere quegli sbalzi di umore con filosofia e gli accarezzò la schiena, con la mano libera, risalendo lentamente verso la nuca.
- Qual è il vero problema? - Domandò poi.

Gumball rabbrividì leggermente e strofinò piano il viso contro il petto marmoreo del compagno, lasciando infrangere sulla sua pelle nivea i fantasmi dei suoi respiri. - Abbiamo tante cose da organizzare... - rispose alla fine - dobbiamo preparare la casa per accogliere due bambini... dobbiamo comprare... tutto e... e... non voglio mentire a Fionna o a tua madre o a Iris, o a... Stanley... o... a Isabel e Bernard... Voglio che sappiano... ma... - Disse tutto ad un fiato. - Cosa devo fare? Da dove devo iniziare? Dalla casa? Dagli oggetti? I vestiti? -

Marshall poggiò la testa sulla sua e passò con dolcezza la punta delle dita sulla ghiandola del legame per poi affondarle tra le ciocche rosate e scarmigliate. Sentì che lentamente il suo compagno si stava rilassando grazie a quei tocchi e non smise di accarezzarlo finché non fu del tutto sicuro che si fosse rasserenato.
Solo allora espresse il proprio pensiero.

- Sicuro che sia solo questo? - Chiese, certo che in realtà ci fosse qualcos'altro che turbava il suo fidanzato così profondamente.

Gumball alzò gli occhi grandi e lucidi sui suoi poi lentamente rispose. - Potevano essere tre. -

L'Alpha smise di accarezzargli i capelli e si abbassò leggermente per scoccargli un lunghissimo bacio sulle labbra, riconoscendo in quella piccola frase il vero nucleo del problema.
- Amore... - iniziò - so che hai bisogno di tempo per accettarlo, ma come ha detto Nicole, le possibilità che sopravvivesse erano molto basse. - Ragionò. - Dobbiamo essere grati di aver ricevuto in dono non uno, bensì due cuccioli sani e forti. -

L'Omega distolse lo sguardo e annuì leggermente. - Lo so. - Rispose afono. - Razionalmente, lo capisco... -
Marshall lo baciò di nuovo sul naso e sulla fronte, prima di lasciargliene un altro anche sulla testa. - Non è facile da accettare lo stesso. - Disse sollevandolo leggermente per potersi distendere e portarlo giù con sè. - La natura non si comporta sempre in modo razionale dopotutto. -

Gumball spostò le gambe intrecciandole con quelle del compagno e rimase in silenzio a disegnare forme invisibili sulla sua pelle. - Non credo che ce l'avrei fatta con tre neonati. - Asserì dopo qualche istante.

L'Alpha ridacchiò lieve e gli accarezzò la schiena. - Saresti stato fantastico anche con tre marmocchi, mamy. - Decretò sicuro di sè.
L'Omega prese fuoco e sussurrò un comprensibilissimo " cretino" prima di dimostrare il suo imbarazza. - Smettila dai... -

Marshall sogghignò e con un colpo di bacino, invertì le posizioni stando molto attento a non gravargli di sopra. - Di fare cosa, mamy? - Domandò assumendo l'aria più innocente che riuscisse a fare, cominciando poi a baciargli ovunque il viso. - Lo sai che amo baciarti, mamy, non posso smettere. -
Gumball a quel punto si arrese e scosse la testa ridacchiando appena. Avvolse le braccia intorno al collo del compagno e lo guardò intensamente. - Quindi... Dovrei chiamarti papi? - Chiese con un piccolo sorriso storto.

• Fanfiction Omegaverse • [Ita]Where stories live. Discover now